Tursi
- Sorpresa, attenzione, raccoglimento e gioia, sottolineata da un lunghi
applausi finali, con questi sentimenti alcune migliaia di fedeli hanno
ascoltato sul colle di Anglona la lettura di "Véne, Madonne", lirica inedita
del grande poeta tursitano Albino Pierro, e il commento di mons. Francescantonio Nolè, vescovo della
diocesi di Tursi-Lagonegro. L'evento si è svolto proprio nel pianoro antistante
il magnifico protiro del primario santuario diocesano (sec. XI). Al termine
della funzione religiosa celebrata all'aperto, il presule francescano ha citato
la
Gazzetta e svelato le
modalità del ritrovamento del testo poetico in dialetto, con traduzione in
italiano dello stesso Pierro (1916-1995), letto con intensa partecipazione
dall'attore teatrale Giuseppe Lasalandra.
"Il 2 agosto ero sul monte Sirino in compagnia di mons. Gerardo Pierro (solo
omonimo del poeta, ndr), attuale arcivescovo di Salerno, ma mio predecessore al
tempo dei fatti narrati. Mi disse. ‘C'è un qualcosa che non ho adempiuto,
lasciando la diocesi. Dopo anni, nel 1988 avevo ricevuto, su mia sollecitazione,
una lirica dedicata alla Madonna da Albino Pierro, al quale promisi che l'avrei
pubblicata nel giorno dei solenni festeggiamenti religiosi ed esposta nella
zona del santuario. Adesso se vuoi, puoi farlo tu". Per mons. Nolè la poesia è "qualcosa di straordinario
e meraviglioso, perché, pur non volendo interpretare il cuore del poeta, si può
valutare il fatto in sé, che di certo segna l'avvio di un cammino di
conversione dell'autore, come colui che battezzato e dopo una vita normale,
tiepida, perciò si affida alla Vergine Maria affinché lo faccia santo in vita.
In tal senso, in me c'è la gioia di ritrovare il più illustre dei figli di
questa amata terra".
In
effetti, i versi appaiono autentici nell'ispirazione ed esteticamente vibranti
ed elevati. Nel rispetto del convincimento di ciascuno e pur rimandando ai
successivi approfondimenti degli esperti, oltre che a necessarie
contestualizzazioni umane, letterarie e spirituali, li riproponiamo
integralmente per la sicura curiosità dei lettori, appassionati e studiosi.
"Véne,
Maronne, famme sante e dice/ a figghie tue ca lle vògghie bbene/ si na vote
cc'u diàue i'ére amice/ mò supr'a gghiìlle passe com'u trene.// E torne a lu
paìse e m'arricette/ nda chille pétre, e sonne ca na rise/ i'è ll'occhie tue e
no cchiù di n'accette/ ca taccariè mi uìte u paravise.// Véne, Maronne, famme sante
e grire/ a chi i'è surde: "Mèie, nda stu munne,/ vincete ‘a morte quante cch'i
su spire/ tòcchese u cehe o si', nd'u vente, a' frunne".// E si nun mmi vò fè sante, dammìlle/ nu
tizzone nd'u scure; i'è cchiù belle/ d'i ‘umminàrie schitte na scintille,/ si
lle pìgghiete u poste di na stelle".
(Vieni,
Madonna, fammi santo e di'/ al figlio tuo che gli voglio bene,/ se una volta
col diavolo ero amico,/ su di lui ora passo come il treno.// E ritorno al paese
e mi ci acquieto/ fra quelle pietre, e
sogno che un sorriso/ è l'occhio tuo e no più di un'accetta/ che tagliuzzare mi
voleva il paradiso.// Vieni Madonna, fammi santo e grida/ a chi è sordo: "Mai,
in questo mondo,/ vince la morte quando coi sospiri/ il cielo tocchi o sei, nel
vento, una foglia".// E se non mi vuoi fare santo, dammelo/ un tizzone nel
buio; è più bella/ dei falò soltanto una scintilla,/ se lo prende il posto di
una stella//).
Alla
festa dal culto millenario, hanno presenziato il clero diocesano, autorità
militari, civili ed istituzionali, tra i quali il sindaco di Tursi Antonio Guida e numerose delegazioni e
amministratori dei comuni viciniori, oltre che della città gemellata di
Valmontone, e l'associazione dei lucani a Genova, con un efficace servizio di
protezione civile e di sicurezza, affinché tutto si svolgesse nel massimo della
tranquillità e dell'accoglienza. Naturalmente, molti i commenti a caldo, quasi
tutti orientati nella stessa direzione: della possibile, anzi probabile, meglio
certezza del fatto accaduto. Per la nota poetessa Rosa Maria Fusco ciò è molto verosimile, proprio partendo dalla
poetica pierriana. Su una cosa c'è pero sostanziale convergenza: i versi
ascoltati sono di rara bellezza e confermano ulteriormente la giustezza della
candidatura al Nobel per diversi anni dell'illuminato Vate Tursitano.
Salvatore Verde
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