Tursi - Sarà presentato
sabato 9 agosto a Rotondella, in piazza Albisinni, alle ore 19,30, il libro "Antonio
Bianco, un protagonista - Rotondella tra riscatto sociale e contrasti politici".
In scaletta i saluti del sindaco Vito
Agresti, che ha patrocinato l'iniziativa, e di Enzo Santagata, presidente del Cosvel, che ha contribuito alla
pubblicazione nell'ambito del Progetto europeo Leader-plus, misura "Le storie
invisibili". Introduzione di Beppe
Digiamma, presidente dell'associazione culturale "Khorakhané" di Rotondella, che ha curato la ricerca e l'opera
editoriale, e interventi a più voci con Rocco
Collarino e Peppino Morano,
rispettivamente già consiglieri regionale e provinciale, gli ex sindaci Giuseppe Lapolla e Gaetano Persiani, e Walter
Lobreglio, presidente dell'associazione "Pio Latorre". Dibattito moderato
dal giornalista Pino Suriano, anche
autore del pregevole saggio "L'agricoltura del Metapontino negli anni ‘70",
incluso nel volume di 112 pagine, con una trentina di foto anche inedite e in
bianco e nero di valore documentario. Diviso in due parti, il testo si avvale
di una introduzione storica di Battista
D'Alessandro, circa la separatezza dei destini solo successivamente
unificati di Rotondella e della località Trisaia (da dove proveniva Bianco, importante
esponente del Psi), con interessanti dati statistici a cura di Carmen Arena. La dichiarata finalità è
protesa "alla ricostruzione dei principali avvenimenti politici, economici e
sociali che hanno interessato Rotondella nel corso del ventennio 1970-1990,
dall'angolo visuale del suo principale protagonista: Antonio Bianco", ha
scritto nell'invito l'assessore rotondellese alla Cultura Antonio Pastore. In effetti, il lavoro dato alle stampe rappresenta
il primo serio tentativo, anche riuscito, di riscrivere una microstoria locale
attraverso la complessa ma paradossalmente assai lineare vicenda politica di un
personaggio politico, che molto ha influito a livello sociale e istituzionale
nelle alterne vicende comunali e non solo (ma vanno citati almeno Pietro Mazzei, Carletto Stigliano e Mario Di Matteo, anch'essi scomparsi
troppo presto, di recente). Il senso dell'operazione culturale, tuttavia, può essere
letto anche come una indiretta svalutazione di molti protagonisti della
politica contemporanea, della cosiddetta "seconda repubblica", e questo può
spiegare la mancata presenza di un compagno socialista tra i coautori e
relatori. Inoltre, è curioso davvero che di Antonio Bianco nel libro sia stata
omessa la data di morte. Ciò significa, freudianamente, che la storia di
Rotondella dovrà incrociare ancora il destino dell'illustre concittadino,
almeno o magari con un'altra pubblicazione.
Salvatore Verde
Rotondella - Antonio, detto
"Tonino", Bianco (Rotondella 19/12/1940- Policoro 07/6/2000), è stato
probabilmente la personalità politica più "popolare" del Basso Sinni dagli anni
Settanta ai Novanta del Novecento, prima come "civico" e poi quale esponente di
punta del Psi materano e lucano (apparteneva alla generazione che precede
appena quella dei neo senatori Carlo
Chiurazzi e Cosimo Latronico,
allora entrambi della Democrazia Cristiana). Sindaco di Rotondella dal 1970 al
1978, poi promotore e presidente della Cooperativa ortofrutticola Trisaia,
Bianco è stato nel Consiglio di amministrazione dell'Esab (l'ente di sviluppo
agricolo della regione) e, ininterrottamente, anche vice commissario al
Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto dal 1979 al 1985, quando conquista
l'elezione alla Regione, ricoprendo l'incarico di Vice presidente del Consiglio
regionale della Basilicata; rieletto nel 1990, ha terminato la
legislatura (negli anni 1993-95) da assessore alle Attività produttive e Vice
presidente della Giunta Regionale. Successivamente, ma prima delle avvisaglie
della inesorabile malattia, c'è uno scampolo da consigliere comunale
d'opposizione a Policoro, la città Jonica dove si era trasferito agli inizi del
1981, con la moglie Petronilla Morano e
i due figli Enrico (nato nel 1972) e
Vincenzo (1974). Con lungimiranza,
precedendo la prematura scomparsa, il "suo" paese gli ha conferito la
"cittadinanza onoraria" il 12 agosto 1998. Grande esperto di agricoltura,
"necessitevole di sostegno finanziario e ammodernamento tecnico e colturale",
sostenitore del Metapontino, "come territorio da valorizzare e in grado di
produrre reddito elevato", oltre che sensibile al legame con i Lucani nel
Mondo, al punto da richiederne già allora "la partecipazione al voto anche regionale",
Tonino Bianco aveva rare doti di passione e impegno civile, profusi con onestà,
generosità e serietà, giammai disgiunte da un tocco di lievità intellettuale
(pur avendo studiato al Liceo classico) e giovialità umana autentica. Non
totalmente "intruppato" e neppure "solista", per schematizzare con affetto il
poliedrico personaggio, dopo quello di "capopopolo" gli si addiceva il ruolo di
"capo-corrente", che aveva però scoperto tardi. E il suffragio elettorale
raccolto più volte con migliaia di preferenze testimoniano anche di lui una
semplice verità duratura ad ogni latitudine: pur tra contraddizioni e limiti
inevitabili, chi è amato dal popolo ne interpreta in profondità l'anima.
Salvatore Verde
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