L'elisir
d'amore, opera
lirica di Donizetti: elegante, giocosa e
melodiosa
Ci
sono opere che entrano nel nostro cuore e lì restano impresse per sempre. Per quanto
mi riguarda, annovero L'elisir d'amore,
un capolavoro di ironia, eleganza e leggerezza, fra le opere che hanno saputo
farmi ridere e commuovere allo stesso tempo. Fin dal suo apparire, nel 1832, quest'opera
ebbe un grande successo. A farla immediatamente amare dal pubblico fu la tipica
melodia di Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797 - 1848), capace di trasformare con
grande agilità la risata in sorriso, sia pure talvolta velata di malinconia.
Avete mai ascoltato qualcuno che cantando si strugge d'amore? La prima volta
che sentii questa meraviglia ebbi l'impressione di essere stata rapita dal mio
mondo, all'improvviso intorno a me tutto era silenzio e solo in lontananza una
voce melodiosa, carica di dolore, che cantava con note leggere. Da un libretto
di Felice Romani ricavata da una commedia di Eugène Scribe, L'elisir d'amore è un'opera in due atti
e narra dell'amore travagliato tra Adina,
ricca e capricciosa fittaiuola, e Nemorino,
giovane e semplice contadino. Il dottor Dulcamara
racconta ad Adina di aver venduto a Nemorino un elisir d'amore per farla
innamorare, a questa notizia lei capisce che Nemorino l'ama. Questi piange e
gioisce quando si accorge di una lacrima spuntare negli occhi dell'amata ed ha
la conferma che il suo amore è ricambiato.
Adina è gelosa del fatto che Nemorino
attrae le ragazze del paese che, in realtà, lo corteggiano solo per l'eredità
di un ricco zio. "Un solo istante i palpiti del suo bel cor sentir! I miei
sospir, confondere per poco a suoi sospir!", canta il giovane Nemorino con
sfumatura malinconica a quella giovane donna che giorno dopo giorno gli
addolcisce il cuore. Ascoltatela ad occhi chiusi e lasciatevi trasportare dai
battiti del cuore del nostro protagonista. Una delle espressioni più umane
della bellezza è il canto. L'anima non parla, canta e chi ascolta quel canto è
in grado di vedere la verità delle cose, perché è lì dove si arresta la forza
della parola che inizia la musica.
Antonella
Gallicchio
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