"Vedova Allegra" di Franz Lehàr, operetta simbolo della Belle
Èpoque
Con il suo fascino intramontabile, la "Vedova Allegra"
di Franz Lehàr è da sempre l'operetta-simbolo della Belle Èpoque. La prima
mondiale ebbe luogo a Vienna nel 1905 e portò l'autore al grande successo.
Questo titolo ha attraversato tutto un secolo di cambiamenti profondi, eppure
il suo successo non è mai tramontato. Basti pensare a tutt'oggi è uno dei titoli
più rappresentati nelle stagioni teatrali di tutto il mondo.
Grande è l'erotismo
della musica e la sensualità che intride il canto, elemento chiave della
fortuna di questa commedia musicale. Un lungo percorso storico segna a Trieste
la presenza di questo titolo dal fascino particolare, per la grande
fortuna che ha avuto nella città, dove al teatro "Filodrammatico" ha vissuto la
propria "prima" italiana diretta dall'autore. La Vedova Allegra, l'operetta più
nota e più rappresentata, non è altro che un'ironica e divertita messa in scena,
di sentimenti comuni a tutti, seguendo la vicenda del classico amore ostacolato,
che alla fine riesce a trionfare, mentre gli si affiancano, a intrigare la
vicenda, altri amori più o meno clandestini; il tutto condito da una buona dose
di comiche situazioni dove l'equivoco o il doppio senso regnano sovrani.
L'intreccio sentimentale, si basa su una serie di dubbi che coinvolgono tutti i
personaggi con scambi di coppie, promesse, sospetti e rivelazioni. Ambientata a
Parigi, parla del tentativo dell'ambasciatrice Pontevedrina di far sposare la
ricca vedova Hanna Glavari con il conte Danilo, sua antica fiamma. Nel
frattempo si sviluppa il triangolo amoroso tra il Barone Mirko, sua moglie
Valencienne e Camille de Rossillon. Hanna Glavari è rimasta presto vedova del
ricchissimo banchiere di corte del piccolo stato di Pontevedro; un suo
matrimonio con uno straniero provocherebbe la fuoriuscita dei milioni di dote
della signora e il collasso delle casse statali. La vedova è ora a Parigi e il
sovrano di Pontevedro incarica il proprio ambasciatore a Parigi, barone Zeta,
di trovarle un marito pontevedrino. L'ambasciatore Zeta e il suo cancelliere
Niegus, cercano un candidato e lo individuano nel conte Danilo Danilovich. Cogliendo
l'occasione del compleanno del sovrano, il barone Zeta organizza una festa
all'ambasciata, durante la quale, con Niegus, cerca di convincere Danilo a
sposare la vedova. Hanna ama ancora Danilo.
Nel frattempo si intreccia la
storia d'amore della moglie del barone Zeta, Valencienne, con il diplomatico
francese Camille de Rossillon; durante un ballo in casa Glavari, i due si
appartano nel padiglione; stanno quasi per essere scoperti dal barone Zeta,
quando Niegus, riesce a far uscire per tempo Valencienne e a sostituirla con
Hanna. Quando Hanna esce dal padiglione con Rossillon, sembra chiara la scelta
del futuro marito: un parigino. Tutto sembra compromesso; Danilo è furioso e
lascia la festa; Zeta non capisce se la moglie lo ha tradito o no. Ha luogo una
nuova festa in casa Glavari con tema le atmosfere e i balli di Chez Maxim;
Danilo si consola bevendo champagne e con le famose ballerine grisettes; Hanna
gli spiega però che è stato Niegus a effettuare lo scambio di persona nel padiglione
per salvare Valencienne. Dopo tante incomprensioni Danilo dichiara il proprio
amore a Hanna, che annuncia il suo matrimonio con Danilo.
Io non so comporre ma
la musica è nell'aria, tutto nel mondo è musica, le sue dolci note suonano
perfino nel silenzio. La realtà d'incanto diventa magicamente migliore quando
si ascolta la musica, che è come il vento nell'aria: non la vedi ma la
senti. I compositori, i musicisti, gli artisti hanno il grande dono di "vivere
per sempre", le loro lacrime, i loro sorrisi entrano nel cuore e camminano
nel tempo per incontrarsi con la gente tra le strade della vita.
Antonella Gallicchio
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