Salviamo la Scuola statale dell'Infanzia nel centro storico di Tursi
Il Comune di Tursi
chiede al Dirigente scolastico di valutare con "immediatezza" la rimodulazione
dei plessi scolastici di Scuola dell'Infanzia dell'Istituto comprensivo statale
"Albino Pierro". Lo si apprende dalla nota del 22 ottobre, arrivata
all'istituto venerdì 31, avente all'oggetto "Anno scolastico 2014/15 - Plessi
scolastici - Indirizzo":
"Da verifiche
effettuate sullo stato dei plessi scolastici è emerso che attualmente ne sono
presenti n. 3 di scuola dell'infanzia dei quali uno (Il Girasole, via santi
Quaranta) ospita una sola classe a fronte di una potenziale capacità riferita a
due classi. La gestione economico-finanziaria dell'Ente impone di effettuare
attente valutazioni sulle spese sostenute e contenerne di eventuali non
giustificabili.
A tal fine, s'invita a valutare la immediata chiusura di
un plesso ed il suo successivo accorpamento, atteso che sussiste tale
possibilità logistica, in relazione, prioritariamente, al domicilio degli
alunni e, quindi, a nostro avviso, tali condizioni risulterebbero verificate
per il plesso "Carmela Ayr". Tanto per l'adozione del successivo atto
deliberativo giuntale. Nell'ottica della leale collaborazione istituzionale ed
in attesa di Sue immediate determinazioni..." (le sottolineature sono
nell'originale).
Il burocratese dell'assessore
alla Pubblica istruzione Giuseppe Modarelli e del funzionario responsabile
Giuseppe Veneziano, che scrivono per conoscenza anche al Sindaco, necessita di un
minimo di spiegazione dall'interno, pur nell'attesa che l'Istituto comprensivo
statale "Albino Pierro" si esprima attraverso i suoi organi collegiali. Poiché
insegno proprio nella scuola statale dell'infanzia interessata, vi ringrazio
molto dell'ospitalità.
Chiariamo subito che, in base alla graduatoria dei
maestri, resterò comunque nella città della Rabatana per gli altri quattro anni
che mi occorrono al raggiungimento della pensione, anche in caso di
soppressione immediata o futura della sezione (classe). Innanzitutto, sono
inaccettabili i toni, contenuti e stile della missiva, altro che correttezza
istituzionale, qui siamo alla intimidazione vera e propria, che toglie serenità
alla scuola tursitana, originando un clima di sfiducia e di ansia
professionale, con inevitabili ricadute sull'azione educativa e didattica.
Non
risulta che il comune abbia competenze unilaterali di chiudere, aprire e
trasferire scuole, quindi, di quale "adozione del successivo atto deliberativo
giuntale" si parla? Inoltre, all'atto delle iscrizioni, che si fanno in inverno
(gennaio-febbraio) per l'anno scolastico successivo, perciò appena nove mesi
fa, l'amministrazione comunale aveva garantito il mantenimento delle scuole
senza problemi.
Adesso, ad anno scolastico ormai avviato, l'ente locale rompe
un patto fiduciario (scuola-famiglie e comune), non si capisce perché e senza
adeguate motivazioni, e mette in gravi difficoltà soprattutto i bambini e le
loro famiglie, facendo scaturire di fatto di una interruzione di pubblico
servizio (si scrive accorpamento si legge soppressione). Bisogna ricordare la
specificità della scuola dell'Infanzia, scuola non obbligatoria, così come la
frequenza dei bambini dai tre ai sei anni.
Pure, dagli anni Ottanta è stato
abolito il vincolo dei bacini di utenza, per quanto concerne tutti gli ordini
scolastici, potendo così le famiglie iscrivere liberamente i propri figli alla
scuola che desiderano. Nessuno può, quindi, trasferire una sezione in toto,
tanto più nell'anno scolastico in corso, poiché i genitori possono decidere il
ritiro, l'iscrizione ad altra scuola pubblica o alla privata. Unico pallido
argomento è la gestione economico-finanziaria dell'ente, ma qui casca l'asino.
Infatti, a Tursi esistono quattro sezioni in tre plessi: una ("Carmela Ayr") nel
pieno centro storico (con 20 bimbi - di tre, quattro e cinque anni - tra i
quali 7 alunni albanesi e romeni), due a viale sant'Anna (con oltre cinquanta
iscritti) e una a Santi Quaranta (che ha 22 alunni). Per mantenere una sezione
unica, per legge occorrono 18 alunni. Il Comune mette a disposizione (deve, non
può non farlo) solo i locali e ne cura la manutenzione (stra-ordinaria).
I
costi annuali, comprensivi di luce, acqua e riscaldamento, sono questi: C. Ayr
euro 2.400; sant'Anna euro 4.000; santi Quaranta euro 3.950. Alle sole scuole
di sant'Anna e Santi Quaranta occorre aggiungere i costi del pulmino, autista,
personale assistente di viaggio. Il servizio di trasporto per la scuola del
centro storico (C. Ayr) è garantito a proprie spese dai due insegnanti con le
loro auto, in orario aggiuntivo di servizio, chi scrive lo fa da 30 anni e la
collega da 22 (in sostanza ogni giorno prendiamo i bambini in diversi quartieri
dell'abitato, li portiamo a scuola e all'uscita li riportiamo alle loro case).
Perché
allora tale accanimento e sfida alla comunità scolastica? Semplice, è iniziata
la campagna elettorale (si vota in primavera), si vuole far sopprimere
l'Istituto comprensivo, già a rischio numerico, e far trasferire il dirigente,
colpevole di ostacolare alcuni progetti non sempre cristallini di qualche
personaggio politico locale. Per la cronaca, il comitato dei cittadini del
centro storico intende risarcire l'ente delle spese gestionali, pur di
difendere la più antica scuola dei bambini di Tursi e l'unica presenza istituzionale
nel centro storico, dove occorre pure una farmacia.
Salvatore Verde
Insegnante della
Scuola Statale dell'Infanzia "Carmela Ayr" di Tursi
Il Quotidiano del Sud - Edizione della Basilicata, lunedì 3 novembre 2014
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