Valentina Lista, 27 anni, trovata morta a Taranto
Un
misto di incredulità, fatalistica rassegnazione e umana pietà caratterizza i
commenti immediati dei tursitani di ogni età, tutti stranamente loquaci, ma
volendo rimanere anonimi, dopo aver appreso nel primo pomeriggio di martedì la
notizia della morte della giovane Valentina Lista. Il cadavere della
ventisettenne, originaria di Montalbano Jonico, ma nata a Pisticci e residente
a Tursi dopo il matrimonio, è stato trovato la mattina del 9 marzo su un marciapiede in
via Bruno Buozzi, al quartiere Paolo VI di Taranto.
Il corpo, fradicio per la
pioggia e privo di evidenti segni di violenza come ha accertato il
medico
legale, era coperto fino alle caviglie da un lenzuolo. Vicino c'era una
borsa
con gli effetti personali della donna e i documenti che ne hanno
consentito
l'identificazione. Sul posto, oltre agli agenti della Squadra mobile
della
questura, si è recato il pm di turno Maurizio Carbone che ha disposto
l'autopsia.
L'esame è stato compiuto mercoledì dal medico legale Vito
Sarcinella,
lo stesso che in queste ore sta compiendo l'autopsia di Pierino
Vanacore. Dapprima in campagna nei pressi del santuario
della Madonna di Anglona e da alcuni anni al terzo piano della palazzina
popolare
di via A. Doria, nel rione di Santiquaranta, di recente la famiglia si
era
trasferita a Policoro. Ragazza gradevole e dalla corporatura alta e
assai
appariscente, oltre la media, con lunghi capelli neri. "Lei era
conosciuta da
tutti semplicemente come Valentina, dal carattere gioviale e aperto", ci
dice il
proprietario di un bar dove si fermava saltuariamente.
roppo evidenti i
suoi
segni di disagio perché non fossero notati, troppo scoperti i tratti di
estrema
fragilità interiore perché passasse inosservata, troppo indifesa
rispetto alle
innumerevoli amicizie perché la si ritenesse al riparo da ambiguità. Nel
suo
caso, lo stile di vita errante e la
parola erano rivelatrici di atteggiamenti e di pensieri autentici,
diretti e immediati,
come la sua amicizia che non contemplava il pregiudizio verso nessuno,
cosa che
induceva al sorriso bonario o malizioso. A suo modo un personaggio
insicuro e problematico,
che non sarebbe dispiaciuto al poeta Pier Paolo Pasolini e che avrebbe
richiamato l'amorevole
attenzione di Franco Basaglia, anzi li avrebbe interessati molto per la
sua
storia personale, triste e dolorosa, segnata fin dalla nascita (la madre
aveva
appena quattordici anni quando la partorì e il padre ha sostanzialmente gli stessi problemi). Dunque, una breve parabola
socialmente
fraintesa di immensa solitudine e di difficoltà
profonda, non disgiunta da anomala ingenuità, risucchiata nel vortice di
una spirale senza via d'uscita, che ne ha accentuato il disadattamento.
Un
destino comunque tragico, a prescindere
dalle reali cause del decesso (sembra dovuto a scompenso cardiaco), che ci sbatte in faccia le inquietudini
della
diversità e della marginalità, da noi respinte quotidianamente forse con
impaccio, se non fastidio, magari perché impotenti, non sapendo come
offrire
aiuto sincero, o peggio perché indifferenti e distanti. Tuttavia,
l'attimo di
smarrimento colto nei volti degli odierni interlocutori è sintomo di un
sincero
sentimento compassionevole, che Valentina avrebbe subito accarezzato.
Purtroppo,
nulla hanno potuto neppure il trentenne
marito Gianluca Martino e l'amore verso l'unico figlio di appena cinque
anni.
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