Ansia
d'eternità è la poesia dello spagnolo Juan Ramón Jiménez, premio Nobel per la
Letteratura
Juan
Ramón Jiménez nacque a Moguer, in Andalusia il 24 dicembre 1881. Trascorse un'infanzia
da sogno, che ricordò sempre con romantico sentimento. A undici anni entrò in
un collegio di gesuiti e questo fu un periodo molto triste. Quando uscì ebbe i
primi amori e cominciò a scrivere versi, le sue letture preferite erano Heine e
Byron.
Entrò in amicizia con Salvator Ruenda e in quello stesso anno
pubblicò i suoi primi libri: Ninfeas e Almas de violeta. Tornato poi a Mounger
per la morte del padre, trascorse un periodo di infermità, con continui
ricoveri in sanatorio, allontanandosi dal mondo letterario, e nella pace della
sua terra si riconciliò con la vita. Furono anni di meditazione e raccoglimento
che vengono testimoniati nel capolavoro di prosa Platero y yo, ma è anche un periodo intensa poesia, da Pastorales a Laberinto, dove il poeta si rivolge alle cose con termini romantici
e profondamente malinconici: "Sera grigiargentea,
sera violentemente nostalgica, di passeggiate languide sotto le verdi acacie...".
Nel 1912, a
Madrid, conosce Zenobia Campubrì Aymar, una bellissima e giovane donna di 25
anni, il poeta se ne innamora subito ed è l'amore per lei che porta Jiménez a
liberarsi della paura della morte, per librarsi verso l'eterno: "Quando, mentre dormi, mi chino sulla tua
anima e ascolto, con il mio orecchio sul tuo petto nudo, il tuo cuore
tranquillo, mi sembra di cogliere, nel suo battito profondo, il segreto del
centro del mondo, mi sembra che legioni d'angeli su cavalli celesti vengano per
te, da lontano a portarmi, nel tuo sogno il segreto del centro del cielo....fra i
nostri petti uniti tutto l'increato mondo...".
Questo amore, incontra
ostacoli sia da parte del padre della giovane che dalla madre, che avrebbe
voluto per la figlia un marito più ricco. Il poeta combatterà per averla e
vincerà la sua battaglia d'amore, sposando Zenobia il 2 marzo 1916. Inizierà
per lui il periodo più sereno e bello della sua esistenza: "Come in un cristallo di rocca, moglie nuda, si
vede in te la vita tratteggiata così preziosa d'oro e di colori! L'infinito sta
dentro. Io sono l'infinito raccolto. Lei, poesia, amore, il centro
indubitabile....". Zenobia non è solo la sua musa ma è sua moglie, "tutta nuda passione della mia vita, nuda
poesia per sempre mia".
Nel 1936, abbandona con Zenobia la sua amata Spagna
e si trasferiscono in America, qui pubblica Animal
de fondo, dove il poeta trova nel suo animo quel Dio a cui aspirava da
sempre,"per tutto il futuro illuminato e illuminante,
dio desiderato e desiderante...". Nel 1956 Zenobia muore, tenendo stretto tra
le mani la notizia che il suo amato aveva ottenuto il premio Nobel per la
letteratura. Il poeta morirà a settantasette anni, il 29 maggio 1958. Ansia
d'eternità, questa è la poesia di Jiménez; il desiderio di identificarsi con il
bello, con la libertà, questo è il tema centrale di tutte le sue opere.
La
sensazione e il desiderio di libertà si avverte nel Diario de un poeta reciencasado, documentando in quest'opera l'incontro
del poeta con il mare: "mare forte, mare
senza quiete, contemplatore eterno, senza stanchezza e senza fine, dello
spettacolo grandioso e unico del sole e delle stelle, mare eterno!". Per il
poeta si deve sempre cogliere il sacrificio della vita passata affinché
si possa rinascere a vita nuova, "disfarmi, d'un colpo nella luce".
I poeti
rendono soave il brutto del mondo; nelle loro annotazioni malinconiche e
melodiose ci raccontano le gioie e i dolori della vita; con i loro versi, come
canto dal cielo, mattina e sera ci accompagnano e incantano l'anima, penetrandoci
con un fugace tocco; come i petali di un fiore trasportato dall'aria la loro
luce d'amore sfiora le nostre membra, i loro versi rapiscono e dai nostri occhi
svaniscono le tenebre.
Antonella
Gallicchio
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