Tursi - Sono trascorsi più di
sei mesi ormai e nove consiglieri comunali (dei sedici assegnati all'ente,
oltre il sindaco) non riescono ad avere ragione delle loro dimissioni,
replicate due volte (il 6 e 14 marzo). In verità, sono stati già tutti
surrogati: la minoranza di otto ha sostituito la maggioranza di nove, in due
tempi (la prima, quella del consigliere Annibale
Santagata è del 15 marzo). La vicenda si allarga a dismisura: dal Consiglio
comunale alla Prefettura di Matera, dal Tar per la Basilicata al Consiglio di Stato a Roma e, non ultimo, al
Ministero dell'Interno, oltre al numero di avvocati coinvolti dalle parti in
causa. Solo ieri il botta secca e risposta piccata tra istituzioni pubbliche e
società politica tursitana. Alcuni giorni addietro, infatti, al neo Prefetto di
Matera che ha chiesto un parere in merito, il Ministero ha risposto che "non si
ritiene debba attivarsi la procedura", di sospensione e scioglimento del
consiglio comunale. Sconcerto generale e durissime note dei resistenti in
giudizio. I dimissionari, infatti, contestano il parere ministeriale perchè
"assolutamente illogico ed irragionevole", si chiedono "che fine abbiano fatto
le seconde dimissioni ritenute valide a tutti gli effetti e giammai impugnate
da alcuno", e preannunciano "eclatanti azioni dimostrative". Se la ex
consigliera Sarubbi, ha formulato una serie puntuale di quesiti alla
Prefettura, i loro avvocati, Aldo Loiodice e Ignazio Lagrotta,
docenti all'ateneo di Bari, chiedono che si riesamini la vicenda e le autorità si
pronuncino "in maniera espressa sull'atto dissolutorio del 14 marzo 2008, onde
consentire la tutela giudiziaria delle posizioni rappresentate", chiarendo che
"in difetto di un formale riscontro si procederà ai sensi di legge anche a
mezzo di apposito ricorso avverso l'inerzia di codesta Amministrazione".
Dunque, scontro aperto e aspro, dalle conseguenze imprevedibili.
Ricordiamo che dopo la nomina
del commissario prefettizio è arrivata la sospensiva del decreto di sospensione
del consiglio comunale da parte del Tar (la sentenza di merito il 20 novembre
prossimo), che ha reintegrato i ricorrenti, cioè il sindaco e la sua ex
maggioranza (poi minoranza), assistiti dall'avv. Donatello Genovese. In agosto, il Consiglio di Stato ha
accolto l'istanza cautelare in primo grado e deciso con
ordinanza che le dimissioni collettive (del 6 marzo, ndr) erano finalizzate
allo scioglimento dell'organo consiliare, ancorché inefficaci "per vizi formali
della presentazione delle dimissioni relative agli altri consiglieri", quindi,
non si poteva surrogare Santagata.
da LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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