Si va al referendum sulla seconda farmacia?
Assume sempre più le
caratteristiche di un rilevante caso politico la questione della seconda
farmacia a Tursi, per una serie di ragioni strettamente collegate.
Il periodo
elettorale, l'assenza per motivi di salute del sindaco Giuseppe Labriola (che
non ha mai partecipato alla discussone dell'argomento, per la parentela con la
titolare della locale farmacia Camardo), e soprattutto la delibera già adottata
il 24 settembre 2012, con l'ubicazione della nuova farmacia nella frazione di
Panevino (distante 15
chilometri da Tursi e 5 da Policoro), pongono oggi in
una situazione molto delicata il consiglio comunale, scaturito dall'unica lista
in competizione nell'aprile del 2010.
La stessa maggioranza è ormai divisa in
due gruppi praticamente contrapposti, mentre l'opinione pubblica sembra
chiaramente insoddisfatta. Il giovane blogger tursitano Antonio Di Matteo, infatti, subito dopo la decisione consiliare è
riuscito a raccogliere 601 firme di
cittadini in quindici giorni per chiedere la ridiscussione in consiglio
comunale, come previsto dall'art. 47 dello statuto dell'ente locale. Intanto,
il mese scorso, altri cittadini "ispirati" hanno proceduto a un'altra raccolta
di 609 firme per chiedere all'assemblea di confermare il deliberato. Poi, allo
scadere dei canonici 90 giorni, il consiglio comunale si è riunito martedì 26
febbraio in seconda convocazione per la sua "pronuncia".
Una infuocata seduta
finalmente partecipata come mai era accaduto prima da un pubblico numeroso,
interessato e rumoroso. Ma il lungo e inutile confronto, durato quasi cinque
ore, non è riuscito a far cambiare opinione
a nessuno dei consiglieri, salvo palesare la frattura della maggioranza
politica (una "civica" che raccoglie sigle decotte, fino al PdL, Udc e PD), che
adesso attende il rientro del sindaco per una profonda verifica, "che porterà
come minimo al rimpasto", dicono alcuni, "senza escludere soluzioni traumatiche
per la consiliatura", aggiungono altri.
E mentre il pubblico lamentava una
sorta di presa in giro, il vice sindaco Salvatore Cosma chiedeva e otteneva una
breve sospensione per concordare il rinvio ad altra seduta una eventuale
(altra?) decisione, "al contempo, incaricando gli uffici di predisporre il
regolamento necessario per lo svolgimento del referendum popolare". Assenti il
presidente dell'assemblea Salvatore Cavallo e, al momento della votazione,
Vincenzo Sarubbi e Isidoro Francolino. Contrari al rinvio gli assessori
Vincenzo Popia e Nicola Gulfo, con i consiglieri Giuseppe Cuccarese e Maria
Montesano, unica dell'opposizione, tutti favorevoli per la modifica del
deliberato di settembre che, dunque, resta valido.
A favore del rinvio anche
gli assessori Antonio Caldararo e Gaetano Bruno, con i consiglieri Antonio
Lagala, Dino Di Paola, Antonio Lauria, Salvatore Cristiano (che ha presieduto i
lavori). Intanto, gli atti sono stati inviati alla Regione che dovrà procedere
di conseguenza.
Salvatore Verde
(La Gazzetta del Mezzogiorno, 2 marzo 2013)
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