Tursi - Si sono svolti nel tardo pomeriggio di
mercoledì preso il cimitero di Tursi i funerali della trentenne rumena Olguta
Nicoleta Tatariga, deceduta verso le ore 22 di lunedì 12 dicembre
nell'ospedale di Stigliano, "a causa di una insufficienza cardiocircolatoria
acuta in corso di espletamento del parto", il terzo della sua breve vita. Il
tragico evento ha consentito comunque la nascita di una bambina e questo solo
in parte ha lenito il dolore del marito, Coru Tatariga, pure trentenne,
bracciante agricolo, autore di un esposto cautelativo all'Autorità giudiziaria
per l'accertamento dei fatti, assistito dall'avv. Giuseppe Labriola.
"Causa patologica acuta naturale" è scritto nell'autorizzazione della dott.ssa Elisa
Sabusco, Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Matera, che ha concesso il nulla-osta per il seppellimento del cadavere, dopo
una prima autopsia effettuata dal medico legale Domenico De Santis
presso l'ospedale di Policoro (dove la salma era stata trasportata), ma "con
espresso divieto di adibire il cadavere della donna a scopo di studio o di
ricerche scientifiche, dovendo continuare a rimanere a disposizione della
giustizia per qualsiasi evenienza", come da prassi in simili casi. La famiglia
Tatariga è domiciliata a Tursi e avrebbe voluto rimpatriare la salma, ma
neppure l'Ambasciata della Romania ha potuto soddisfare tale richiesta.
Comprensibile la sollecitazione affinché fosse l'Amministrazione comunale ad
intervenire, in una circostanza con notevoli risvolti compassionevoli ed
umanitari, tanto che una prima catena di solidarietà si è subito innescata tra
i dipendenti dell'ente e altri cittadini per alleviare almeno un poco disagi e
patimenti, dopo la rabbia e lo sgomento. Il sindaco Salvatore Caputo ha
con immediatezza "garantito tutto il necessario per comporre la salma, per la
bara, il trasporto e la tumulazione in un loculo comunale, considerando la
straordinarietà dell'accaduto e il senso di umana pietà ed adesione che
emerge". Confortati da una piccola folla di connazionali, albanesi e amici
tursitani, i familiari della sfortunata donna, tutti di religione protestante,
hanno assistito nel silenzio più assoluto del camposanto al rito funebre della
benedizione, eccezionalmente celebrato dal parroco della Cattedrale, don Battista
Di Santo, con spirito conciliare ed ecumenico, accettato, compreso ed
apprezzato da tutti. Ottenuti i visti per protrarre la permanenza, Coru
Tatariga ha dichiarato di voler rimanere in Italia, a Tursi, dove la compagna
della vita rimarrà per sempre e dove ha registrato la neonata Melissa Teresa,
per continuare a lavorare con onestà e dare un futuro ai propri figli, nella
comunità tursitana che fino ad oggi non è mai stata razzista.
Salvatore Verde
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