Spostati a sabato pomeriggio i funerali del giovane Vito Gravino
Per problemi di lentocrazia burocratica non proprio cristallina, si
svolgeranno non più venerdì ma sabato pomeriggio alle ore 15, nella cattedrale
dell'Annunziata, i funerali del ventinovenne Vito Gravino, deceduto il 21
febbraio in un incidente stradale con il motociclo (125 di cilindrata). Annunciato
il lutto cittadino e una straordinaria partecipazione popolare alle esequie,
perché, prevedibilmente, l'intero paese si fermerà per ricordare e rendere
omaggio allo sfortunato figlio primogenito
di una famiglia assai unita, perbene e stimata, come quella del prof. Salvatore
Gravino, già consigliere e assessore comunale (1978-81; 1997-2002) e attuale docente
della scuola Secondaria di 1° Grado dell'Istituto comprensivo statale "A.
Pierro", e della signora Carmela Lauria, unico sindaco donna della storia di
Tursi, allora poco più che ventenne (1978-79). Davvero tanti i giovani, amici e
coetanei che si sono organizzati per dare l'estremo affettuoso saluto a Tursi, nell'ultimo
giorno dell'addio a un grande, sincero e onesto amico, del quale però già
avvertono anche loro, come tutta la comunità, il disagio dell'assenza. Perché
Vito, belloccio e serio, intelligente e gentile, anche chitarrista e
appassionato di musica, sapeva farsi voler bene da tutti, nel senso letterale,
essendo dotato di un carattere solare.
La fidanzata ha ricordato che il compagno ha perso la vita proprio mente si
recava in una palestra, dove lavorava come apprezzato personal trainer (si era laureato
in Scienze motorie, a Potenza). Il sinistro è accaduto verso le 12,45 in via
del Foro Italico a Roma, città nella quale il giovane tursitano risiedeva da alcuni anni con il fratello più giovane
Pietro, laureato in Fisica.
Dopo
aver nominato il perito medico legale, che non ha eseguito l'autopsia,
ritenendo bastevole l'ispezione esterna della salma effettuata ieri, il magistrato di turno
ha autorizzato oggi (giovedì) prima di mezzogiorno la traslazione della bara. Ma questo non è stato sufficiente, poichè sono subentrati altri deprecabili passaggi formali non sbrigativamente superabili per l'ottenimento delle "carte", con il solo effetto di prolungare lo strazio soprattutto dei genitori. Una forma di insensibilità che colpisce negativamente una opinione pubblica paesana già sconcertata. Il viaggio del ritorno a casa avverrà nella tarda mattinata di venerdì tramite l'agenzia tursitana di Salvatore Gulfo, dopo l'allestimento a Roma della camera ardente. Il corteo funebre
muoverà dall'obitorio della Sapienza di piazza del Verano, dove il giovane era
stato subito trasportato nel primo pomeriggio di lunedì, quando ormai i diversi
soccorritori avevano perso del tutto le speranze di rianimarlo, a seguito dell'arresto
cardiaco causato del colpo subìto contro l'autovettura che lo precedeva, guidata
da F.M., settantaduenne romano. (Si pensa a una compressione forse al torace o
al collo, poiché il corpo non presentava segni evidenti di gravi ferite, con il
casco protettivo alla testa).
Da allora, il luogo è stato un continuo
alternarsi di presenze, soprattutto di universitari e conoscenti colpiti dalla
scomparsa. Vito sarà riportato nel paese natale dall'intera famiglia che,
appresa la ferale notizia, si era subito recata nella capitale, in compagnia di
Elena, la figlia minore, con altri parenti e amici. Sulle cause e sulla
dinamica dell'incidente, i rilievi parrebbero confermare che il guidatore della
Mercedes classe A abbia di molto rallentato la corsa per svoltare
improvvisamente a destra. Una disattenzione o un azzardo dell'automobilista che è costata
la vita al giovane motociclista che lo seguiva, tra l'altro notoriamente prudente ed esperto, e che adesso tutta Tursi
piange assieme ai genitori e ai familiari, angosciati dal senso doloroso della
perdita e della mancanza.
Verdiana C. Verde
|