Tursi - CHANDRA, eclettica band lucana, tra contaminazioni sonore e originale progetto musicale. Nel vasto panorama musicale italiano esistono certamente gruppi di valore, alcuni sono anche affermati, avendo (avuto) accesso ai media, mentre altri emergenti sono conosciuti magari solo nell’ambiente underground, poiché utilizzano altri canali. E’ questo il caso dei CHANDRA, giovane band di origine lucana. Il lemma è quello utilizzato dagli scienziati ed indica “uno dei tanti satelliti puntati verso lo spazio, con la funzione di lettura e percezione dei raggi ultravioletti e infrarossi. Non visibile ad occhio nudo, ha come obiettivo la ricerca e la sperimentazione”. Come il loro intendimento, che nasce con l’obiettivo iniziale di ricercare e mescolare suoni nuovi e diversi, sfruttando al massimo le più svariate influenze musicali dei vari strumentisti. E’, infatti, dal vivo che il collettivo dà il meglio di sé, cercando nuove sperimentazioni sonore, creando una commistione tra i generi e proponendo brani che spaziano dal prog-rock alla psichedelica, venate da sonorità etno-folk ottenute soprattutto grazie al didjeridoò e al flauto traverso. Il loro universo musicale di riferimento è soprattutto quello degli anni ‘60-70, quando suonare rappresentava una filosofia, che si manifestava in uno stile di vita e nella musica dei Jhetro Tull e Soft Machine, passando per gli Area e De Andrè. Nati nella primavera del 2002 a Bologna, iniziano a suonare nei centri sociali e nelle piazze. Fanno tappa anche in Basilicata, con esibizioni a Tursi, Policoro, Potenza e Venosa. Pian piano, concerto dopo concerto, grazie al passaparola e ad alcuni passaggi in radio, si fanno conoscere e considerare, anche dalla critica. “Rockerilla” (n.280 del dicembre 2003) così li ha recensiti: “Notevole e interessante il tentativo sperimentale di coniugare spazi psichedelici e contratte ritmiche etno- folck”; “Paperlate” (n.50 marzo 2004) apprezza: “La passione per il prog è indubbia…il demo è un biglietto da visita accattivante”; e “La Gazzetta del Mezzogiorno” (7 marzo 2004) scrive: “Il genere è molto interessante e il primo disco è fortemente atteso”. Nello scorso mese di marzo, hanno partecipato alle selezioni ufficiali per Arezzo Wave dei gruppi della Basilicata, dove si sono messi in mostra per l’inusuale genere musicale molto apprezzato dal pubblico, in particolar modo per le capacità tecniche e di ibridazione dei generi. Propongono, infatti, “una ‘musica suonata’, che implica una profonda conoscenza dello strumento con il quale si entra in simbiosi”, ci dice Antonino Barresi (che ha già pubblicato da solista “Antide”, un intrigante album-colonna sonora), impegnato strumentista (chitarra, flauto traverso, ciaramella) e voce. Con lui, dopo alcuni avvicendamenti, il gruppo ha trovato il giusto equilibrio nella formazione attuale, che comprende altri due tursitani: i fratelli Di Tommaso, Domenico, tastiere e voce, e Vincenzo, chitarre; sono di Valsinni: Antonio Sollazzo, alla batteria, e Ruggero Basilio, al basso; unico non lucano, il bolognese Gabriele Giubbelini, al didjeridoò (che si cimenta in questo nuovo progetto, dopo aver pubblicato un vibrante cd solista dal titolo “Al Rischa”). Sino ad oggi hanno registrato un demo con tre brani: Danae, Elevazione e vertigine, e Settimo stadio di luce, unico parlato, inserito nella compilation Basilicata music net 04 (presentato a Potenza il 28 novembre ), ideato e curato dall’associazione culturale Multietnica di Potenza. Di notevole importanza per il gruppo è stato l’apporto e la consulenza del tursitano Nick Le Rose, l’unico chitarrista che si sia imposto fuori dai confini nostrani e tra i migliori che Tursi abbia mai avuto, con il suo socio Andrea Monetti, flautista e polistrumentista di livello internazionale (ha suonato con gli storici Embryo). Insieme hanno fondato il gruppo Alhambra e l’etichetta indipendente Fly Agaric Record di Bologna, mentre, a breve, usciranno con una compilation di rock progressivo sperimentale, nella quale figura anche la band lucana, tra gli altri. Al “progetto” Chandra, di recente hanno collaborato: Nikos D’Angelo pittore, giocoliere e coreografo, che, accompagnato da Marian Del Castello, ha allestito molti concerti. L’intento è far sì che la percezione uditiva si sposi con quella visiva, per elevare la sensibilità dello spettatore in una nuova dimensione (della vita e dell’arte), che tutti dovremmo almeno conoscere e attraversare un poco, se proprio non ci riusciamo a lungo. Attualmente in studio, a Firenze, per incidere il loro primo disco, sono ancora in corso le trattative per la produzione e la distribuzione. Vista la difficile situazione discografica italiana, si strizza l’occhio al contatto estero, più sensibile al genere e in grado di proporre una più intensa attività concertistica e commerciale. Creatività, coraggio e capacità tecniche: sono le caratteristiche del collettivo CHANDRA, al quale auguriamo di avere un giorno il giusto riconoscimento, come merita. Leandro Verde
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