A Panevino la seconda framacia di Tursi, lo ha deciso il consiglio comunale a maggioranza
Dopo quasi mezzo secolo, nella città della Rabatana riaprirà
una seconda farmacia. Lo ha deciso il consiglio comunale nella sessione
straordinaria di lunedì sera, 24 settembre. Accadrà nella frazione di Panevino, distante da
Tursi una quindicina di chilometri e cinque da Policoro.
L'assemblea ha così
ribaltato la decisione della Giunta che, il 24 aprile 2012, aveva indicato
nella parte nord di via Roma la possibile ubicazione. Delibera poi impugnata
dalla farmacista Enrica Imma Camardo al Tar della Basilicata che ha accolto il
ricorso per difetto di competenza, essendo materia di consiglio. Prima della
trattazione il sindaco Giuseppe Labriola, cugino della farmacista, ha
opportunamente lasciato i lavori. Confronto a tratti vivace, introdotto dal
vice sindaco Salvatore Cosma e animato dagli assessori Nicola Gulfo, Vincenzo
Popia e Antonio Caldararo (che ha parlato anche a nome del gruppo "Uniti per
Tursi", costituitosi nella maggioranza).
Poi la decisione a scrutinio palese.
Dieci i voti per la scelta di Panevino: gli assessori Cosma, Caldararo e
Gaetano Bruno, il presidente Salvatore Cavallo e i consiglieri Salvatore
Cristiano, Dino Di Paola, Antonio Lagala, Giuseppe Modarelli, Vincenzo Sarubbi,
Francesco Ottomano (solo cinque a favore del centro abitato, quelli dei consiglieri
Giuseppe Cuccarese, Isidoro Francolino, Maria Montesano, oltre a Popia e
Gulfo).
Assente Antonio Lauria dall'intera seduta. Che in avvio ha espresso
all'unanimità un "parere" contro la soppressione della Provincia di Matera, e
votato poi la nomina del Revisore dei conti per il triennio 2012-15. Una
ventina le domande pervenute all'ente. A scrutinio segreto (cinque voti sono
andati a Giuseppe Calciano e uno ciascuno a Francesca Ferrara e Nicola Ragazzo)
è stato eletto con nove preferenze Salvatore Gentile, tursitano trapiantato da
decenni a Montalbano Jonico (è vice sindaco dell'amministrazione di
centrodestra) e percepirà una indennità netta di seimila euro annui, 500 in meno del predecessore
Antonio Di Noia.
Salvatore Verde
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