Nuovi elementi indiziari sul giallo di Marisosa Andreotta e Luca Orioli, i "fidanzatini" di Policoro
Soprattutto
a distanza di (troppo) tempo, ben 22 anni circa, si richiede l'abbandono di
tesi precostituite per il raggiungimento della verità sul giallo dei
"fidanzatini" di Policoro. Luca Orioli e
Marirosa Andreotta, entrambi ventunenni e fidanzati, sono stati prima picchiati
e poi affogati, secondo stime peritali di prim'ordine, la sera del 23 marzo
1988. Ma all'epoca non si effettuarono né autopsia né indagini, ritenendo il
caso un mero incidente: prima per folgorazione, dovuta al cattivo funzionamento
di uno scaldabagno; poi per elettrocuzione, una scarica accidentale di
corrente, che avrebbe determinato l'arresto cardiocircolatorio; e nemmeno l'ipotesi
di un avvelenamento di ossido di carbonio per colpa dello scaldabagno ha retto
alla prova dei fatti. I primi dubbi affiorano troppo tardi.
I due ragazzi
furono trovati morti e completamente nudi nel bagno della casa di lei, in via
Puglia, senza tracce di sangue. In un'autopsia fatta dopo la riesumazione dei
cadaveri, ci sono dei segni di annegamento e fratture da aggressioni, attestate
pure dalle foto agli atti. Le molteplici denunce e querele che hanno accompagnato
l'inchiesta successivamente, però, si sono risolte con il proscioglimento di
tutti (medici, periti, magistrati), indagati per negligenze o per errori
nell'attività di indagine o di consulenza. I mancati accertamenti immediati
hanno tremendamente complicato le indagini, fuorviate anche da una affannosa
ricerca di "un" colpevole. Solo adesso emergono indizi che meriterebbero i
dovuti approfondimenti, con verifiche puntuali. Intanto, ricercare nel passato
sentimentale di Marirosa pone in altra luce un verbale del 2 agosto 1994. Dalle"sommarie
informazioni", colpisce un alibi non adeguatamente riscontrato.
"Non riesco a
spiegarmi come possa essere accaduto, ovvero che non si siano ritenute
meritevoli di scavo quelle dichiarazioni
spontanee", commenta uno degli autorevoli investigatori che allora seguirono le
indagini. La nostra ricostruzione giornalistica è lineare: un delitto
passionale, dovuto a un rancore profondo dopo un rapporto di oltre tre anni,
esploso in una folle circostanza di gelosia, da parte di un singolo soggetto,
fisicamente dotato, con l'uccisione avvenuta in altro locale dello stabile e
conclusa nel bagno. E un alibi tutto da analizzare: il 23 marzo il sole
tramonta alle ore 18,00 circa, da Policoro a Salerno si va in meno di due ore e
mezza, comodamente; la Gazzetta del Mezzogiorno, dalla quale si sarebbe appresa
la causa dei decessi, non è (stata) venduta in quella città; le tre persone che
attesterebbero la veridicità "nella serata" (?)
non sono mai state ascoltate. Per non dire dei precedenti di aggressione
alla ragazza e non soltanto a lei, o le minacce allo stesso Luca. Insomma, si
dovrebbe rendere cristallina una posizione che pone dubbi e perplessità. Ma
queste manchevolezze investigative sono state colmate oggi dalla Procura della
Repubblica di Matera?
Salvatore
Verde
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