SCRITTA LA
PAROLA FINE ALLA VICENDA DELLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TURSI
Tursi - Dopo
un anno di altalenanti provvedimenti amministrativi e giuridico-giudiziari, sembra concludersi la durissima battaglia
legale dello scioglimento del consiglio comunale di Tursi. Le dimissioni di
nove dei sedici consiglieri comunali (Rosa Sarubbi, Giuseppe Modarelli, Annibale
Santagata e Ragazzo Salvatore Mario,
della ex maggioranza di centro-sinistra, con Angelo Castronuovo, Antonio Caldararo, Antonio Lauria e Salvatore Cosma con Salvatore Caputo, dei due gruppi della
minoranza), erano state ufficializzate in data 6 marzo, ma non ritenute idonee perché
non autenticate dal Segretario comunale, e replicate nelle forme di legge anche
il 14 marzo 2008.
Nel riconfermare anche recenti suoi pronunciamenti in
materia, il Consiglio di Stato sesta sezione in sede giurisdizionale, con la
ordinanza del 10 marzo 2009, ha accolto l'istanza cautelare e, per l'effetto, ha
sospeso l'efficacia della sentenza impugnata (quella della prima sezione del
Tar per la Basilicata del 20 novembre, che aveva mantenuto in vita la Giunta
Guida e annullato il decreto del Prefetto di Matera di commissariamento del
Comune, emesso il 17 marzo 2008). La richiesta in via incidentale era stata presentata
in appello poche settimane orsono da Antonio
Lauria e dal costituito Giuseppe
Modarelli, rappresentati e difesi rispettivamente dall'avv. Giuseppe Panio di Matera e dagli
avvocati Aldo Loiodice e Ignazio Lagrotta dell'Università degli
studi di Bari. Anche l'Avvocatura generale dello Stato ha sostenuto le ragioni
dell'allora Prefetto
Carlo Fanara.
Il massimo organo della giustizia amministrativa ha accolto
le tesi degli avvocati dei dimissionari, "ritenuto che l'appello appare assistito da
censure di sufficiente consistenza, le dimissioni del 5/6 marzo 2008 - che
appaiono suscettive di semplice
regolarizzazione - denotando, sul piano sostanziale, il ricorrere dei
presupposti di cui all'articolo 141 del D.lgs n. 267/2000 " (per ottenere lo
scioglimento dell'assemblea consiliare, ndr), poiché "sussistono, altresì,
dubbi significativi in merito alla validità della surroga del consigliere
Santagata" (primo surrogato nel consiglio del 15 marzo 2008, ndr). Insomma, si
avvicina la parola fine per il mandato del sindaco Antonio Guida, il presidente del consiglio comunale Filippo
Palermo e gli assessori Pietro Santamaria, Francesco De Simone,
Tommaso Tauro, Natale Vallone, Angelo Viviano (e Francesco S. Marra, l'unico non firmatario del ricorso), tutti rappresentati
e difesi dagli avvocati Donatello
Genovese di Potenza e Franco Gaetano Scoca dell'Università La
Sapienza di Roma.
Parlano di
"certezza del diritto", i consiglieri dimissionari. In particolare, Antonio Lauria, che aveva seguito una
sua scelta difensiva autonoma dal gruppo dei nove consiglieri (altrettanto
aveva fatto Salvatore Caputo,
assistito dalla figlia, avv. Brigitta
Caputo), esprime "soddisfazione per il lavoro svolto dall'avv. Panio e
soprattutto per la decisione del Consiglio di Stato, che è maturata dopo un
estenuante scontro all'ultimo cavillo, in sfregio all'intelligenza e al buon
senso, ritenendo chiusa definitivamente l'esperienza politico-amministrativa
scaturita dalle ultime elezioni comunali".
Si augura il
ritorno della politica in primo piano la prof.ssa Rosa Sarubbi, l'unica donna
eletta nel maggio 2007: "Sono grata agli avvocati e ai giudici romani che hanno
ristabilito la legalità. Rimane, però, un giudizio politico che riguarda il
Sindaco sfiduciato: ora è tutto nelle sue mani. Se non si dimette subito, prima
del ritorno del Commissario prefettizio, sarà lui la causa di 15 mesi di
commissariamento (la stessa accusa mossa da lui ai nove dimissionari lo scorso
anno, che adesso gli si ritorce contro, ndr). In tal caso, non ne trarrà
giovamento il già dilaniato PD locale e il popolo tursitano. Continuare a
trincerarsi in formalismi e arzigogoli non conviene più a nessuno. Prendere
atto di un giudizio che riforma le strampalate sentenze pronunciate dal Tar per
la Basilicata, significa rispettare le
regole della democrazia, come ho più volte ricordato in questi mesi".
(ricordiamo che il collegio giudicante a Potenza era composto dal consigliere Giancarlo Pennetti e da Pasquale
Mastrantuono, primo referendario ed estensore, e dal presidente Antonio Camozzi , questi autore il 19
aprile di un decreto "inaudita
altera parte" e successivamente, l'8 maggio di un'ordinanza di sospensiva,
entrambi i provvedimenti già favorevoli ai ricorrenti, ndr).
Per l'avv. Ignazio Lagrotta: "Non appena la decisione dei giudici romani sarà
trasmessa alla Prefettura di Matera si determinerà l'immediata sospensione del
Consiglio comunale e il Commissario Prefettizio verrà reintrodotto nelle
funzioni in attesa del definitivo scioglimento. E' il caso di dirlo, c'è voluto
un anno ma i dimissionari possono finalmente festeggiare.
Comunque, ci
si domanda: si farà in tempo per votare il 6/7 giugno prossimo ed evitare un
anno di commissariamento?
Leandro D. VERDE
Dal
quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno
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