INTERVISTA A MARIA RITA
PIERRO, FIGLIA DEL VATE TURSITANO
Tursi
- "Tocca a me l'onere e l'onore di salvaguardare adeguatamente l'eredità
poetica e culturale di mio padre". È chiara e diretta Maria Rita Pierro, figlia del grande poeta Albino Pierro (Tursi 1916-Roma 1995). Il Vate tursitano è tra i
massimi della seconda metà del Novecento italiano, più volte accreditato come
candidato al premio Nobel alla fine degli anni Ottanta, per le sue molteplici
pubblicazioni in dialetto tursitano. Abbiamo incontrato la premurosa signora, che
vive da sempre a Roma, in una delle visite al paese paterno. Con modi gentili ma
decisi sembra volersi togliere parecchi sassolini da entrambe le scarpe.
D. - Un tuffo negli affetti,
immagino. Come è cambiato il paese negli ultimi anni?
R.
- Si, mio padre è sepolto a Tursi, perciò ritorno sovente e volentieri per
visitare la tomba di famiglia, rivedere i luoghi dell'infanzia e ritrovare le
mie radici. Il paese ha mutato aspetto, si è anche sviluppato, tutto sembra
migliorato parecchio. Inoltre, ho l'impressione che davvero ci sia la
consapevolezza di quanto sia (stata) fondamentale la figura del Poeta per il
paese e la Lucania e importante anche nel
panorama letterario nazionale e oltre. Ma si deve evitare un utilizzo improprio
del nome che porto.
- In che senso, cosa l'ha
amareggiata?
-
Pure di recente, personalità importanti attestano rispetto, stima e affetto
verso mio padre. Molti altri, invece, mettiamo
in buona fede, ricorrono al nome di Albino Pierro per autopromuoversi,
senza che io stessa sia coinvolta o minimamente a conoscenza delle varie
iniziative o manifestazioni. E questo non può protrarsi ulteriormente. Per
evitare situazioni fastidiose abbiamo fondato l'associazione culturale onlus
"Centro studi Albino Pierro", ne sono presidente onorario, con soci di rilievo,
accademici, giornalisti e studiosi, con il fine dichiarato tra l'altro di
garantire e promuovere la memoria storica del Poeta, con azioni propositive e condivise. Pertanto,
da oggi in poi, per ogni e qualsiasi cosa, ci si deve rapportare in loco con il
presidente Francesco Ottomano, non potendosi tollerare oltre abusi e
scorrettezze non soltanto sul piano etico.
- Può essere più esplicita?
-
Quando qualcuno ha chiesto i diritti d'autore per le pubblicazioni, abbiamo sempre
agevolato tali lavori, però salvaguardando la qualità, il livello e il valore
delle proposte e dei contributi di studi, ricerche e divulgazioni. Un ottimo
esempio è il recentissimo libro di poesie tradotte in olandese "Il
bacio di mezzogiorno. Trenta9 poesie d'amore di Albino Pierro", curato
da Antonio Petrocelli, Silvia Terribili e Maria Van Daalen, per le edizioni ArchiviA di Battista D'Alessandro. Nel caso di manifestazioni, come ad esempio
il cosiddetto "Premio di poesia dialettale A. Pierro", assolutamente non
possiamo dire la stessa cosa, e non è l'unico caso, purtroppo.
Altra
casistica: le opere in lingua italiana e in dialetto di mio padre sono esaurite
e fuori catalogo, necessiterebbero di ristampe curate e io stessa mi sto
adoperando perché si ripubblichino, iniziando già da "Un pianto nascosto". Dopo
aver assunto precisi impegni in tal senso (dal Presidente della Giunta in
persona), siamo sempre in attesa che la
Regione sblocchi il progetto della pubblicazione antologica (se non l'opera
omnia dei testi editi), ma sono tre anni ormai e francamente non si capisce
bene cosa stia spettando. Uno stimolo istituzionale servirebbe molto a
rilanciare l'opera di Pierro, come la selettività dell'autorevolezza delle
attività culturali riferibili al poeta, rende merito a lui e contribuisce a
mantenere alto l'interesse su sui luoghi pierriani.
Non
in ultimo, la mancata armonia delle relazioni tra la
Provincia di Matera (ente destinatario del dono della Casa Pierro, immobile poi ceduto in comodato gratuito al Comune di
Tursi) e lo stesso ente locale, ha determinato un'impasse risolta dagli
amministratori provinciali con la sospensione del protocollo. Di fatto è la
Provincia che sembra crederci maggiormente, con interventi finanziamenti
rilevanti. Tra l'altro, proprio in queste settimane si stanno ristrutturando i
locali, da adibire a museo, perciò la sede non è agibile per i visitatori.
Ritengo, invece, che la collaborazione tra le istituzioni locali sia
auspicabile e foriera di positivi sviluppi, senza mai dimenticare che il
patrimonio librario depositati è di mia proprietà, come lo studio ricreato con
i mobili originari e gli altri arredi. Ma anche di questo non tutti ne hanno
coscienza e memoria.
- Concludiamo con una nota più positiva. Esiste un ottimo
e inedito mediometraggio del 1994 della
regista Maria Luisa Forenza dedicato a Pierro, che ho potuto visionare in
anteprima grazie alla disponibilità dello stesso Petrocelli, il talentuoso
'attore di Montalbano Jonico. Sarebbe il caso di presentarlo, non crede?
-
Certamente si. Grazie della sollecitazione. Con Franco Ottomano lo inseriremo nel progetto delle attività del
prossimo anno. La regista è stata brava e, rivelo, che ha già fatto un altro
documentario in fase di post-produzione, sempre su mio padre, intervistando in
Italia e in Europa coloro che, come noi, lo hanno conosciuto e amato.
Salvatore
Verde - da LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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