Tursi - Una minoranza numerica
di otto consiglieri di centro-sinistra surroga di fatto, in due tempi, gli
altri nove assegnati al consiglio, i quali si erano dimessi ben due volte (il 6
e il 14 marzo, prima "contemporaneamente e con atti separati" e poi nelle forme
"congiunte e contestuali"), finalizzando il loro gesto politico esclusivamente
alla sospensione e allo scioglimento del Consiglio comunale. Le surrogazioni
sono avvenute una il 15 marzo (Pasquale
Russo, Indipendente, al posto di Annibale Santagata, ex Ds) e le altre otto
ieri, mercoledì 23 aprile, con l'ingresso nei banchi della maggioranza di Domenico Lapolla, Vincenzo De Paola e Luigi
D'Alessandro (in sostituzione di Ragazzo Salvatore Mario, ex Ds, Giuseppe
Modarelli e Rosa Sarubbi, ex Udeur). Per l'opposizione non si sono presentati Bruno Gaetano, Santino Calciano e Dino Di Paola, primi dei non eletti
della lista "Insieme per Tursi", oltre a Francesco
Ottomano e Giuseppe Ragazzo,
della lista "Democrazia Progresso e Libertà" (chiamati a sostituire Angelo
Castronuovo, Antonio Caldararo e Antonio Lauria con Salvatore Caputo e
Salvatore Cosma).
Convocato in seduta
straordinaria urgente dal presidente Filippo Palermo (PD), il consiglio
comunale ha celermente votato all'unanimità dei presenti (prima in nove, poi
dieci, quindi undici e infine dodici) l'immediata esecutività delle
deliberazioni di surroga. Al termine, il sindaco Antonio Guida (PD), anche
assessore provinciale, ha spiegato i motivi di tale "consiglio storico, per le
cose accadute e per le odierne modalità, rivendicando il primato della politica
e della responsabilità, a fronte dei problemi che attendono soluzioni, e non perchè
noi siamo attaccati alle poltrone. Nel gesto di dimettersi mancavano reali e
gravi motivazioni. Attendiamo il 7 maggio, quando il Tar deciderà il destino di
questa consiliatura".
Ricordiamo che la vicenda
tursitana delle dimissioni, del reintegro e delle citate surroghe appare di
incredibile complessità formale, procedurale e sostanziale, ed è probabilmente
destinata a fare giurisprudenza, comunque vada a finire. Proviamo a
sintetizzarla.
I nove consiglieri comunali
si sono recati il 5 marzo presso il domicilio novasirese della segretaria
comunale dove firmano e consegnano le dimissioni, protocollate il giorno dopo
dal consigliere Santagata, delegato. Segue la comunicazione in Prefettura che
chiede e ottiene dalla stessa segretaria chiarimenti sulle modalità delle firme
dei dimissionari. Il nove marzo, il sindaco Guida e alcuni assessori annunciano
in un comizio di essere "tutti a casa", dopo aver protestato in Prefettura. In
data tredici, il Prefetto di Matera ritiene non efficaci le relative nove dimissioni,
pertanto il presidente Palermo convoca il consiglio comunale, ritenendo valide
le sole dimissioni di Santagata. Venerdì 14, i nove reiterano le dimissioni, prontamente
inviate al Prefetto, ma sabato si tiene il consiglio in seconda convocazione e
si procede all'unica surroga. Lunedì 17 marzo il Prefetto, sulla base di nuovi
chiarimenti della segretaria comunale sospende il Consiglio comunale, nominando
Emilia Felicita Capolongo commissario prefettizio. Il successivo 10 aprile,
sette consiglieri della maggioranza (manca Francesco Salvatore Marra),
ricorrono al Tar per la
Basilicata, per l'annullamento previa sospensiva del decreto
del Prefetto di Matera. Cosa che avviene il 18 aprile con decreto provvisorio
del presidente della prima sezione Antonio Camozzi. Il quale ha fissato al 7
maggio la trattazione della domanda incidentale di sospensione.
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