Tursi - Il Ministero dell'Interno
ha deciso favorevolmente sulla richiesta di una Medaglia al valor civile per il
maresciallo Adolfo Ferrara, trentaseienne
guardia giurata della Sicurpol, ucciso da un malavitoso nel centro storico di
Genova, dove risiedeva da circa un decennio, per aver coraggiosamente sventato
una rapina. La prefettura del capoluogo ligure ha già preavvisato la giovane
vedova, Antonella Lofiego, come il
marito anch'ella di origini tursitane, informandola che la cerimonia si
svolgerà nella mattinata del prossimo primo giugno. Giunge così a compimento una
unanime richiesta popolare, e pressante a livello istituzionale, di conferimento
postumo del riconoscimento, "ad un giovane che, pure animato da sogni e
speranze, ha sacrificato la propria vita per onorare le regole del suo lavoro,
al contempo elevandosi a salvaguardia dei valori condivisi delle società
civile". Così era stata avanzata, a ridosso del tragico evento, dal primo cittadino
di Tursi Salvatore Caputo al sindaco
genovese Giuseppe Pericu e ribadita formalmente
nel mese di giugno 2006 al Prefetto di Genova Giuseppe Romano. Immediato il riscontro, con toni molto
possibilistici e con i pareri favorevoli, poiché il Prefetto confermava in modo
ufficiale di aver dettagliato il caso, già nel novembre 2005 e poi nel febbraio
2006, al Segretario generale della Presidenza della Repubblica, "per la
concessione di una onorificenza alla memoria del portavalori, rappresentando
come nella circostanza in cui perse la vita, il Ferrara, avesse dimostrato
grande coraggio e sprezzo del pericolo, proprio perché la sua reazione evitò il
perpetrarsi della rapina". Il tragico evento, per giorni alla ribalta della
cronaca nazionale dei media anche televisivi, aveva impressionato parecchio
l'opinione pubblica, suscitando cordoglio e dolore nelle comunità tursitana e
genovese e nell'ampio settore della vigilanza privata. A Tursi, dopo i funerali
partecipati da una folla straordinaria e da numerose autorità istituzionali e
civili della regione, lo scorso 9 agosto, durante la cerimonia per
l'anniversario della tragica scomparsa, era stata posizionata una targa lapidea
presso la casa natale ed intitolata la strada d'accesso all'abitato, a futura
memoria. Benito Ferrara, padre dello
sfortunato Adolfo, ed i tre fratelli del giovane emigrato, Antonio, Luigi e Graziano,
hanno espresso pubblici ringraziamenti alle autorità competenti, "per la concreta
sensibilità dimostrata in questa circostanza attesa che, pur rinnovando il
dolore del ricordo, accentuato dalla mancata individuazione dell'assassino, a
tutt'oggi rimasto ignoto, esalta le virtù del nostro familiare, come uomo,
lavoratore e cittadino esemplare".
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