Colobraro - Proprio mentre si
registra un rinnovato interesse della stampa e delle maggiori televisioni
nazionali sul "paese della magia ", si è concluso positivamente a Colobraro l'iter
del "Progetto integrato Carafa",
finanziato con fondi europei dalla Regione Basilicata - Dipartimento di
Formazione, lavoro, cultura e sport, attraverso il bando "Culture in Loco".
L'iniziativa è stata realizzata in stretta collaborazione con il Cosvel di
Rotondella e l'associazione culturale e musicale "Carafa" di Colobraro, con il
patrocinio dello stesso comune con quello di Potenza, del Ministero del lavoro
e del Pit-Metapontino.
Di enorme riscontro popolare la
serata del 24 giugno, con una piazza gremita da un migliaio di persone, accolte
dalla festante Banda musicale "Carafa". Si è realizzato il sogno di ridar voce
al principe Carafa, compositore vissuto nel 1800, "con un sinestesia
linguistica, che si esprimesse attraverso le arti, in una modalità multimediale".
Merito delle due autrici della "Soirè Carafa", Porzia Maria Cassavia e
Savina Ingrosso. Si è passati dalla recitazione di alcuni capitoli del loro
romanzo "La storia immaginata dentro le stelle di Colobraro" all'esecuzione
delle "Cavatine Carafiane", cantate da
Chiara Bicchieri, Silvia Barletta e
Roberta Giannini, e dalle voci maschili di Antonio Basile e Giuseppe
Ranoia, accompagnate dal pianoforte dai maestri Vincenzo De Filpo e Giovanni
Bellusci. Molto suggestivi i suoni dell' Orchestra da camera "Mozart",
diretta dal maestro Mario Demitolo,
che ha riportato in vita "Il
Masaniello", una delle opere più famose del Principe Carafa.
La voce narrante dell'attore-cantastorie
Erminio Truncellito ha fatto da
guida in questo viaggio virtuale a ritroso nel tempo, il tutto intervallato
dalle danze sensuali di Artan Abedini e
di Angela Pastore, che hanno
restituito il sentimento ideativo del grande musicista di origini napoletane,
ma vissuto a Parigi, e di Chira, la sua
amante-strega che romanzescamente lo legò al borgo incantato di Colobraro e
alla Lucania. Il fortunato romanzo è alla seconda ristampa con la casa editrice
Archivia. Ed è proprio per promuovere il territorio che è stato inserito nello spettacolo
un filmato realizzato da Giuseppe
Calciano in chiave fantastica, con le immagini dell'itinerario che, da
Colobraro verso Napoli, il Principe compie in un onirica mongolfiera, ideata
dallo scenografo Gaetano Russo, "sollevata
in volo fra suoni ancestrali e luci di candele, per valorizzare luoghi di rara
suggestione che restino impressi nell'immaginario collettivo". La danza
liberatrice di Fiorella Terenzi, ha
concluso il viaggio a ritroso. Notevoli i costumi e le stoffe di Carmela Lauria, sarta-costumista di Tursi. Al termine, applausi al
regista Michele Russo e a tutti i
protagonisti di una serata da ricordare, poi replicata sabato 28 nel teatro
comunale "Francesco Stabile" di Potenza, degna cornice per rilanciare un compositore
che è stato rappresentato nei teatri più famosi d'Europa. Il presidente dell'ente
di formazione Escla, Mario De Santis,
soggetto capofila nel progetto, si è complimentato con i dieci corsisti, tra di
loro i tursitani Gaetano Salerno e Marinella Abbaduto, che nella fase di
stages hanno dato un ampio contributo alla realizzazione dello spettacolo. Il service
di Rocco Curcio e Blu-TV hanno curato gli effetti speciali
e le riprese audio-video dell'evento, fotografato da Salvatore Martire e Salvatore
Di Gregorio.
Il giovane sindaco di
Colobraro, l'avvocato Andrea Bernardo,
ha espresso apprezzato e ringraziato tutti i presenti, dagli impiegati comunali,
che hanno collaborato alacremente con lo staff artistico- organizzativo, ai
rappresentati delle istituzioni, tra essi il sindaco di Tursi Antonio Guida con alcuni assessori,
oltre alla sociologa-scrittrice Cassavia, da otto anni impegnata a vario titolo
nella valorizzazione della realtà locale. Al termine, una sagra dell'asparago
offerta dalla Pro-Loco di Colobraro in collaborazione con la Casa-Famiglia e con il ristorante "Alla corte del Mangia". Il tutto
nella vicina pineta, "sotto una luna immensa
che da sempre illumina il sogno artistico carafiano".
Leandro Verde
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