Due turisti molto particolari
ci hanno fatto visita il 30 agosto, si tratta di Samuel Muyizzi 28 anni,
avvocato, e John Mary Ssebywufy 35, scienziato e consigliere comunale di
Kampala City. Il primo è segretario generale, il secondo è responsabile
economico e finanziario dell'Uganda Young Democrats (Uyd), l'organizzazione di
ispirazione socialdemocratica che si batte contro la corruzione, le guerre e la
povertà, e per la giustizia sociale in Uganda. Sono stati invitati in Italia da
"Eurogeneration - verso il Pd", la manifestazione che si è tenuta a Metaponto,
a cui ha partecipato, tra gli altri, il Ministro dell'Interno Giuliano Amato.
Samuel e John, accompagnati da Felice Tauro, responsabile locale della Sinistra
Giovanile, hanno visitato nel pomeriggio la Rabatana, il centro storico e le varie chiese. Con un
ristretto gruppo di interessati partecipanti, tra cui l'insegnante Vincenzo
Lonigro, la sera ci siamo
incontrati in piazza in modo del tutto informale. I due parlano solo inglese e
per questo è stato indispensabile l'apporto di Davide Lonigro,
traduttore per l'occasione.
Di seguito il sunto di alcune
domande, fatte anche da Felice e da Vincenzo.
Il vostro rapporto con
l'Italia?
"Pensiamo che l'Italia sia un
bellissimo Paese, non è la prima volta che ci veniamo, abbiamo visitato Roma, ed
è bello tornarci perché vediamo con gli occhi quello che abbiamo studiato a
scuola. Poi gli italiani (con gli spagnoli) sono i più accoglienti tra i popoli
che abbiamo conosciuto. Anche se non parliamo la lingua, il "calore" si
percepisce".
Voi siete membri dell'Uyd,
c'è differenza tra il concetto di democrazia inteso in Uganda e quello dei Paesi
Occidentali?
"La nostra è una democrazia
molto giovane, appena dal 1962, mentre la vostra è già collaudata. Esemplarmente,
da noi non è mai accaduto che un Presidente passi il potere in modo pacifico ad
un altro; l'attuale presidente ha conquistato il potere con le armi, perciò
ogni suo volere è legge. Anche le nostre istituzioni sono differenti, essendo
molto vincolate tra di loro e prive di reali poteri decisionali.
Come si svolgono le
elezioni?
Le elezioni non sono
trasparenti, e non è semplice convincere le persone a votare, c'è paura e poca
libertà.
Quale è lo strumento per
impedire questa deriva antidemocratica?
Non è facile, c'è molta
corruzione anche nelle modalità elettive. La nostra organizzazione si occupa di
garantire la libertà di associazione e di parola, per poter esprimere ognuno la
propria opinione. Dal '94 lottiamo per libertà di espressione, è una battaglia
difficile ma portata avanti ogni giorno. Le nostre lotte partirono dalle
università nel '95, e proprio da qui perché più libere, anche se è comunque
pericoloso, ci sono dei rischi. Come quello di essere catturati nelle università
ed essere portati in alcune case, ironicamente Safehouses, ed essere pestati a
sangue (e qui Samuel alza la maglia e ci mostra i segni di alcune frustate che
ha subito più di 5 anni fa).
Il ruolo delle donne in
tutto questo?
Poche partecipano alle nostre
battaglie, e fanno anche parte della nostra organizzazione, non tutte se la
sentono, perché comunque i rischi ci sono.
Come si rapporta l'Uganda
con le nazioni confinanti?
Il rapporto è difficile e ci
sono varie guerre, molte volte ci sono persone che passano da un stato
all'altro e stati che dopo aver convissuto pacificamente per un po' di tempo,
tornano poi a rifarsi la guerra. L'Uganda, però, è un Paese che esercita una
certa influenza anche nei paesi vicini, con molti politici che sono cresciuti
da noi.
Cosa possono fare l'
Unione Europea e le organizzazioni europee per voi?
L'Unione Europea ha spazi
limitati di pressione politica e diplomatica, mentre le organizzazioni
internazionali e i movimenti che operano a stretto contatto con la realtà
ugandese possono aiutarci nella quotidianità.
Siete credenti?
Si, cattolici.
Cosa fa la Chiesa e come vi aiuta la religione?
La Chiesa ha fatto molto nella nostra nazione, per la libertà
di culto ma non solo. Anche se riteniamo che la chiesa debba stare fuori dalla
politica, se si occupa di religione nessuno dice nulla, ma quando si occupa di
politica cominciano i problemi. Perché molto spesso la politica influenza la
chiesa.
Intanto, si è fatto tardi,
ci scambiamo le mail e ci invitano a vedere il loro nuovo sito www.uydemocrats.org, poi mi chiede
ancora il mio nome. Glielo ripeto e sorridono, Leander si chiama anche il presidente
della loro organizzazione. Alla fine ci
salutano, devono continuare il loro giro per la Basilicata diretti a San
Giorgio.
Buon viaggio e buona fortuna.
Leandro Verde
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