Tursi - Una folla straordinaria, bagnata da una
pioggia leggera e vitale, ha reso l'estremo saluto alla salma di Adolfo
Ferrara, il trentaseienne maresciallo maggiore della Sicurpol di Genova, ucciso
nell'adempimento del proprio dovere durante una fallita rapina, avvenuta
mercoledì scorso nel capoluogo ligure. È stato un evento imponente, il secondo
in due settimane per l'ampia partecipazione di popolo, considerando i funerali
di Nicola Russo, il ragazzo non ancora quindicenne deceduto il 26 luglio in
seguito ad un incidente con la moto. Lo hanno compreso subito e ricordato
tutti, negli interventi ufficiali e nei commenti successivi alla cerimonia,
svoltasi nella Cattedrale dell'Annunziata in forma pubblica e con il lutto cittadino.
"Il sacrificio di Adolfo è simbolo e testimonianza di un martire sul lavoro,
che fino in fondo ha voluto onorare le sue origini e la sua fede, espressione
di una terra famosa per l'antica tradizione religiosa e per la poesia", ha
detto mons Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro,
nell'omelia incentrata sui valori dell'uomo, sulla speranza e sul perdono. La
messa esequiale è stata concelebrata da don Gianluca Bellusci e don Luigi Vari,
parroco di Valmontone, comune in provincia di Roma gemellato, rappresentato dal
sindaco Angelo Miele con una delegazione. "E' un insegnamento di fronte al
quale ci inchiniamo tutti per il suo senso del dovere e di servizio, dinanzi ad
un eroe, figlio di genitori buoni, umili e onesti", ha aggiunto don Battista Di
Santo, concelebrante, che, il 23 agosto del 2003 nella chiesa di Santa Maria
Maggiore in Rabatana, aveva unito in matrimonio lo scomparso con la giovane
moglie Antonella Lofiego, 33 anni, figlia di emigranti tursitani a Genova. Eccezionalmente all'interno della liturgia,
il sindaco Salvatore Caputo ha letto il messaggio di cordoglio fatto pervenire
dal sindaco genovese on. Giuseppe Pericu e ringraziato tutti, compreso alcuni
sindacalisti di categoria presenti, "a conferma di quanto essi sperino che pure
la morte dello stimato Adolfo possa rivelarsi utile per la risoluzione di
alcune questioni che interessano tutte le guardie giurate italiane",
aggiungendo che "chiederemo e ci adopereremo per una formale attestazione di
valore al merito civile". In prima fila la grande la dignità nel dolore della
moglie, del padre Benito e dei fratelli Antonio, Luigi, con la moglie, e
Graziano, attorniati da parenti amici, affranti dopo una notte di veglia
trascorsa pure nella camera ardente allestita nella sala consiliare. Alla salma
aveva ieri reso omaggio anche Vito De Filippo, presidente della Giunta
Regionale. Numerosi gli agenti in divisa collocati nel presbiterio e accanto
alla bara, ai lati i gonfaloni e il picchetto d'onore, mentre all'esterno gli
altoparlanti diffondevano lo svolgimento del rito. Ai funerali hanno
partecipato numerosi esponenti del mondo istituzionale, tra i quali l'assessore
regionale Carlo Chiurazzi ed i consiglieri Cosimo Latronico, Antonio Di Sanza e
Vincenzo Santochirico, oltre agli assessori provinciali Franco Labriola e Rosa
Rivelli, e il vice Prefetto Vicario di Matera, Alberigo Gentile. Proprio
all'uscita della bara, portata a spalla dai colleghi non solo di Genova
(incluso Dino Frisone, nel furgone blindato al momento della tragedia), anche
il cielo era sembrato rabbuiarsi, ma senza scomporre il lunghissimo corteo, con
numerosi cuscini di fiori e la Banda musicale di Valsinni, fino
al bivio per il cimitero. Adolfo riposerà accanto alla giovane madre Giuseppina
Trani, scomparsa nel 1988.
Salvatore Verde
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