Elezioni Provinciali: cronistoria, dati e riflessioni
Il
bipolarismo imperfetto all'italiana (con la personalizzazione e la
territorialità della rappresentanza) ha causato non la semplificazione, ma la moltiplicazione
di liste e candidati pure alle elezioni provinciali del 6-7 giugno prossimo.
È quasi un record, almeno in provincia
di Matera: 7 i candidati presidenti (due in meno rispetto a cinque anni fa) e ben
18 le liste più o meno note a livello
nazionale e in regione (per la prima volta c'è anche una lista del presidente,
del centro-sinistra), mentre l'esercito degli aspiranti consiglieri provinciali
comprende 422 candidati (gli elettori sono in totale 179.193, ovvero 91.225
donne e 87.941 uomini, complessivamente inclusi in 229 sezioni, 61 delle quali
concentrate nella città capoluogo).
Tutti
competono nei 24 collegi che
contraddistinguono la suddivisione dei 31 comuni del materano. I collegi nella
città dei Sassi sono sei: il n. 7 di Matera
I, n. 8 di Matera II, n. 9 di Matera III, n. 10 di Matera IV, n. 11 di Matera V; n. 12 di Matera VI, con Miglionico. Questi gli altri collegi: n 1 di Accettura, con Aliano,
Gorgoglione, Oliveto Lucano e Cirigliano (paese con il minimo di elettori:
appena 457); n. 2 di Bernalda I; n. 3 di
Bernalda II (con Pomarico); n. 4 di
Ferrandina; n. 5 di Grassano,
con Grottole; n. 6 di Irsina; n. 13 di Montalbano Jonico; n. 14 di Montescaglioso; n. 15 di Pisticci I; n. 16 di Pisticci II; n. 17 di Policoro I; n. 18 di Policoro II, con Nova Siri; n. 19 di Salandra, con Calciano,
Garaguso, San Mauro Forte; n. 20 di Scanzano
Jonico; n. 21di Stigliano; n. 22 di Tricarico; n. 23 di Tursi, con Craco; n. 24 di Rotondella, con Colobraro,
San Giorgio Lucano, Valsinni.
(In 13 comuni,
35.000 elettori voteranno anche per il rinnovo delle amministrazioni locali,
esattamente ad Accettura, Bernalda, Calciano, Craco, Garaguso, Gorgoglione,
Miglionico, Nova Siri, Pomarico, Rotondella, San Giorgio Lucano, Valsinni. Solo
due le donne candidate alla carica di sindaco, otto dei quali sono uscenti che
si sono ricandidati. A Bernalda, se si voterà, dopo la ricusazione delle due
liste in competizione, il più alto numero di elettori, 10.897, seguito da Nova
Siri, 5.468, e Pomarico, 3.992. Il numero più basso di elettori a Calciano,
739, e Craco, 765.)
Nel collegio
n. 23 di Tursi i
candidati del centro sinistra, che sostengono il candidato presidente Francesco
STELLA, sono: VERDE Leandro
Domenico (Di PIETRO - ITALIA dei
VALORI); BOCCARDI Elisabetta Salvatrice
(Verdi); GUIDA Antonio (Partito
Socialista); MODARELLI Giuseppe
(Popolari Uniti); CAPUTO Salvatore
(Partito Democratico); DE SIMONE
Francesco (Stella Presidente); oltre agli esterni: DELL'ISOLA Francesco Armando
(Sinistra per la Basilicata) e MARSICO Maria Maddalena
(Rifondazione e Comunisti Italiani).
Il
presidente del centrodestra Giuseppe
LABRIOLA è sostenuto da: D'ALESSANDRO
Filippo (Movimento per l'Ialia - Santanchè); COSMA
Salvatore (Popolo delle Libertà); VIGNOLA Vincenzo (Popolari
Liberali); DI RUGGIERO Nicola (Udeur); TAURO Leonardo Rocco
(Fiamma Tricolore).
Competono
solitari i seguenti candidati presidenti con la lista di riferimento dei
candidati: RUGGIERO Vincenzo (Udc) con LAURIA Antonio; MASTROSIMONE
Rosa (Addc) con D'ERRICO Maria
Antonietta; D'AMELIO Saverio (Mpa) con LAVIERI Giovanni; PINTO Leonardo (La Grande Lucania) con CAPOGROSSO
Rocco; MARTINO Domenico (Uci) con NOVIELLO Domenico.
Dunque,
a parte gli esterni, una decina gli effettivi candidati tursitani (sei per il
centro-sinistra, due nel centrodestra e due isolatamente fuori dei maggiori
raggruppamenti):
Di
PIETRO - ITALIA dei VALORI - VERDE Leandro Domenico, 28 anni (nato
il 12 febbraio 1981 a
Vimercate, in provincia di Milano), giornalista, laureando in Scienze della
comunicazione;
POPOLARI
UNITI - MODARELLI Giuseppe, 33 anni (nato a Tursi il 20 giugno 1975),
dottore in Giurisprudenza;
PARTITO
SOCIALISTA - GUIDA Antonio Giovanni
Alfredo, 60 anni (nato il 19
giugno 1948 a
Tursi) dottore in Medicina;
STELLA
PRESIDENTE - DE SIMONE Francesco, 56 anni (nato il 20 ottobre 1952 a Corigliano Calabro
(Cosenza), ragioniere commercialista;
PARTITO
DEMOCRATICO - CAPUTO Salvatore, 60 anni
(nato il 20 novembre 1948 a
Tursi), infermiere professionale in pensione;
VERDI
- BOCCARDI Maria Salvatrice Elisabetta,
detta Bettina, 52 anni (nata il 18
febbraio 1956 a
Tursi), docente di Lettere e filosofia nelle scuole Secondarie di II Grado;
MOVIMENTO
PER L'IALIA-SANTANCHÈ - D'ALESSANDRO
Filippo, 52 anni (nato il 26
ottobre 1956 a
Tursi), impiegato Inps;
POPOLO
DELLE LIBERTÀ - COSMA Salvatore, 32 anni (nato il 20 maggio 1977 a Tursi), diplomato
Isef;
UDC
- LAURIA Antonio, 48 anni (nato il
20 luglio 1960 a
Matera), dottore in Agronomia;
ADDC - D'ERRICO Maria Antonietta, 42 anni
(nata il 4 settembre 1966 a
Tursi), avvocato.
È
tursitano anche lo stesso candidato presidente del centrodestra Giuseppe Domenico LABRIOLA, 55 anni (nato
il 23 luglio 1953 a
Tursi), noto avvocato.
In
tale scenario politico, si recheranno al voto i cittadini della società
tursitana e crachese insieme (anche se non è mai stato chiarito fino in fondo
il legame tra i due comuni, tanto da giustificare la loro antica unione come collegio
elettorale provinciale). Attualmente, nel collegio n. 23 Tursi-Craco, gli elettori sono in tutto 5.215
(inclusi i 739 di Craco). Tursi conta 5.215 abitanti (dato aggiornato al 31
marzo 2009), dei quali 4.353 gli elettori (2.171 maschi e 2.182 femmine). Salvo
sorprese clamorose, i voti validamente espressi (al numero di elettori vanno
detratti i non partecipanti al voto e le schede bianche e nulle) dovrebbero
aggirarsi intorno ai 3.600 voti in totale.
È
ragionevole prevedere, indipendentemente dallo schieramento che risulterà
vincente, la conquista del necessario quorum per la elezione dei consiglieri da
parte almeno dell' IdV, PD, PdL, Udc, essendo caratterizzati da maggiore
incertezza i destini degli altri partiti, perché di nuova formazione (Stella
Presidente, Popolari Uniti, Sinistra per la Basilicata, Addc, Uci, La Grande
Lucania, Popolari Liberali) oppure "storicamente" minoritari (PS, Verdi, Udeur, Mpi, Fiamma, Mpa,
Rifondazione e Comunisti Italiani).
Anche per una questione di stile politico (e
familiare), non siamo tra coloro che ritengono di dover alimentare la polemica
del voto in-utile o sprecato, ma bisogna pur ricordare che nessun tursitano è
stato eletto al Consiglio Provinciale di Matera dal 1995 (quando vinse il giovane Pasqualino Cassavia, figlio dell'allora sindaco Peppino Cassavia). Da quattordici anni,
dunque, nessun altro è riuscito nell'impresa di conquistare il seggio e
risultare eletto. La breve presenza di Giuseppe
Modarelli nel 2004 e quella successiva di Antonio Guida nel 2008 (dopo un incarico annuale di assessore) sono
scaturiti rispettivamente da un mero errore di trascrizione dei conteggi e da
un ripescaggio a causa delle dimissioni intervenute tra i consiglieri provinciali
dello stesso partito (per la nota incompatibilità tra la carica di consigliere
e l'incarico di assessore).
In
questi primi giorni di campagna elettorale, si dice ripetutamente con un misto
di fastidio, disaffezione e stanchezza che i candidati siano davvero troppi e
che nessuno potrà vincere. Tale considerazione dell'opinione pubblica è solo parzialmente
vera e accettabile, per una serie di ragioni:
1. La situazione delle
candidature è oggettivamente uguale dappertutto: in ogni collegio, nessuno
escluso, ci sono tanti candidati quante sono le (diciotto) liste. Se mai sono
penalizzati quei collegi che hanno tutti i candidati di estrazione locale. A
Tursi, invece, pur essendo tanti, sono però
dieci (su diciotto).
2. Il collegio Tursi-Craco è di medie proporzioni e
difficoltà, rispetto ai collegi monoterritoriali (in un solo comune) e a quelli
pluricomunali (che comprendono più comuni, da due a cinque). Sostanzialmente,
infatti, dagli anni Cinquanta del Novecento Tursi ha sempre espresso consiglieri
(e assessori) provinciali. Dal 1956 al 1970 Mario De Santis, anche vice presidente dell'ente; Domenico Latrecchina, eletto nel 1960; Berardino Conte, che subentrò a un
consigliere dimissionario nel 1965; Salvatore
De Santis(fratello di Mario), eletto nel 1970; due eletti nel 1975: Ugo De Vita e Giovanni Di Tommaso (assessore al Bilancio, Finanze e
Programmazione); Giuseppe Labriola (l'attuale
candidato presidente del centrodestra) divenne consigliere provinciale nel
1980, seguito nel 1985 da Vincenzo Di
Giura (assessore al Bilancio fino al 1987); ancora due nel 1990: Rocco Campese e Salvatore Verde, assessore all'Ambiente, caccia e pesca fino al
1995, quando è risultato eletto Pasqualino Cassavia (anch'egli assessore
all'Ambiente per un biennio).
3. Le vicende politiche degli ultimi vent'anni
sono l'emblema di un impoverimento tursitano dei partiti, della carente reale
rappresentatività e inadeguatezza della classe dirigente, con una crisi
macroscopica di idee e progettualità, e anche generazionale. Insomma, Tursi non
è più considerabile come roccaforte di un partito, quale che sia. Ne consegue
che sono indiscutibilmente minime le possibilità di elezione dei candidati dei grandi partiti,
in particolare del Partito Democratico (PD) e del Popolo delle Libertà (PdL),
dovendosi loro attestare intorno ai mille voti a testa, se non di più (anche
considerando che ne eleggono in numero maggiore, soprattutto in caso di
vittoria dello schieramento di appartenenza), calcolo poi tradotto ed espresso
unicamente in percentuale, rispetto a quei comuni che sono notoriamente
polarizzati con le loro candidature vicino al centrodestra o al centro-sinistra.
All'opposto, i piccoli partiti sono a rischio duplice, sia per il
raggiungimento del quorum (i voti
necessari a far scattare almeno l'attribuzione di un seggio) sia per la
individuazione del candidato eleggibile, sempre con il criterio dei voti in percentuale
(applicandosi anche in questo caso la valutazione precedente del "paese
roccaforte"). Non pare proprio che sussistano le condizioni per accreditare un
candidato in grado di ottenere un simile consenso.
4. Per logica conseguenza,
la lista Di Pietro-Italia dei Valori è quella che oggi ha maggiori possibilità
e probabilità di elezione, non essendoci problemi di quorum (potrebbe ottenere
anche due o tre eletti) e avendo già raccolto alle ultime elezioni politiche
del 2008 il 6% (140 voti al Senato e 160 alla Camera): a Leandro D. Verde, il più giovane dei candidati, basterà superare il
10% dei voti validi e attestarsi vicino ai 400 voti per vincere. È lui la vera
novità di queste elezioni, per il rinnovamento e il cambiamento.
Occorre,
poi, riflettere sul dato specificamente di Tursi delle quasi tutte travagliate
e improvvisate candidature. Quella del PdL ha di fatto annullato l'effetto di
"trascinamento" del candidato presidente (storicamente è la prima volta in
assoluto per un tursitano) a favore del candidato consigliere Salvatore Cosma, poiché qualsiasi
forzatura di un "esterno" a dispetto di indicazioni interne ai partiti, anche
solo apparendo di imposizione politica, non è mai indolore, peggio ancora se
riguarda la scelta di persone da escludere (reazione appena mitigata dalla
cosiddetta disciplina di partito).
La candidatura del PD di Salvatore Caputo è la più critica e a
rischio, con un gigantismo di forzature e di isolamento oggettivo, essendosi il
partito smembrato al suo interno, per un resa dei conti che in modo inevitabile
si farà successivamente. Solo un miracolo di clericalismo, trasformismo e
trasversalismo salverà il Partito Democratico da un tracollo ipotizzabile, ma
giammai potrà evitare una caduta che appare certa del candidato autoimpostosi
con giochi di basso profilo politico. Quanto accaduto nel PD sembra un inno al
tradimento, che gli elettori potrebbero punire senza appello nel segreto
dell'urna, magari con un pensiero collegato pure al futuro prossimo (come ricandidare
ancora qualcuno che accampa pretese a sindaco dopo una sonora bocciatura?).
La
scelta nel Partito Socialista di Antonio
Guida è davvero clamorosa, indipendentemente dal prevedibile esito. Deciso
a contarsi, ha lasciato il Pd e intrapreso un percorso di responsabilità in
proprio, dopo una lunga militanza nei Popolari e nella Margherita, di matrice
catto-centrista, e il lunghissimo sodalizio affettivo e politico con l'attuale
sen. Carlo Chiurazzi, suo protettore
di lungo corso, ormai deciso a guardare oltre.
Non volendo stare ulteriormente
alla finestra, l'indipendente (ex assessore DC e poi assessore con Guida) Francesco De Simone era a caccia di una
candidatura (nel volgere di una settimana, voci accreditate lo davano posizionato
nell'Idv e nel PS), l'ha ottenuta nella lista del Presidente, stimolato dal
candidato presidente Franco Stella,
direttore dell'Api-Matera, che dovrebbe coinvolgere qualche impresa locale nel
sostenerlo un poco.
Viaggia da solo Antonio
Lauria, nel gruppo dei fedelissimi del consigliere regionale Vincenzo Ruggiero. Nei Popolari Uniti,
partitino nato dalla scissione dall'Udeur, dove era stato candidato nel 2004, Giuseppe Modarelli affronta la campagna
elettorale con toni e modi depotenziati, anche della presenza del leader Carmine Nigro. Sorte analoga accomuna le
veterane Bettina Boccardi (nei
Verdi)
e Maria Antonietta D'Errico
(Addc), con candidature spuntate
in tutti sensi, quasi per una vocazione al martirio, a servizio di una (buona?)
causa.
Insomma, sintetizzando al massimo: uno solo ha possibilità di farcela,
gli altri sono tutti tagliati fuori (almeno secondo il nostro interessato e ragionato
parere). Se gli allibratori ufficiali lo accettassero, però, si potrebbero fare
scommesse, vincenti.
Salvatore
Verde
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