Lirica: Romeo e Giulietta di Gounod,
combinazione di melodia e armonia, semplicità e raffinatezza
Una storia universale, un'opera che
conquista lo spettatore nella lotta tra le mitiche famiglie dei Capuleti e dei
Montecchi. Il dramma shakespeariano di Romeo e Giulietta rivive sulle note di Charles
Gounod (Parigi 1818 -Saint-Cloud
1893) un compositore francese che trasporta sul pentagramma il
capolavoro di William Shakespeare trasformandolo in un'opera in cinque atti, su libretto in francese di Jules Barbier e Michel Carré.
La prima si ebbe al Théâtre-Lyrique Impérial du Châtelet di Parigi il 27 aprile 1867, con alcune aggiunte alla partitura.
Il successo fu
immediato, e tuttora è una delle opere di Gounod più rappresentate all'estero,
anche se in Italia è poco conosciuta ed eseguita. Il libretto di Barbier e
Carrè risulta equilibrato, il lirismo della musica di Gounod diventa la nota
dominante dell'opera incentrata sui due eroi dell'amore. L'arte di Gounod è
affidata alla combinazione di melodia e armonia seguendo dettami di semplicità
e raffinatezza. Opera ricca e densa, Romeo e Giulietta
fonde tutti
i generi e gli stili, alternando la grossolanità più rozza ed il lirismo
più
raffinato, ma soprattutto è sostenuta da una poesia che oltrepassa il
tempo e
lo spazio. A rendere più celebre l'opera è sicuramente l'ariette di
Juliette,
"Je veux vivre", in cui molti soprani, pur non avendo mai debuttato
scenicamente nel ruolo della giovane Capuleti, si sono cimentati (Maria
Callas, Anna Moffo, Edita Gruberova, per fare alcuni esempi).
Si narrano le vicende di due famiglie
in contrasto tra di loro, i Montecchi e i Capuleti, e la storia d' amore tra
due ragazzi di queste famiglie: Romeo e Giulietta. Romeo sente una
dichiarazione d'amore di Giulietta verso di lui e allora le propone un
matrimonio segreto. Nel giorno fissato, Romeo si trova coinvolto in una rissa
e, furibondo per l'uccisione di un suo amico, uccide a sua volta Tebaldo,
cugino di Giulietta. Scoperto, è
costretto a fuggire a Mantova. Intanto Giulietta è costretta a sposare un
gentiluomo, ma beve un narcotico che la fa sembrare morta per 40 ore. Frate
Lorenzo ordina di portare la notizia all'amato affinché i due poi possano fuggire
insieme, ma il messaggero non arriva e Romeo crede che Giulietta sia
veramente morta. Romeo, colpito dal dolore, si reca al sepolcro di lei e beve
un potente veleno che lo fa morire accanto alla sua sposa segreta. Finito l'incantesimo,
Giulietta si sveglia e, compreso l' accaduto, si trafigge con un pugnale.
Di grande potenza non solo vocale ma
sentimentale è l'ultimo straziante duetto fra i due innamorati, che si
ritrovano per un breve atto di felicità prima della tragica fine. L'ultima
parola è all'orchestra, a riprova del valore anche simbolico che solo la musica
ha il potere di sprigionare nella maniera più intensa. Giulietta e
Romeo ci affascinano perché hanno cristallizzato quel momento in cui la fiamma
brucia altissima. I due adolescenti innamorati ci ricordano il sentimento più
grande e forte che ci può capitare di vivere: l'amore, una luce che si
fa più acuta e vibrante del profondo buio che a volte la vita ci riserva. L'amore è la linfa del nostro spirito, la guida del nostro cuore, talvolta
silenzioso ed eterno, che supera il tempo e trasforma la nostra vita come un
immenso giardino fiorito.
Antonella
Gallicchio
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