IL CALENDARIO (DEL
DECENNALE) DI GORGOGLIONE PRESENTATO IN RABATANA
Il "Calendario di Gorgoglione" quest'anno con il titolo "Da noi... Preti così" ha
festeggiato i suoi primi dieci anni di vita editoriale, con una manifestazione
svoltasi prima dell'Epifania (esattamente domenica 4 gennaio) a Tursi, presso
il "Palazzo dei Poeti". Non appaia una stranezza, perché in una simpatica
serata culturale e con ospiti significativi, sono stati davvero molteplici i
rimandi a una condivisa idea di identità territoriale delle rispettive radici
mater(a)ne. Tale forte legame con Gorgoglione, piccolo comune della
Provincia di Matera e sarà bene ricordarlo, è sostenuto, caso piuttosto
singolare, dal Comitato civico per Gorgoglione (www.comitatogorgoglione.it) con
sede a Rosate, nel milanese, dove vive e lavora Francesco Nigro, poeta, vulcanico animatore culturale ed
eccezionale presentatore della serata nell'antica Rabatana.
Con
il supporto grafico-visivo di Florinda
Nigro, il prodotto è suddiviso in
due parti nettamente distinte (con altrettante copertine): 20 facciate a
colori, impaginate come il numero unico di un rotocalco d'attualità; nel mezzo
l'inserto centrale di sedici pagine opacizzate, con foto virate,
nell'alternanza dei mesi illustrati, a sottolineare l'usura del tempo e il
legame intenso e profondo con la miglior tradizione gorgoglionese rappresentata
dai suoi parroci, nativi e quelli della parrocchia di S. Maria Assunta negli
ultimi duecento anni. Con brevi note-schede biografiche riferite dal 1809 a oggi,
sono immortalati: don Nicola Urgo, mons. Domenico Angerosa, mons. don Domenico
Cecere, don Felice De Santis, don Vincenzo Abbondanza, don Paolo Di Nota, don
Giacinto Di Sanzo, don Nicola S. Balzano, don Antonio Rotunno, don Vincenzo Figliola, don Antonio Figliola,
don Luigi Gagliardi, don Gioacchino Leone, don Michele Calabrese (e don
Aldo Viviano, nato a Chiaromonte di Potenza il 10 luglio 1931).
Su tutte,
spiccano le esclusive affettuosità scritte dal lucano mons. Antonio Rosario Mennonna, al mondo il
più longevo vescovo (emerito di Nardò, a 102 anni), e di padre Giuseppe De Rosa S.J., studioso tra i
massimi della rivista "La Civiltà Cattolica" (anche ultimo sacerdote
gorgoglionese vivente, nato il 23 gennaio 1921). Nel suo insieme, la
pubblicazione include testi appassionati dell'archeologa Maria Annunziata Cera, di Rocco
Vincenzo Passerella, Carmine
Castrignano, Mimmo Cecere, don Nicola Salvatore Balzamo, Severino Gargano, oltre che dello steso
Nigro. Nell'intricata struttura grafica, dove ogni piccolo spazio è riempito,
trovano posto gli omaggi dichiarati a Dino
Adamesteanu, a don Vincenzo
Abbondanza, don Mimì Angerosa, don Primo Mazzolari (dal titolo del suo
libro "Preti così" è ripreso quello del calendario), al giornalista Filippo D'Agostino, alla diciannovenne scrittrice melfitana Tiziana Nigro, a Mario Sinisgalli, scrittore di Gallicchio, ma anche
all'Associazione Magna Grecia Lucana di Torino, al paese Cirigliano e
all'Amministrazione provinciale di Matera (presieduta dal politico Carmine Nigro, uno dei figli più noti
di quella terra). Il tutto è farcito di immagini e fotomontaggi a colori,
stracolmi di piccoli volti, senza escludere poesie (di Carmelo Caldone) e annotazioni poetiche (Edmound Burke, Orianna Fallaci, Guido Gozzano), oltre a una vastissima serie di semplici citazioni, di luoghi,
eventi, persone e libri, sempre
pertinenti e stimolanti intellettualmente (non tralasciando neppure
l'attualità). Ovviamente, c'è molto altro ancora, sperando così di aver reso almeno il
groviglio grafico-impaginativo e concettuale che sostiene corposamente un
calendario della post-modernità.
La celebrazione dell'ormai famoso appuntamento
editoriale gorgoglionese, si è avvalsa dei contributi eticamente stimolanti di
un protagonista, don Aldo Viviano,
parroco di Carbone e intellettuale sensibile, il quale prima ha proposto un
gemellaggio del suo paese con Gorgoglione
e in chiusura ha voluto ringraziare tutti per l'affettuosa dedica ai
sacerdoti. Con lui sono intervenuti Giovanni
Di Lena, valoroso poeta di Marconia di Pisticci, che ha riproposto
"l'attualità dell'impegno civile anche nell'arte, soprattutto in un periodo di
autentica crisi generale", e il poeta Pasquale Castaldi, che ha lodato l'iniziativa meritoria. Nutrita la
pattuglia degli ospiti tursitani, da Antonio
Popia e Paolo Popia, padre e
figlio entrambi poeti genuini (anche gestori del locale messo a disposizione
degli organizzatori, presenti dalla mattinata), all'escursionista locale e
autore di versi Francesco Gallicchio,
a Rocco Campese, poeta ed esperto
del dialetto tursitano, che ha proposto
una coerente lettura "cristiana"
e tecnico visiva (dall'interno) del mezzo utilizzato per accompagnare
l'anno 2009.
Sull'idea di tempo ("che scorre inesorabilmente, nella percezione
in modo tutt'altro che oggettivo e malgrado noi, nel senso di tempo psicologico
più legato al vissuto") è stata offerta una dolente e fugace riflessione da Salvatore Verde, insegnante e
giornalista, oltre che sensibile regista cinematografico. Divertente
l'intermezzo musicale del noto cantastorie di Valsinni, Mimo Rago, pure autore delle "sculture-mosaico" in pietra esposte
nell'annessa mostra, e conclusioni della sua emigrata conterranea Maria Celano, animatrice culturale e
presidente dell'Associazione Magna Grecia Lucana del capoluogo piemontese,
coadiuvata dall'arch. Angelo Allegretti, apprezzato fotografo
ufficiale anche dell'evento.
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