INTERVISTA AD
ANTONIO GUIDA, DUE VOLTE SINDACO DI TURSI (1997-2002 e 2007-09)
La sua scheda
biografica.
Nato
a Tursi nel 1948, mi sono laureato all'università di Napoli in Medicina e
Chirurgia. Medico di medicina generale in continuità assistenziale nel comune
di Aliano da quattordici anni, esercito la professione di Odontoiatra presso
gli studi di Tursi e di Stigliano, con grande soddisfazione professionale.
La sua
carriera politica?
La
mia carriera politica è iniziata con il Partito Popolare, all'indomani della
scissione della Democrazia Cristiana. E' stata quasi una sfida, iniziata con la
mia candidatura alla Provincia nel 1994, e pur non avendo vinto le elezioni
raggiunsi un discreto risultato personale. Poi ho continuato sempre nel Partito
Popolare, creando un gruppo di amici a Tursi
politicamente a me vicini, di area moderata e mi sono candidato a
sindaco la prima volta nel 1997 con una lista di centrosinistra, assieme a
Rifondazione Comunista, Partito Democratico della Sinistra e Rinnovamento
Italiano. Gli esiti di questa tornata elettorale furono favorevoli e così ho
governato per cinque anni, tanto da risultare
la consiliatura più lunga della storia tursitana dopo venticinque anni
di precarietà dovuta al sistema proporzionale, che vigeva fino a qualche anno
prima, poi sostituito con quello maggioritario in modo da garantire più
stabilità alle amministrazioni. Sicuramente è stata questa un'esperienza molto
positiva, ma non certo facile, anche perché dal punto di vista politico e
amministrativo il sottoscritto non aveva esperienza e quindi ho dovuto
affrontare con il massimo impegno tutti i problemi che una piccola comunità può
avere. Ritengo, però, che quando un sindaco arriva a vincere le elezioni, egli
deve assumersi gli onori e gli oneri del passato e del presente, per governare
pienamente un comune, con tutte le negatività e le positività che questo
comporta. Riuscimmo così ad ottenere i finanziamenti per la realizzazione del
nuovo campo sportivo e per il museo diocesano, oltre al recupero di San Francesco
ed alla valorizzazione della Rabatana, che è fondamentale se viene recuperata
anche la parte bassa del paese. Dopo aver portato a termine il primo mandato,
mi ricandidai nella tornata successiva sempre con una lista di centrosinistra,
senza però essere riconfermato e cosi dal 2002 al 2007 sono stato
all'opposizione. Che è fondamentale in un comune, specialmente di piccole
dimensioni, in quanto serve da pungolo, da organo di supervisione, sull'operato
della maggioranza. Ho cercato quindi di svolgere a pieno il mio ruolo sempre
nell'interesse della comunità. Dopo i cinque anni della Giunta Caputo, mi
ricandidai alle amministrative del 2007, nelle fila della Margherita, forte
anche dell'appoggio del dottor Vincenzo Romano, presidente regionale del mio
partito e uomo dotato di grande carisma. Nonostante mi fossero venuti meno due
candidati consiglieri a poche ore di distanza dalla presentazione delle liste,
riuscii ad affermarmi sui due sfidanti, Salvatore Caputo sindaco uscente con
una lista civica e Angelo Castronuovo di centrodestra, che tutti davano per
favorito. Fu cosi che venni eletto sindaco per la seconda volta. Per la serie:
tra i due litiganti il terzo gode. Tuttavia dopo varie vicissitudini
politiche-amministrative, fatte di corsi e ricorsi, nel 2009 la mia
amministrazione si sciolse (nel 2008 si dimisero 9 consiglieri, la maggioranza
degli assegnati, ndr) e allora maturai la decisione di farmi da parte.
Dopo
quell'esperienza, nessuno è stato poi in grado di creare una lista da opporre
all'avvocato Labriola, che ha vinto le elezioni ed è attualmente in carica. Cosa
e' successo soprattutto nel centrosinistra tursitano?
Sicuramente
se Giuseppe Labriola ha vinto le elezioni senza doversi confrontare con alcun
candidato, non è colpa sua. Molte volte è difficile mettere da parte i
personalismi e quando non si trova una sintesi unitaria, il disfattismo è la
conseguenza inevitabile. Quello che sicuramente mi ha lasciato perplesso è
stato l'atteggiamento avuto dal Partito Democratico in questa situazione. E'
emersa, infatti, una sorta di scarsa attenzione verso il nostro territorio nel
non indicare alcun candidato ufficiale e lasciando cosi campo libero ai
personalismi che specialmente in una piccola comunità, non fanno certo bene. Più
passa il tempo e più mi convinco che questa nuova formazione di centrosinistra,
il tanto acclarato Partito Democratico, non sia in linea con le idee che si era
proposto di offrire, e anche per questo motivo da due anni non ritiro più
alcuna tessera di partito.
Ritornando
ai suoi due mandati, l'ex sindaco Cassavia ha detto che la sua prima consiliatura
non ha portato a termine l'iter per l'approvazione del piano regolatore a Tursi.
Cosa si sente di rispondergli?
Peppino
Cassavia ha ragione ha dire che il piano regolatore non è stato approvato entro
i cinque anni canonici imposti dalla legge. Però, quello che forse non
rammenta, è che il tanto agognato piano regolatore non è decaduto, in quanto
sia la mia prima amministrazione che quella successiva di Caputo, hanno
ottenuto varie proroghe dalla Regione Basilicata, fino a quando questo
importante documento ammodernato alla situazione attuale del paese, è stato
approvato in consiglio comunale nel 2009, cioè poco prima della fine anticipata
del mio secondo mandato.
C'è
qualcosa che cambierebbe nel suo percorso o nel suo operato politico?
A
dirla tutta no, perché quando ho amministrato l'ho sempre fatto nell'interesse
di tutti e non solo per occupare una poltrona. Posso dire e vantarmi di non
aver tratto alcun beneficio personale da queste esperienze, perché ho sempre
agito nel rispetto delle regole e non ho mai abusato della posizione
istituzionale che il popolo mi ha concesso.
Qualche
critica ai suoi successori?
Credo
che non ci siano critiche da fare verso i miei successori, perché ognuno
amministra secondo i periodi e secondo le proprie capacità e le situazioni
politiche che vengono a crearsi. Sicuramente una forte coesione politica
facilita il compito del sindaco, ma molto spesso si è soggetti a tiratori
liberi che pensavi fossero tuoi alleati e poi invece...
Oltre
ad aver amministrato il comune per due volte, lei si è candidato di nuovo alla
provincia nel 2002.
Certo
mi candidai alle Provinciali del 2002 e risultai il primo dei non eletti,
perciò mi venne conferito l'assessorato esterno per l'Edilizia scolastica. Riuscii
in questo modo a curare da vicino l'efficienza dei complessi scolastici del
nostro paese, con interventi notevoli soprattutto presso l'Itcgt "Capitolo".
Per
concludere: visto che e' uscito dalla scena politica, non ha voglia di mettersi in discussione rientrando, magari,
dalla porta principale?
Dopo
la crisi del mio secondo mandato, avvenuto dopo vari tradimenti e capricci
personali da parte di persone che ritenevo fidate, ho deciso di lasciare la
politica attiva per seguire più da vicino la mia professione, che poi è la mia
passione. Le numerose critiche piovutemi addosso nel corso di questi anni, mi
hanno spinto a lasciare campo libero a quei franchi tiratori che tanto bravi
sono ad usare le parole.
Molto
spesso, però, le parole devono essere seguite dai fatti concreti, perché la
cittadinanza ha bisogno di fatti e non solo di buoni propositi. Quindi sono
contento della mia scelta, anche perché ho riacquistato quella sana
quotidianità che da troppo tempo mi mancava.
Salvatore
Cesareo
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