Un opuscolo di padre Igino Maria Rosin dopo 18 anni trascorsi a Caprarico
"Più volte e in varie circostanze ho fatto capire che
la borgata di Caprarico, pur nella scarsità numerica dei suoi abitanti e sostanziale
povertà culturale, può fare molto di più per alzare il livello sociale della
comunità. Basterebbe unirsi per combattere l'individualismo ed eliminare le
divisioni causate dalle numerose inimicizie e far convergere le energie per la
costruzione del bene comune.
È una esortazione che vuole essere un invito al
coraggio". Questa l'essenza della testimonianza contenuta nell'opuscolo "Maria
Ss. Regina del Mondo. Breve cronistoria di una piccola parrocchia di campagna,
dal 01/01/1990 al 30 settembre 2008", scritto dal parroco p. Igino Maria Rosin,
originario di Vicenza, al termine del suo ministero pastorale nella frazione
capraricese, dopo essere stato trasferito a Sant'Arcangelo (PZ), paese
confinante. Nella pubblicazione stampata in proprio, l'autore, che appartiene all'Ordine
dei chierici regolari Teatini (in Basilicata dal 1972), ha voluto anche "offrire
una modesta raccolta di notizie storiche, di avvenimenti e date il più
possibile precisi", con la collaborazione
dei predecessori e di p. Gaetano Rossell.
La parrocchia fu eretta il 1° marzo 1955 da mons. Pasquale
Quaremba, vescovo di Anglona e Tursi. Prima la celebrazione eucaristica si
officiava solo nei giorni festivi nella vicina masseria baronale dell'on. Vincenzo
Mendaia. Diversi i parroci che si sono alternati: don Michele Cirigliano, don
Michele Izzo, p. A. Liguori, p. Gaetano Ghibbaro; inoltre, per brevi periodi:
p. V. Cosenza, p. Bernardo Federico Laugeni e p. Umberto Tullio. Adesso vi
esercitano la missione p. Vincenzo Cosenza e p. Luis Rodriguez (della Colombia),
rispettivamente amministratore e vicario parrocchiale, per volontà di mons.
Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, che nel luogo
ha effettuato la visita pastorale dal 7 al 10 ottobre 2004.
L'aggregato rurale è caratterizzato da marginalità,
desolazione e solitudine: da sempre privo di un cimitero e di una farmacia; da
anni anche senza scuole (per insufficienza di alunni, neppure per le
pluriclassi); chiuso da alcuni lustri l'antichissimo ufficio postale; sprovvisto
di un'edicola e con l'unico negozio di generi alimentari riaperto da pochi anni
al Vallo (dalla famiglia di Amedeo Manolio). Solo un paio i ritrovi collettivi:
la sala parrocchiale (da una decennio funge anche da seggio elettorale) e il
circolo Acli con l'annesso bar. Dell'opuscolo, altrettanto interessante è l'appendice
documentale, che fornisce preziose indicazioni sull'organizzazione e anche sugli
accadimenti sociali. Insomma, una lettura tutt'altro che nostalgica ma necessaria
per capire la Lucania minore che si pensava non ci fosse più, e che invece
continua a sopravvivere negli interstizi della nostra storia contemporanea.
Verdiana C. Verde
Caprarico, ovvero territorio "ricco di capre", dista
16 km
dall'abitato tursitano e ingloba la contrada della diga di Gannano (costruita nel 1949-56) sull'Agri. Esso comprende
Centotomoli, Vallo e Sottano, lungo la statale 598 della Val d'Agri. Lo
sbarramento del fiume fu visitato (nel 1949) da Antonio Segni, allora ministro
dell'Agricoltura, e dal presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi
(1950-1952). In mezzo secolo, dal 1958 al 2008, sono stati amministrati 176
battesimi e 301 cresime (alcune provenienti da altre parrocchie), 37 prime
comunioni (dal 1990) e 77 matrimoni (dal 1996), mentre, dal 1989, sono
all'incirca una ventina i funerali (ma sovente i malati terminali vanno a
morire nel paese d'origine). Nel 2004 gli abitanti residenti erano appena 162
(circa 170 al 31 dicembre 2010), arrivando a 260 se si conteggia la popolazione
prevalentemente agricola sparsa nella zona collinare circostante. Case e
appezzamenti di terreni furono assegnati dall'Esab intorno al 1960, quando fu
edificata la chiesa parrocchiale di stile moderno, a tre navate, con un
campanile alto 18 metri.
s.v.
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