Farmacia, una petizione sospetta
La spinosa questione politico-amministrativa
della istituenda seconda farmacia si complica per via di un'assai irrituale
raccolta di firme che ha condizionato in modo determinante la seduta del
consiglio comunale del 26 febbraio, quando, dopo quasi cinque ore di non
proficua discussione, si è deciso il rinvio, al fine di consentire agli uffici
di approntare il regolamento e andare poi al referendum popolare, fatto inedito
per la cittadinanza.
Insomma, il caso è in un vicolo cieco con tanto di
scenario giudiziario alle porte, senza escludere conseguenze politiche dirette
e trasversali sulla stessa tenuta della maggioranza, in carica da tre anni,
quando scaturì dall'unica lista nella competizione elettorale. In effetti,
nella documentazione a corredo dell'argomento in discussione nel consiglio,
c'erano due raccolte di firme, risalenti rispettivamente all'incirca allo
scorso ottobre e a gennaio, ciascuna con oltre 600 sottoscrittori, ma gli
intenti erano del tutto contrapposti.
La prima era stata portata avanti dal
giovane blogger tursitano Antonio Di Matteo, per richiedere la modifica della
decisione adottata a settembre del 2012 e collocare la nuova farmacia nel
centro abitato. La seconda, con altrettanto successo numerico, invece ne
chiedeva la riconferma a Panevino. Ma il giorno dopo la seduta consiliare è
arrivato il colpo di scena, non proprio inatteso, poiché su tutto aleggiava proprio
l'anomalia della seconda raccolta di firme, come avevano già denunciato alcuni
consiglieri, avendo notato "nomi di minorenni, non residenti, persone
inesistenti e anche decedute".
Lo ha confermato la nota protocollata di Luigi
Gaetano Settembrini, un cittadino di Panevino che ha si sottoscritto, ma ha
smentito di essere il responsabile della raccolta, come era stato invece
indicato durante l'assise comunale, chiarendo con precisione che è stata "portata
avanti dallo zio di un consigliere comunale". La turbativa della seduta è stata
ritenuta grave da alcuni consiglieri poiché "l'organo consiliare ha ragionato
su un presupposto rivelatosi non veritiero e/o falso in tutto o in parte".
Alla
luce di tutto questo, bisogna comunque approntare prima un regolamento
attuativo dell'articolo dello statuto sul referendum, che adesso non si sa che
fine farà, mentre continua a esplicare i suoi effetti il precedente deliberato
dell'anno scorso. Gli atti vanno alla Regione per il bando, con l'ubicazione
della seconda farmacia nella frazione di Panevino (distante 15 km da Tursi e 5 da
Policoro), anche se i cittadini vorrebbero esprimersi, con un esito che appare
probabilmente scontatissimo.
Salvatore Verde
(La Gazzetta del Mezzogiorno, lunedì 11 marzo)
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