"I
Puritani" di Bellini. Amore, una raffica di vento in un solo sospiro, chi
vive d'amore vive in eterno, può perdere tutto senza mai perdere il cuore
Quando
ci sono "I Puritani" si accorre. Un'opera meravigliosa, ma
rappresentata pochissimo a causa delle gravi difficoltà esecutive ed
interpretative dell'opera, entrata nella mitologia del melodramma
anche in virtù del celebre quartetto che la eseguì in prima a Parigi: Giovanni Battista Rubini, Giulia Grisi, Luigi Lablache e Antonio Tamburini.
Dell'opera
vi sono molte versioni a seconda degli interpreti, tutte naturalmente approvate
dall'autore. Successivamente, l'opera fu molto alleggerita nelle difficoltà, ma
nulla toglieva alla grandezza e bellezza dello spartito. Solo verso la metà del
1960, grazie alla presenza di interpreti di prim'ordine (Sutherland,
Gedda, Kraus, Sills, Pavarotti), iniziò un graduale percorso di esecuzione
integrale. "I Puritani" è un'opera in tre atti di Vincenzo Bellini su libretto
di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico di Jacques-François Ancelot e Joseph
Xavier Boniface noto col nome di Saintine, Têtes rondes et Cavaliers. Debuttò
al Théâtre Italien di Parigi il 24 gennaio del 1835, la rappresentazione ebbe
un successo strepitoso. Il grande Bellini era conosciuto come il Cigno, grazie
alle sue melodie piene di una limpida bellezza, e ancora oggi la sua
musica conserva un'aura di magia.
L'azione si svolge presso Plymouth, in
Inghilterra nel XVII sec., al tempo di Oliver Cromwell. La storia d'amore si
intreccia con lo scontro politico fra il partito dei Puritani e quello degli
Stuart, dopo la decapitazione di Re Carlo I. Elvira, figlia di Lord
Valton, spinge il padre ad evitare il matrimonio combinato con un colonnello
puritano e dichiara invece il suo amore per un partigiano degli Stuard, Lord
Arturo. Lord Valton consegna ad Arturo un salvacondotto che permetterà ai due
innamorati di uscire dal castello. Ma intanto in parlamento si celebra un
processo contro una dama ritenuta spia degli Stuard: è Enrichetta di Francia,
la vedova di Carlo I. Servendosi del lasciapassare di Valton, Arturo mette in
salvo la regina facendola scappare dal castello. Elvira, ignorando l'identità
della donna, crede che Arturo l'abbia tradita e non reggendo al dolore, perde
il senno.
Dopo aver compiuto la sua missione, Arturo (condannato a morte da
Cromwell) ritorna di nascosto al castello per incontrare Elvira. Accecata dalla
gelosia, la fanciulla fa accorrere gente e mette così a rischio la vita di
Arturo, ma provvidenzialmente riacquista la ragione. L'emozione è grande
ma la pace dura poco: l'esercito irrompe e circonda i due innamorati. Per
Arturo è stata già pronunciata la condanna a morte quando uno squillo di tromba
annuncia la definitiva sconfitta degli Stuart. Per celebrare la vittoria,
Cromwell dispone un'amnistia, i due innamorati possono finalmente annunciare il
loro matrimonio. I più grandi capolavori nascono dall'amore, amore, una raffica
di vento in un solo sospiro. L'amore è bellezza, felicità, è ogni movimento
della nostra anima dove batte forte la nostra vita, nulla può resistere a
questa forza che muove tutto l'universo. La vita dell'uomo vuole l'amore, per
riempirsi del profumo della poesia e della dolcezza. L'amore muove l'opera
lirica, entrambe vivono di profonde emozioni, e chi vive d'amore vive in
eterno, può perdere tutto senza mai perdere il cuore.
Antonella Gallicchio
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