Tursi - La prof.ssa Elisabetta Boccardi, amichevolmente Bettina, ha dato alle stampe una divulgativa “Guida ai luoghi pierriani. Tursi - Città di Pierro”, dopo una lunga gestazione, “creando degli itinerari finalizzati ad inquadrare la storia del pese attraverso la descrizione dei suoi beni artistico-architettonici e ambientali (che sono notevoli), nonché a trasportare il visitatore in una dimensione fortemente interiorizzata grazie ai versi del Poeta”. A parte i precedenti due tentativi delle scuole tursitane, ed una analoga iniziativa di Nicola Crispino, la pubblicazione è distribuita anch’essa a costi minimi. Con un lavoro di montaggio di brani tratti dal fondamentale testo del 1851del grande storico locale Antonio Nigro, inoltre, ricorrendo a una miscellanea di ottimi versi dialettali e tradotti di Albino Pierro (1916-1995), pluricandidato al Nobel, la guida tenta di offrirsi con un minimo di approfondimento al turismo culturale di nicchia, in netta crescita negli ultimi anni, per un “viaggio storico geografico” molto dentro il contesto urbano e all’esterno, nel vasto territorio che da Pandosia-Anglona arriva fino alle frazioni di Caprarico e Panevino, passando per il Cimitero. Realizzato con un contributo del Cosvel di Rotondella e di un gruppo di collaboratori: Rosa Vozzi, Rocco Pontevolpe, Luciano Vinci, Rocco Campese, le circa 110 pagine si leggono agevolmente, nella durata di un buon pranzo, prima di riprendere a girare perciò non a zonzo. Notevole il corredo grafico miniaturizzato, opportunamente in bianco e nero e senza fotografie, per lasciare intatto il gusto della piacevole scoperta di una realtà che gareggia sovente con l’immaginazione. Accanto ai tredici bei disegni di Francesco Pandolfo, decano degli artisti pittori-disegnatori locali, vi sono alcuni “quadretti” del 1966-67 di Palmiro Stalfieri , quand’era alle elementari, coetaneo della Boccardi. Che ha pure il merito di aver riscoperto e riproposto dodici “grafismi” tecnicamente superbi di un giovanile Francesco Montagna (con il condivisibile rammarico verso un talento vero che troppo presto ha rinunciato all’arte per dedicarsi, ahinoi, alla forse più remunerativa, per lui sicuramente, attività di commerciante). Siamo anche grati all’arch. Francesco Santamaria, autore della copertina, per averci fatto capire come e quanto il fotomontaggio non si addica al paesaggio-panorama tursitano, che è nelle realtà molto più bello senza orpelli aggiunti o sottratti. La preponderante attenzione del testo, dunque, è dedicata al centro storico, che l’autrice, anche poetessa e donna di teatro apprezzata, propone di visitare in salita, fino alla Rabatana. Naturalmente esiste, una scuola di pensiero esattamente opposta, più favorevole all’itinerario in discesa, appunto, partendo dalla sommità dell’ex sito del castello. Tale dualità rimanda, schematizzando molto, all’ipotizzabile centralità fascinatoria del borgo arabo-saraeno, piuttosto che alla ristrutturata Casa Pierro, nel rione San Filippo, o, se si vuole, all’atavica rivalità tra rabatanesi e bassitani. Proprio i luoghi pierriani, però, con la loro intrinseca “magia”, possono favorire un’armoniosa scelta unificante del turista, riflesso di un interiore itinerario poetico. Salvatore Verde
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