Tursi - Olandesi ammaliati da Antonio Petrocelli con le sue “Parole in libertà”, un recital di poesie futuriste tenutosi proprio nel Pese dei Tulipani sabato e domenica della scorsa settimana. L’attore lucano, i familiari risiedono a Montalbano Jonico, ma toscano d’adozione (vive in provincia di Firenze, a San Casciano In Val Di Pesa), è stato invitato nei Paesi Bassi dall’Istituto Italiano di Cultura ad Amsterdam e dalla Dante Alighieri a Rotterdam. Le due serate rientravano nelle attività della V Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, promossa dal Ministero degli Esteri. Sempre dinamicamente gradevole e stimolante, con i versi di Marinetti, Balla, De Pero, Cangiullo, Quasimodo e Papini, “lo spettacolo è basato sulla straordinaria ricchezza e vitalità virtuosistica della comunicazione futurista, in un perfetto dosaggio di eros e ironia, perciò con caratteristiche esportabili” commenta Silvia Terribili, collaboratrice dell’Istituto organizzatore. La quale aggiunge: “Petrocelli dipana una specie di corteggiamento giocoso rivolto ai presenti, letteralmente presi in un’escalation di sollecitazioni verbali, sonore, visive e gestuali. Insomma, una felice esplosione dei sensi ispirata dai dettami martinettiani: ‘bisogna continuare a insistere, esasperare, perfezionare il piacere’ (dal volumetto ‘Come si seducono le donne)”. Originate da suggestive “acrobazie vocali e onomatopeiche e dalla voglia di giocare, di sfidare e provocare gli astanti, ma sempre con leggerezza, il ‘fine dicitore’ sfrutta unicamente gli effetti speciali dell’energia del corpo, della faccia, della voce”, annota la rappresentante italiana. Per Petrocelli “una esperienza impegnativa, ripagata dalla molto positiva accoglienza del selettivo pubblico, che ama molto l’Italia. Inizialmente restio, poi tiepido e infine divertito e coinvolto dall’inusuale proposta di teatro di parola, sintesi di un periodo di innovazione culturale, artistica e dei costumi, di avanguardia interdisciplinare, ma anche popolare nei primi decenni del Novecento”. In tal modo la capacità declamatoria, interpretativa e recitativa di Petrocelli, che sembra replicare una sorta di originaria improvvisazione, sperimentazione e invenzione del “verso libero”, con energia, velocità e sintesi, si disvela nella sua complessa versatilità di maturo attore intelligente (è anche laureato) e di talento multiforme (dopo il romanzo autobiografico “Volantini”, è in arrivo il secondo, dedicato al mestiere dell’attore e alla Settima Arte, tra impegno, esperienze, ricordi, speranze e disincanto). Sicuro caratterista del cinema italiano, con più di 50 film dei principali registi della nostra storia cinematografica, e un curriculum di circa 40 produzioni teatrali, oltre quelle televisive, ha appena terminato la partecipazione al film “Il Caimano” di Nanni Moretti e di Pasquale Pozzessere “La provinciale”, ancora in lavorazione, ma è già pronto “U Runzuliante”, monologo teatrale antimilitarista basato sul Reduce di Angelo Beolco-Ruzante, tradotto e recitato in dialetto lucano, evocando la lingua materna e Pierro, il poeta tursitano che ha conosciuto. Leandro Verde
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