INTERVISTA
ALL'ATTRICE MARIA GRAZIA CUCINOTTA
Da
Neruda a Pierro, potrebbe essere l'itinerario artistico della sempre bella
Maria Grazia Cucinotta, madrina della seconda e conclusiva serata dedicata
all'"Evento culturale per Albino Pierro, Poeta di Tursi", per la pubblicazione
dell'opera omnia curata da Pasquale Stoppelli" (Università di Roma La
Sapienza).
I due appuntamenti sono stati organizzati dal Centro studi onlus e
dal Parco Letterario, entrambi intitolati al Vate Tursitano e presieduti da
Francesco Ottomano, che all'attrice, produttrice e regista messinese ha
regalato una copia del libro e un mazzo di fiori. Accolta da una piccola folla,
tra applausi e autografi, la Cucinotta si è mostrata nel suo splendore, garbata
e gentile con tutti, omaggiando l'autore tursitano con la lettura di tre
poesie. Al termine l'abbiamo avvicinata.
Un rapporto
consolidato con la Basilicata.
Si certo, una regione alla quale sono particolarmente legata. Nel 2010 ho
partecipato all'opera prima di Giuseppe Papasso (anch'egli presente in sala,
ndr), il film "Un giorno della vita", girato tra Melfi, Barile, Forenza e
Rionero in Vulture. L'anno prima ero venuta per il "Premio Maratea per il
Cinema" nel Festival "Incontro fra le arti", ma di tanto in tanto mi capita di
ritornarci. La gente è straordinaria, durante i giorni e le settimane delle
riprese siamo quasi adottati, con un affetto che mi riporta indietro negli anni
e mi lega ai valori veri della vita. Poi, occorre dirlo, è un territorio ricco
di bellezze e tesori, in un raggio di pochi chilometri. E non escludo di
lavorarci ancora.
Conosceva
già il poeta Pierro? Che impressione le fa essere qui come madrina?
Albino Pierro è noto negli ambienti accademici e letterari, anche
internazionali, magari non al grande pubblico, però di tanto in tanto capita di
riferirsi a lui, al dialetto tursitano e alla Lucania. Non ho avuto esitazione
ad accettare l'invito, è un onore, e ho fatto bene, per l'arricchimento vissuto
e per il calore dell'accoglienza. La sua poesia ha qualcosa di singolare, fatta
di sentimenti veri, e questo lo si coglie con immediatezza. Venire qui poi, e
respirare l'aria dove ha vissuto la sua giovinezza e dove oggi riposa,
rappresenta un'emozione unica, come quando visitai i luoghi di Pablo Neruda in
Cile.
Si dice che
la poesia renda gli uomini migliori e amanti del bello. Che rapporto ha con la
bellezza e perché il cinema preferisce
le donne belle?
Non
è vero che il cinema preferisce le donne belle. Il cinema rende tutti belli, è
questa la grande verità, altrimenti attrici e attori come Wody Allen e Barbara
Streisand e tanti altri, non avrebbero modo di esistere. Il cinema rende belli
perchè rende tutto più magico. La bellezza deriva da qualcosa di più che dal
solo aspetto esteriore. Molto dipende dal carisma e dalla personalità che
ognuno di noi possiede. Personalmente adoro la poesia, in grado di ripropormi
il sentimento infantile della sincerità. Potrei dire mi ha segnato, dai tempi
del Neruda de "Il postino" (1994) dell'indimenticato Massimo Troisi a oggi.
Il cinema come tutta la realtà virtuale
non ci può impedire di morire ma in compenso ci fa rinascere ogni giorno...
Questa
è una delle tante grandi magie del cinema e di cui non ci stancheremo mai, così come fa la scrittura e la poesia, perchè ci rendono liberi e tutti uguali, a
prescindere dal posto che si occupa nella scala sociale.
Cosa l'ha spinta a
passare dietro la macchina da presa?
Mi
sono voluta mettere alla prova. Dopo venticinque anni di lavoro, pensavo: devi
smettere di essere un po' bambina e iniziare a prenderti le tue responsabilità,
anche delle scelte che fai. Fare la regista e la produttrice ti rende
responsabile, capisci che non ci sei soltanto tu, ma ci sono anche gli altri,
anche se non so se questo percorso sia ancora lungo, perchè non voglio rubare
spazio a nessuno e di conseguenza spero di trovare una storia che ti faccia
battere il cuore e che valga la pena di essere rappresenta.
Insomma, dopo
l'apprezzato debutto da regista con il corto "Il maestro", a quando un suo
lungometraggio?
Ci
sto pensando e valutando seriamente.
Una domanda di attualità sull'eventuale ritorno del presidente Berlusconi in politica.
In
genere non parlo mai di politica, non mi
piace questo ambiente e secondo me è tutto troppo politicizzato e per questo in
Italia tutto funziona meno.
Secondo lei il cinema è in
crisi?
Il
cinema non è in crisi. Bensì sono in crisi i sentimenti ed i valori veri della
vita
Un'ultima domanda, coerentemente con la
poetica pierriana, le chiedo che rapporto ha con lo scorrere del tempo e con la
morte.
(Sorride).
Uno degli aspetti più belli delle poesie che ho interpretato questa sera
metteva proprio in risalto come la cosa più brutta che possa esistere è la
paura che la persona che tu ami possa morire, andando via da te e lasciandoti
un vuoto incolmabile. Per questo della mia dipartita non mi importa, per quella
degli altri rosico un po'. Insomma, sono tranquilla e serena, non mi causa
turbamento, guardo al futuro sempre con apertura e voglia di vivere. Quanto
alla fine, è struggente che Pierro si chieda perché la morte ("Eccò a' morte",
ndr), ma quando accadrà vorrei poter dire con Neruda: confesso che ho vissuto.
Salvatore
Cesareo - Salvatore Verde
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