Chopin, indole sognante e tipicamente romantica, con un linguaggio musicale d'amore che non
conosce confini
Fryderych Chopin (Varsavia, 1810- Parigi, 1849) attraversò
come una meteora la prima metà dell'Ottocento, segnando per sempre la storia
del pianoforte. Le sue composizioni sono il trionfo del canto, dell'incantevole
suono e dell'espressione. Fin da bambino fu avviato alla conoscenza di Bach,
quando ancora era un giovinetto fu letteralmente folgorato dal virtuosismo di
Paganini e poi dal bel canto Italiano che trionfava nei teatri d'Europa. Il
maestro seppe unire in musica sublime tutti questi stili, inventando il suo
pianoforte.
Saranno la borghesia e l'aristocrazia parigina a decretargli un clamoroso successo
come compositore e insegnante privato. Diede pochi concerti in rapporto al
numero di lezioni private, che furono la sua principale opera di sostentamento.
La folla gli faceva paura, si sentiva paralizzato da quegli sguardi curiosi,
ammutolito da quei visi estranei. Mentre le sue musiche sono pubblicate in
Francia, Germania, Inghilterra, tiene pochissimi concerti e solo un anno prima
della morte, nel 1848, andò in Inghilterra per esibirsi in
pubblico, e questo creò subito intorno al maestro l'aura del mito. Un'esistenza
la sua priva di grandi eventi ma segnata da un'evoluzione psicologica e artistica
profonda e dalla creazione di musiche la cui portata storica verrà riconosciuta
solo dopo la morte. Considerato dai contemporanei come uno dei massimi
esponenti di un settore minore della musica, quello del pianoforte,
diventerà per i posteri uno tra i maggiori creatori in assoluto, conosciuto
soprattutto per la composizione dei suoi meravigliosi " Notturni". Per la
realizzazione di queste opere, Chopin prese spunto da composizioni che si
adattavano facilmente alla sua indole sognante e tipicamente romantica. In un
primo momento egli trasse la sua ispirazione dalle opere dell' Irlandese J. Field,
tuttavia, diversamente da questi, componeva per esprimere le sue più intime
sensazioni, piuttosto che per assecondare il pubblico.
Nella sua produzione riecheggia
continuamente la memoria della Polonia, terra lasciata a vent'anni e sempre
tenuta nel cuore. Le parole che il grande H. Heine esprime su di lui ci fanno
meglio capire la grande sensibilità del maestro: "Chopin non mette la sua
soddisfazione nel fatto che le sue mani siano applaudite per la loro abile
virtuosità da altre mani. Aspira ad un più bel successo. Le sue mani sono le
fedeli serve della sua anima. E la sua anima è applaudita da gente che non
ascolta solo con le orecchie, ma con l'anima. Perciò è il preferito da quella
società eletta che cerca nella musica le più alte gioie dello spirito. I suoi
successi sono di natura aristocratica. La sua gioia è come profumata dalle lodi
della buona società. È la distinzione della sua stessa persona". Chopin prima
di morire aveva espresso tre grandi desideri: di versare sulla sua tomba la
terra di Polonia che aveva portato con sé e conservata in una coppa d'argento;
di suonare al suo funerale il Requiem di Mozart; di riportare il cuore nella
sua amata terra natale. La musica per Chopin è lo specchio fedele dell'anima, luogo
di pace per tutti, linguaggio d'amore che non conosce confini.
Antonella Gallicchio
|