Angelo Ligorio, scultore della propria vita |
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luned́ 02 luglio 2007 |
Può una scultura lignea o lapidea, quale che sia la
forma definitiva dell'oggetto rappresentato, essere al contempo anche
espressione sincera dell'anima di colui che l'ha realizzata? In tal modo l'autore
si eleva dalla pura artigianalità per lambire le vette piccole e grandi dell'arte?
Con questo dubbio critico e con sentimenti di ammirazione e piacere estetico ci
si può avvicinare ai lavori, e alla vita sacrificata, di Angelo LIGORIO, nato a Francavilla Fontana in provincia di Brindisi
nel dicembre del 1924.
Ottanta due anni magnificamente portati accanto
all'amata e quasi coetanea Filomena
GENTILE (81 compiuti a settembre), sposata il 10 ottobre 1949, che gli
ricorda "di aver lavorato sempre lontano da casa". Splendido autodidatta (ha
frequentato la prima e seconda elementare nella scuola della Masseria del
Barone Brancalasso, con la maestra Vincenzina
PROVENZANO, di Miglionico o Pomarico, e la terza classe in Puglia) ancora
in attività, con l'aria naif, svagata e sottilmente ironica, piena di garbo,
tipica di chi ne ha passate tante e ovunque, sembra egli voler ricapitolare
l'intera esistenza attraverso la manualità regressiva delle tante cose che
produce, "ma senza venderle troppo, tranne che alle persone giuste, che sanno apprezzarle".
I nonni paterni erano Francesco LIGORIO e Maria Rosaria CHIRICO, e Cosimo
LIGORIO (1892-1985) il loro figlio, padre di Angelo, un agricoltore, nativo
di San Vito dei Normanni, ma originario di Ceglie Messapico, che per malattia vendette
tutto e nel 1928 si trasferì in Lucania a fare il custode al santuario della
Madonna di Anglona, pagato 150 lire e in natura (grano e olio) dalla
Sovrintendenza, poi andò via e ritornò nel 1950. La madre Rosalia PASTORELLI, casalinga, è scomparsa a 80 anni. Angelo è il secondo
di tredici fratelli, che ricorda nell'ordine: Francesco (coniugato con Pina
MUSMANNO, vivono a Milano) e Antonio
Alfonso, Santino, Luigi (i quattro sono deceduti), Italo (ristoratore a
Policoro), Salvatore (mar. magg.
dell'Esercito a Napoli), Cosimo
(vive in località Pantano di Policoro), Maria
Pia e Concepita (entrambe
decedute), Giuseppina (moglie di Domenico BRUNO, da alcuni anni nella
provincia milanese).
La signora Filomena è primogenita di Giuseppina GARIBALDI (1902-1976) e di Salvatore GENTILE (1900-02/7/1946), cantoniere, "ex carabiniere ucciso ad Anglona, in una vicenda legata agli
ultimi briganti tursitani i quali, con lettere anonime, cercavano
essenzialmente viveri (olio, grano, pane, formaggi), ricattando Luigi FERRARA che marchiò le monete e
questo portò a scoprire il gruppo di banditi, alcuni dei quali ancora
viventi". I genitori ebbero altri quatto figli: Giuseppe,
del 1929, cantoniere in pensione; Angelo,
morto bambino (1930-1932); Carmela,
1932, coniugata con Domenico FRANCOLINO;
Angelo
(1935-2006),
falegname, sposato con Rosaria MANZO di
Montalbano Jonico, trasferitisi prima a Torino e poi a Modugno (Ba); Matilde 1939, da qualche anno vedova di
Pasquale TROCCOLI.
Precocemente avviato al lavoro, come pastore di
capre, pecore e maiali, poi potatore di ulivi, vigne e mandorli, zappatore,
mietitore, Angelo LIGORIO è stato anche operaio marmista nel Marmettificio Pugliese di Bari dove si
fabbricavano piastrelle e, infine, escavatorista, meccanico e gruista, alle dipendenze
della ditta Giovanetta, nel secondo cantiere di Aliano, per cinque anni alla vicina
diga di Gannano e ai Tre confini, tra Montalbano Jonico, Tursi e Stigliano. È
stato pure a Udine, sulla Carnia, con la ditta Viannini, poi a Missanello (Pz), per la condotta della diga
del Pertusillo al fine di rendere potabile l'acqua; quindi a Massacra, Gioia
del Colle, Terlizzi e Ginosa.
Angelo e Filomana hanno avuto quattro figli: Rosalia, nata nel 1950, insegnante
elementare, sposata con Giuseppe
PERRETTA di Lagonegro, pensionato Sip, hanno due figlie; Giuseppina, 1954, pure insegnante nel
Centro di formazione professionale, coniugata con Alfredo DE FELICE di Craco (Mt), anche loro con due figlie; Cosimo, 1958, collaboratore scolastico,
si è unito in matrimonio con Elisa
BUCCOLIERI, hanno un maschio e una femmina; Fulvia è del 1960, insegnante, vive con il marito Pasquale PASTORE a Montalbano Jonico,
con un figlio.
Ha iniziato a scolpire il legno nel lontano 1972.
"Ero nella zona di Matera e lavoravo alla costruzione di vasche, per la
fornitura di acqua a Montescaglioso. Un giorno pioveva e vicino al fuoco del
cantiere presi per caso un legno di ulivo e ne feci un cucchiaio, che si
spaccò, ma poi migliorai presto. Tutto derivò dal fatto che un pastore si
rifiutò di donarmi un oggetto ligneo, pur avendone molti con sé. Allora decisi
di farmeli direttamente, scalando ben presto numerose difficoltà. Alcune cose
sono facili, ma altre è il pensiero, l'ispirazione che mi spinge ad adattare
legni, marmi o pietre (preferisco la"pietra di Lecce", che mi facevo portare
dai commessi venditori di corredo a domicilio), o a sbizzarrirmi con i diversi
materiali, con combinazioni anche di animali fantasiosi. Arricchire un oggetto
è faticoso e, ad esempio, fare il santuario di Anglona richiede un mese di
alacre lavoro. Talvolta è possibile
anche sviluppare un racconto dalla scultura, un qualcosa che mi meraviglia insieme
con gli altri e talvolta mi sorprendo io stesso. Occorre trovare il senso delle
cose, anche piccole, ma sempre con passione, onestà e dignità, magari dagli
oggetti della nostra tradizione contadina, che sono coerenti con il luogo dove
si è vissuto, perciò anche se cambiano proprietario restano nell'anima, per
sempre. Si, sono contento della mia vita e del laboratorio artigianale.
Nonostante tutto ho avuto fortuna: ogni persona nasce con una sua vocazione ed
io l'ho assecondata".
Salvatore VERDE
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