Tursi - Con la incisiva collaborazione tecnica di Carmela Rabite e la responsabilità progettuale di mons. don Cesare Lauria, attuale parroco di Sant’Arcangelo (Pz), dopo una notevole e troppo breve parentesi biennale a Tursi, si va delineando coerentemente il lavoro di ricerca e produzione editoriale che ha prodotto negli ultimi periodi alcune interessantissime opere di valorizzazione della Basilica Santuario della Madonna d’Anglona, “punto di riferimento e faro di spiritualità e di cultura per l’intera diocesi di Tursi-Lagonegro e per le regioni limitrofe della Puglia e della Calabria”. Si tratta di agili volumetti realizzati da studiosi ed esperti locali, con il contributo fondamentale dei Fondi dell’Unione Europea, Programma Leader II “Basso Sinni”, del Cosvel di Rotondella, graficamente accurati, con testi essenziali, chiari e divulgativi, e con un apparato fotografico rilevante. Insomma, buoni libri per i tanti visitatori italiani e stranieri accomunati dalla passione non solo estiva per il turismo religioso, i luoghi di culto, l’arte sacra. A queste indicazioni non sfugge e anzi le esalta al meglio l’ultima pubblicazione curata dai giovani coniugi tursitani Francesco Silvio Di Gregorio, architetto, e Rosa Sarubbi, professoressa di lettere (da poco anche consigliere comunale), dal titolo emblematico “Anglona. Spiritualità arte cultura”. Almeno due i pregi inediti e particolari: è di fatto la prima guida interamente bilingue, con il testo in inglese a fronte, e, inoltre, presenta la dettagliata descrizione dei cicli pittorici esistenti, con le composizioni iconografiche e la scansione posizionata degli affreschi (il cui completo restauro parziale è terminato solo a fine maggio, ndr.), tutti praticamente relativi al Vecchio e Nuovo Testamento, su opposte pareti. In meno di sessanta pagine, troviamo un apparato fotografico di prim’ordine, con 36 foto a colori e 3 in bianco e nero, parecchie le vedute generali e di elementi decorativi esterni e molti particolari pittorici interni magnificamente riprodotti, e 7 piantine sull’architettura del Santuario (elevato a Basilica Minore con Bolla di papa Giovanni Paolo II nel 1999) nelle sue fasi di ingrandimento(XI° – XIII° sec.), 1 antico disegno, 1 moderna cartina geografica. Insomma, una produzione davvero speciale e lodevole, anche nell’accessibilità immediata per tutti, per rinverdire alcuni ricordi legati al luogo. Primo, l’antichissimo culto di Maria Santissima: forse già prima dell’anno Mille, poi riconosciuto dal grande Federico II, nel suo primo anno di governo, nel XII° sec., che concesse l’omonimo feudo al Vescovo, “ivi insediato in memoria di Padre Enrico e a riguardo della Beata Vergine, venerata in quel luogo”, da sempre l’8 di settembre. Poi, la storia: sorta sulle rovine della colonia magno-greca Pandosia, la città di Anglona fu distrutta nel XIV° sec., e da allora la stessa denominazione della diocesi si legò indissolubilmente a Tursi fino al 1976, quando fu tolta in seguito alle nuove ristrutturazioni territoriali decise dalla Santa Sede. Quindi l’architettura: dall’origine incerta, complessa e stratificata nel tempo, per i continui ampliamenti, dal X° sec., “con caratteri formali ed espressivi diversi secondo le aree culturali di influenza, a testimonianza di una cultura multietnica che fa parte integrante dell’architettura romanica meridionale”. E dunque, il valore artistico: di pregio superlativo,oltre la struttura, le raffigurazioni dipinte, ma sono meno della metà quelle conservatesi e recuperate, che evidenziano “le influenze bizantine, carolinge e ottomaniche, ma il linguaggio, rispetto alle chiese romaniche del nord Italia ed Europee, è popolare”. Unici nei, le inspiegabili mancanze di una indicazione bibliografica minima e la paternità delle foto eccezionalmente riuscite, rimediabili nelle prossime edizioni, ne siamo certi. Salvatore Verde
|