Intervista a Francesco D'Alessandro, presidente della TribalArte Tursi
C'è voluto del tempo, dopo averlo rincorso per mesi, ma alla
fine siamo riusciti ad avere le sue risposte via e mail. Il presidente della
TribalArte Francesco D'Alessandro è un giovane tursitano, "trapiantato" a
Policoro per motivi di lavoro, un ragazzo dinamico e sommerso dal lavoro, ma
che trova sempre spazio per coltivare le sue passioni.
Ci parla della sua associazione
che con tanta fatica e impegno ha messo su.
Signor D'Alessandro, come nasce l'associazione culturale da lei
presieduta?
Il laboratorio artistico "TribalArte" nasce nel
2000, anno in cui i primi volontari curarono gli aspetti scenografici e
organizzativi della manifestazione con la quale il gruppo musicale degli Helldriver
celebrava i suoi primi 10 anni di attività. In tale occasione, un gruppo di
artisti/artigiani, guidati da Antonio Farina, realizzarono una splendida scenografia
"rock" che l'allora assessore sport, spettacolo e cultura volle
premiare con un riconoscimento istituzionale. Tale esperimento si ripeté a
breve distanza per la scenografia di una sfilata moda capello e per uno
spettacolo del gruppo folklorico "Anglona". L'apprezzamento e la
soddisfazione che queste manifestazioni generarono spinsero i componenti
originari, che avevano già un passato all'interno della Pro Loco, a costituire un primo nucleo associativo. Il
nucleo originario, che poi divenne il consiglio direttivo, era composto da:
Luigi Caldararo, Giuseppe Guglielmucci e Leonardo Salerno, oltre che da me e lo
stesso Farina. Nel corso di questi 12 anni, il laboratorio ha organizzato
sfilate di carnevale, concerti musicali, manifestazioni culturali e spettacoli
teatrali, realizzando scenografie, carri allegorici ma anche sceneggiature e
tanto altro fino ad arrivare all'impegno nel sociale.
Sembra un exploit in crescendo. Ci spieghi la struttura, i fini e le
attività svolte e/o organizzate nel corso di questi anni.
La nostra è un' associazione che si occupa dell'arte
nelle sue varie forme e pone l'arte stessa al servizio degli altri. Dunque
l'arte non è il fine, ma piuttosto il mezzo attraverso il quale cerchiamo di
educare i più giovani alla socialità, al rispetto, alla lealtà e alla
condivisione, partendo da una più profonda consapevolezza del sé e delle
proprie radici storico-culturali. L' associazione si compone oggi, di circa 50
soci i quali versano una quota associativa annua di 5 euro. Per quanto riguarda
le attività svolte di recente, mi piace ricordare: il "Carnevale tursitano 2011";
gli spettacoli teatrali itineranti "Matrimonio antico tursitano - Pacta
Matrimonialia" e"Briganti noi?" portati in scena in vari comuni
della Basilicata; lo spettacolo musicale "Cultura e Folklore", con la
partecipazione dei gruppi folclorici "Anglona" e "La Famiglia",
divenuti poi parte integrante del nostro laboratorio. A tal proposito, voglio
ricordare che per ogni attività svolta, la Tribalarte ha attivato i seguenti
laboratori: scenografia; pittura e decorazione; utilizzo della carta pesta;
teatrale e musicale. Per concludere, voglio così ringraziare coloro che si
occupano della parte teatrale. La sceneggiatura degli spettacoli, infatti, è
stata curata da Caldararo mentre la realizzazione delle scenografie è stata
diretta da Farina.
Una panoramica minuziosa ed appassionata. Come si relaziona la vostra
associazione con le altre presenti sul territorio e con l'amministrazione
comunale?
Da sempre collaboriamo con altre associazione in perfetta sintonia
e reciproca ammirazione. Anche le istituzioni hanno nella grande maggioranza
dei casi apprezzato e sostenuto il nostro lavoro.
Una domanda finale un po' più personale: cosa ha dato il presidente D'Alessandro
all'associazione e se è stato ricambiato?
Di certo è stato maggiore il contributo ricevuto di quello
dato. Sono cresciuto tra concerti e manifestazioni, acquisendo una certa
competenza in termini tecnici sull'utilizzo di apparecchiature audio-video. Ma
quello che ho ricevuto dal laboratorio è
stato prima di tutto un insegnamento di vita. Ho trascorso anni bellissimi e ho
imparato tanto, come l'amore per la pittura e quello per la musica, che è
cresciuto in me. Inoltre, ho imparato a lavorare sporcandomi le mani con la
carta pesta e a gioire di fronte al risultato del mio lavoro. Ho imparato ad
ascoltare, a comprendere e a solidarizzare. Ho imparato a confrontarmi in modo
sano, costruttivo e sereno. Insomma, sono cresciuto e mi piace pensare che la
Tribalarte possa e debba essere per chiunque, prima di ogni altra cosa, uno
spazio in cui, assieme all'artista, a crescere è l'uomo. Quello che ho dato?
L'ho dimenticato. E anche questo l'ho imparato nella Tribalarte...
Salvatore Cesareo
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