Quello che resta della politica locale, dopo le interviste
ai sindaci
La politica a Tursi è stata sempre vissuta con passione e
dedizione dalla maggior parte dei protagonisti degl'ultimi anni della scena
politica, ma anche dall'intera cittadinanza. Nel corso delle interviste svolte
in questi mesi è emerso che, oltre ad una profonda modifica dell'aspetto
istituzionale ed infrastrutturale della nostra cittadina, abbiamo assistito ad
un serio e desolante svuotamento demografico che tuttavia negl'ultimi anni è
stato attenuato solo dall'avvento degli immigrati sul nostro territorio.
Con il sistema elettorale proporzionale, i governi cittadini
erano molto brevi: alcuni duravano pochi anni, altri pochi mesi, altri
addirittura un giorno soltanto (dopo il giuramento in Prefettura). Il peso dei partiti, che la facevano da padrona, si sentiva
parecchio. Soprattutto la vecchia Dc "dettava legge" sul territorio locale,
tanto da essere ben radicata con la presenza di due correnti: quella Dorotea
legata al Senatore a Vita Emilio Colombo e quella facente capo ad Angelo Sanza.
Tuttavia, la profonda instabilità politica dettata da quel
sistema elettorale, che prevedeva l'elezione indiretta del primo cittadino
(ovvero dagli accordi tra i partiti in consiglio comunale), non ha favorito lo
sviluppo migliore per la città, che ha alternato fasi di crescita a fasi di
declino non indifferenti. I poteri del sindaco e di tutta l'amministrazione
comunale, erano molto limitati e sottoposti a controlli da parte di vari organi
gerarchici che rendevano il sistema si più "giusto" ma anche più farraginoso,
come la maggior parte dei sindaci di quegli anni ha sottolineato.
La situazione finanziaria comunale, che non è mai stata
rosea, nonostante le smentite e le difese che qualcuno ha provato ad opporre, ha
reso tutto lo sviluppo sul territorio molto più difficile. Molte le opere
avviate e completate anche a distanza di decenni. Peculiarità questa che, se
può consolare, riguarda un po' tutti i comuni del Metapontino. Consolidamento
del centro storico, cura della viabilità urbana e verso le frazioni,
miglioramento dell'arredo urbano: sono state queste le priorità di quasi tutti
i sindaci che si sono alternati alla guida della Città di Pierro. Pochi, quasi
nulli a dire la verità, coloro che hanno cercato di intraprendere la strada
dello sviluppo, dell'incremento possibile dell'occupazione. Tanti progetti
validi si, ma tutti o troppo laboriosi o che riguardassero solo l'immediato
presente e non il futuro della nostra comunità.
L'andamento demografico, inoltre, mette in evidenza che
quando le opportunità di lavoro erano ridotte, anche per la scarsa varietà di
opportunità di servizi rispetto a oggi, la popolazione era nettamente superiore,
mentre ora, oltre al trend anche nazionale del calo delle nascite, c'è stata la
ripresa di un'emigrazione significativa, riducendo al lumicino le speranze di
un vero rilancio del territorio, che può passare solo attraverso la presenza in
loco dei giovani.
Dalla metà degl'anni Novanta, il tanto bistrattato sistema
elettorale proporzionale, è stato sostituito dal maggioritario e questo ha dato
nuovo impulso e stabilità alla politica tursitana e non solo. Le
amministrazioni non duravano più il tempo di un consiglio comunale, ma anni e
piano piano, anche le consiliature intere. La continuità amministrativa poteva
portare a un miglioramento notevole della situazione del comune, ma molto
spesso, affermano in tanti, "quello che vuoi fare deve fare i conti con la
situazione che trovi".
Il basso profilo mantenuto da quasi tutti i sindaci
intervistati (soprattutto con l'esperienza ormai alle spalle da anni), che
hanno evitato di lasciarsi andare ad aspre polemiche, è l'aspetto che risalta
di più, anche se le eccezioni non sono mancate, come è anche giusto che sia. Ma
un pizzico di critica costruttiva, anche di contenuta polemica, sarebbe stata
auspicabile e utile. Il rammarico di alcuni per non aver fatto di più verso la
comunità, infatti, ha fatto da contraltare al campanilismo di qualcun altro,
che non ha certo risparmiato stilettate verso i suoi predecessori e successori,
ritenendosi ampiamente soddisfatto del suo operato.
Non resta che attendere l'evolversi degli eventi, con la
speranza che non sia mai troppo tardi, per riportare Tursi e il suo grande fascino
storico-culturale, all'attenzione che sicuramente meritano. Fino ad ora tutti lo
hanno sognato o sperato, ma nessuno ha mai conseguito tale risultato.
Salvatore Cesareo
|