Incontro con il M° Francesco Muscolino, direttore del coro Regina Anglonensis
di Tursi
In una breve pausa del suo lavoro, il M° Francesco
Muscolino, giovane ed esperto musicista tursitano, oltre che insegnante di
educazione musicale a Siena, ci parla con piacere della sua grande passione per
la musica e di quella che può essere considerata a tutti gli effetti la sua
creatura, ossia la Corale
diocesana della Cattedrale di Tursi.
M° Muscolino, ci dica un po' di questa sua passione che è diventata una
professione.
Con molto piacere! Ho intrapreso lo studio della musica
prima a Tursi, grazie al sacerdote tursitano don Luigi Santamaria, maestro di
cappella ed organista della Cattedrale, che mi fece da insegnante prima di
consegnarmi agli studi del M° Diego Di Noia. Queste esperienze precedettero il
mio ingresso al Conservatorio "E. Duni" di Matera, dove ho studiato per dieci
anni, frequentando il corso di Organo e composizione organistica, seguendo
tutte quelle materie che si rifanno al suono dell'organo a canne, che è lo
strumento per eccellenza delle funzioni cristiane. Dopo essermi diplomato nel
2004, sono entrato al Conservatorio di Potenza e ho seguito per due anni il
corso di Didattica per la
Musica, che abilita all'insegnamento, specializzandomi nel
2006. Appena ultimati gli studi, ho iniziato ad insegnare nelle scuole
Secondarie della provincia di Siena, dove sono tuttora.
Una vita con e per la musica. Ci spieghi l'idea del Coro Regina
Anglonensis.
Da sempre vicino alla parrocchia Cattedrale di Tursi, nonostante
l'incendio del 1988 che ci costrinse a trasferirci nella chiesa del Sacro Cuore
(di viale sant'Anna, ndr), ho cominciato
lì a muovere i primi passi per la nascita del coro. Con l'allora parroco don
Peppino La Banca
abbiamo dato vita nel 1996/97 ad un coro di voci bianche, formato dai ragazzi
della scuola Media e delle Superiori. Ricordo che quell'anno arrivammo a
quaranta elementi, con grande sorpresa per Tursi ed anche per mons. Rocco
Talucci, all'epoca vescovo della Diocesi di Tursi-lagonegro. Per i primi tre o
quattro anni, questo coro ha funzionato bene, animando le liturgie, sia quelle
domenicali, e succedeva spesso, che soprattutto quelle della feste, come il
Natale e la Pasqua.
Tuttavia,
con il passare degli anni, pur maturando ed ampliando il repertorio, il coro ha
dovuto fare i conti con l'emigrazione, di cui spesso il nostro territorio è
protagonista. Cosi per sopperire a questo calo di numero e seguendo una mia
esigenza, che già sentivo da un po', decisi di cambiare la fisionomia alla corale,
inserendo anche voci di adulti, sia maschi che femmine, rendendola così un coro
polifonico, ossia a più voci. Abbiamo iniziato poi a seguire un percorso
polifonico sacro, con cui abbiamo animato le varie ricorrenze non solo della
Cattedrale di Tursi, ma anche quelle presiedute in tutta la diocesi dal nuovo
vescovo, mons. Francesco Nolè, essendo stati erretti a Coro diocesano.
Attualmente il Coro Regina Anglonensis, del quale sono sempre stato direttore come
da statuto, e che porta questo nome per ricordare lo stretto legame con la Madonna di Anglona, è
composto da circa ventisette elementi, per lo più presenze femminili e questo
mi rincresce molto, in quanto è sempre dura coinvolgere gli uomini in questo
tipo di attività (essendo più portati per altri tipi di aggregazioni, magari
più sportive).
Vorrei ricordare, per concludere questa panoramica
sull'associazione, che abbiamo prodotto un cd-rom dal titolo "Madonna mej
d'Angnon'", che include dieci brani, alcuni il lingua dialettale tursitana e
altri in italiano, fino a oggi sempre tramandati oralmente di generazione in
generazione. Noi abbiamo avuto questa fortuna, con un lavoro durato circa due
anni, di incidere tali canzoni e trascrivere su un libricino, contenuto
all'interno del cd, tutti i testi prima nella loro forma originaria e poi
magari con la loro trascrizione italiana.
E i rapporti con
l'amministrazione e le altre associazioni?
Sinceramente non abbiamo avuto molti rapporti con le
amministrazioni comunali e neppure con le altre associazioni. Il mio
intendimento era che il Coro venisse considerato come un'iniziativa seria a
ogni livello, anche perché credo che
siamo una delle poche associazioni che sistematicamente, una o due volte a
settimana, si riunisce e studia, perché la musica che non trattiamo non può
essere improvvisata. Ma, a dirla tutta, noi vorremmo maggiore attenzione da
parte di tutti e dico francamente che non abbiamo mai avuto dei fondi per
acquistare il materiale necessario per la nostra attività, e comunque, se
qualche minimo finanziamento c'è stato, è avvenuto in modo del tutto irrisorio,
visto che con grandi sacrifici noi provvediamo all'acquisto di spartiti,
fotocopie, abbigliamento ed altro.
Con le altre associazioni, invece, a parte
un'edizione di Telethon (di due o tre anni fa, quando tutte le associazioni
furono unite per la raccolta fondi), non abbiamo grandi rapporti, forse perché
veniamo considerati come un'associazione più specifica, o perché siamo troppo
impegnati a provare, tanto che non saremmo a disposizione degli altri per
confrontarci. Posso dire, però, che a noi farebbe molto piacere interagire con
le altre associazioni, ribaltando l'idea che il Coro sia solo e prettamente
religioso, vista l'ampiezza del nostro panorama musicale. Anzi, sono sicuro che
se si presentasse dinnanzi a noi un progetto culturale che riguardasse le
nostre tradizioni e quant'altro, saremmo in grado di dare esempio di come
possiamo interagire con le altre realtà associative. Anche perché, da alcuni
anni, la nostra è iscritta all'Abaco, ossia l'Associazione Basilicata Cori, che
fa parte della Feniarco, ossia l'associazione nazionale di tutti i cori
italiani.
Salvatore Cesareo
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