Intervista al prof. Salvatore Gravino, presidente dell'Associazione di
volontariato "V per Vito"
Un'associazione per dare ancora senso ad una vita. Salvatore
Gravino, docente di Italiano dell'Istituto Comprensivo "Albino Pierro" di
Tursi, ci accoglie nella sua casa, per parlarci della "V per Vito", l'associazione di volontariato che presiede.
È stata costituita in memoria del figlio Vito, giovane personale trainer,
nonché musicista, scomparso tragicamente in un incidente stradale a Roma nel
febbraio del 2011.
Professor Gravino, ci dia qualche informazione su questa nobile
iniziativa intrapresa dalla sua famiglia?
Grazie per l'opportunità. La costituzione dell'associazione
"V per Vito" risale all'11 marzo del 2012, dando seguito alla volontà espressa
dai miei figli, Pietro ed Elena, subito dopo esserci ripresi dallo shock che ci
ha provocato la perdita improvvisa di Vito. Cosi, superate le ultime remore,
abbiamo stilato lo statuto, consultandoci anche con il CSV (Centro servizio
volontariato) di Matera, per definire le finalità che l'associazione doveva
perseguire. Mio figlio Vito amava la musica e lo sport e su questi due pilastri
abbiamo costruito questa associazione, dove la lettera "V" dell'intitolazione
ha molti significati: come l'iniziale del suo nome o come volontariato, oppure
la data (con numero romano, ndr) del primo concerto organizzato a Tursi,
appunto il cinque agosto del 2011, da tutti gli amici che mio figlio aveva
sparsi per l'Italia.
Le finalità dell'associazione sono dunque musicali e sportive. Ci
spieghi meglio in cosa consistono nello specifico.
Questi due ambiti sono quelli che maggiormente vedono
coinvolti i giovani e la nostra associazione nasce innanzitutto per mantenere
viva la memoria di Vito, favorendo una cultura musicale nel territorio. Che può
avvenire attraverso dei seminari di strumenti musicali, per dare la possibilità
a tanti ragazzi di imparare quello di cui mio figlio si cibava ogni giorno: il
suono della sua chitarra. A coronamento, vi è il concerto che organizziamo
ormai da due anni nel mese di agosto, che calamita l'attenzione di molti
giovani e vede la presenza di numerosi musicisti, soprattutto romani, di grande
talento. Anzi, voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile
l'evento di quest'anno, senza dimenticare l'associazione "Il Ventilatore" per
la vicinanza e l'amministrazione comunale. Un grazie davvero sentito. Inoltre,
abbiamo un sodalizio con l'Atletica Amatori Tursi (e Vito era un tesserato,
ndr) con la quale organizziamo il "Corri con noi" e il "Giro podistico
tursitano", continuando a mantenere sempre vivo un ricordo che mai niente e
nessuno affievolirà dentro di noi.
Ci illustri la struttura associativa.
I membri
sono una dozzina circa, anche se il numero
ufficiale è in continua crescita, favorito dalla marea di amici che
aveva mio
figlio. Per quanto riguarda l'organigramma dell'associazione, invece,
mio figlio Pietro è il vice presidente, mia figlia Elena la
segretaria e mia moglie Carmela la contabile; con noi anche l'ex
fidanzata di
Vito Federica Rotondi, che fa parte del consiglio di amministrazione, e
tra i
soci fondatori, voglio ricordare l'amico più caro di Vito che è Filippo
Cantarella.
Come valuta il rapporto con le altre associazioni e con
l'amministrazione comunale?
Ho sempre pensato, essendo impegnato nel sociale, che le
associazioni debbano collaborare e muoversi con una certa sinergia, soprattutto
in una realtà piccola e povera di strutture come la nostra. Per quanto riguarda
l'ente locale, invece, posso ritenermi soddisfatto dei rapporti che abbiamo
posto in essere, sia quest'anno ma anche quando l'associazione non era stata
costituita.
Un ultima domanda più personale: quanto c'è di suo figlio Vito in
questa associazione?
Penso che ci sia tutto, perché ognuno dei componenti della
nostra associazione, ha un pezzo di Vito con se. Questo ci ha portato a
diventare una grande famiglia e noi abbiamo ereditato tanti "figli" che ci
hanno permesso di capire fino in fondo la grandezza e la stima di cui godeva
Vito. Un esempio straordinario di questo rapporto indissolubile che lui era
stato in grado di creare, lo abbiamo avuto durante il primo concerto
organizzato in sua memoria a Roma, al Defrag, che si è trasformato in un gesto
spontaneo e collettivo di partecipazione, da parte di tanti ragazzi che raggiunsero
la capitale da ogni parte d'Italia. In questo, devo dire, ha un ruolo
determinate mio figlio Pietro, che ha mantenuto i rapporti con tutti,
instaurando un'amicizia forte con i ragazzi, cosi come era capace di fare Vito.
Salvatore
Cesareo
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