"Luce e poesia della mia Basilicata", mostra fotografica di Donato Fusco. Sabato ore 18,30 nel Palazzo dei Poeti della Rabatana di Tursi
"Luce
e poesia della mia Basilicata" è la prima importante mostra fotografica di
Donato Fusco nel proprio paese d'origine, dopo i successi conseguiti nelle
varie esposizioni in Italia e all'estero. Inaugurazione sabato 16 febbraio,
alle ore 18,30, nella sala conferenze Relais del Palazzo dei Poeti (via Manzoni)
della Rabatana, l'antico borgo di Tursi.
Contestuale la presentazione nazionale
del saggio "Concettuale fotografico della fotografia attraverso gli estremi:
Donato Fusco e Don McCullin" (Ibuc edizioni, 2012) di Sergio Bevilacqua, sociologo
ed editore, con gli interventi di Barbara Silbe, giornalista e fotografa del quotidiano
"Il Giornale", e Antonello Faretta, regista potentino e produttore della
"Noeltan Film", alla presenza dell'autore. Una utile opportunità per il piacere
evocativo dello sguardo realistico, per apprezzare la tecnica raffinata e il
connubio luce e poesia, un'esperienza sinestetica ben nota alle avanguardie
storiche, ma anche per riflettere sul legame (del senso) della fotografia (arte
della filosofia, concettuale, appunto) con la Basilicata.
Che è "terra mitica,
spostata su segni che sono sogni, che dirigono l'esperienza verso derive
multiformi per approfondire il rapporto con un territorio straordinariamente
salvo dai peccati del mezzogiorno italiano e che si propone con schiettezza
quale habitat dell'uomo - scrive Bevilacqua -. L'allargamento del testo con la
poesia regge solamente se il lavoro artistico dell'immagine è forte e sano:
come quello di Fusco, a cui la terra lucana e l'arte fotografica sono debitrici
di un riconoscimento sincero e proficuo, perché le sue immagini contribuiscono
a dar vita all'immaginario collettivo della regione". Per Fusco, quarantunenne artista
visivo, dotato e sensibile, reduce dalla trionfale ultima mostra a Cordoba in
Argentina, la fotografia "veicola le emozioni provate dall'artista", che ha
saputo coniugare l'antica strada della semplicità, con il vigore iconologico e
la capacità evocativa nella purezza della luce, senza artifici e
postproduzione.
Salvatore Verde
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