Debutto teatrale a Roma di Paolo Virzì. Nel cast Antonio Petrocelli, grande attore lucano
Ritorno
al teatro contemporaneo d'autore per Antonio Petrocelli, l'attore lucano di
Montalbano Jonico, noto caratterista cinematografico e della televisione, con
una lunga carriera. È nel cast di Se non ci sono altre domande, la pièce
scritta e diretta dal livornese Paolo Virzì, in prima nazionale ieri sera (15 marzo) a Roma, dove resterà in
scena per due mesi fino al 15 maggio, nel Teatro Eliseo che ha l'ha prodotto
con il Teatro Nuovo.
All'esordio teatrale, Virzì è uno dei grandi nuovi registi
italiani di cinema, autore di film come Ferie
d'agosto, Caterina va in città, Tutta
la vita davanti e La prima cosa bella (quest'ultimo era stato scelto per rappresentare
quest'anno l'Italia alla corsa degli Oscar). Accanto al protagonista Silvio
Orlando, nei panni di Michele Cozzolino, attori come Chiara Caselli, Roberto
Citran, Lorenza Indovina, Marina Rocco, Marialaura Rondanini. Uno spettacolo
che, in modo paradossale e facendo ridere e commuovere, intende rappresentare e
processare con il linguaggio della televisione la vita privata di un uomo
comune sotto i riflettori dei media, laddove si annullano le differenze e tutto
viene mercificato, compresa la parte più intima della natura umana, con le sue
debolezze.
Proprio alla vigilia del debutto abbiamo
sentito Petrocelli, che interpreta uno degli ospiti della trasmissione.
"Lo
spettacolo narra le vicissitudini di un uomo qualunque che è catapultato
in uno studio televisivo, dove giornalisti e semplici spettatori sanno tutto
della sua vita, lo interrogano e mettono a nudo le sue contraddizioni e
meschinità anche con cattiveria e aggressività. Ne viene fuori una
commedia tra Kafka e Bruno Vespa in un alternarsi di toni alti e bassi
facilmente immaginabili. Tutto viene descritto con quel gusto accentuato per la
messa in risalto dei sentimenti e della melanconia provinciale di Virzi".
Impressioni e umori, anche sulla commistione dei
linguaggi.
"Dal
punto di vista formale non siamo né davanti ad un'opera teatrale né ad un'opera
cinematografica: gli stili si confondono e il risultato è di grande impatto
visionario poiché gli attori che recitano sul palco sono ripresi da telecamere
che proiettano su tre grandi schermi olografici primi piani mai visti anche
nelle sale cinematografiche, in tal modo la larghezza della bocca del teatro è
interamente occupata dagli schermi . In questo senso si può dire che Virzì, che
ha avuto a disposizione grandi mezzi per questo evento, ha inventato un nuovo
tipo di spettacolo che potrebbe definirsi teatrinema, un mio neologismo che
trovo appropriato".
E il tuo personaggio?
"Si
chiama Santonastasi e sta allo spettacolo come Travaglio sta a Santoro in
Annozero: sono considerato la star degli incontri che dà una lettura di
cinefilo alle vicende di Cozzolino - Orlando. Un po' retorico, un po' prolisso,
con un linguaggio forbito e colto apparentemente inconcludente che ha lo
scopo di nobilitare le misere vicende del protagonista. Ho detto a Virzì che per
farlo volevo ispirarmi a un grande giornalista e critico letterario e
cinematografico, nonché lucano: Beniamino Placido. Proposta che è stata
accettata con entusiasmo e su questo abbiamo lavorato, cercando non di fare
un'imitazione ma di riprodurne lo spirito di Placido. Inoltre, c'è qualcosa del
cinefilo che ho interpretato nel film di Giuseppe Bertoluccci ‘Effetti
personali', ma senza quegli accenti estremi".
Salvatore
Verde
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