Tursi – Si sono svolti oggi pomeriggio, alla presenza di un pubblico numeroso e delle massime autorità cittadine e dei colleghi in alta uniforme, i funerali di Fedele Mormando, deceduto mercoledì a 53 anni, dopo un’inesorabile malattia che lo ha stroncato nell’ultimo quinquennio. Di gioviale temperamento e amicone di tutti, sempre presente e disponibile in ogni circostanza pubblica o in qualsiasi manifestazioni di massa, oltre che Vigile urbano notissimo fino a quando fu ,un paio d’anni fa, collocato a riposo proprio per i gravi motivi di salute, egli è stato a suo modo un uomo “moderno” e come tale vogliamo ricordarlo. Figlio di un falegname pure lui prematuramente scomparso, decise negli anni Sessanta di non proseguire l’attività paterna ma di dedicarsi a quella che pareva essere un aspetto marginale del lavoro, cioè di vendere “casse da morto”, come più volgarmente allora si abbondava dire. In effetti, al tempo erano molti tali artigiani che nella bottega usavano tenere al massimo un paio di bare per qualsiasi emergenza, ma a nessuno pareva serio azzardarsi nell’impresa delle “pompe funebri”, quando scaramanzia e superstizione incidevano nell’inconscio sociale, anche dei bambini che si tenevano lontani perfino dalle pareti del magazzino, da allora sempre nello storico rione di San Filippo, ultimamente in località Ponte Masone, e dove non bastava fare il classico gesto con la mano semichiusa. Poi arrivò il lavoro nella Polizia municipale, ma senza abbandonare l’attività seguita dalla moglie, insegnante, con la quale ha avuto tre figli. Il tempo aveva fatto di lui un sensibile, attento e scrupoloso operatore nei momenti più difficili di tutta la comunità, “praticamente di quasi tutte le famiglie, perché credo di averne curato la sepoltura di oltre 1300 tursitani”, ci ricordava nel periodo natalizio, con bonaria e scherzosa consapevolezza anche del suo male, aggiungendo che “qualcuno doveva pur farlo, perché tutti si muore e non certo per mia colpa, ed io ho cercato di farlo bene, occupandomi sempre di tutto”. Allora non si pensava alle agenzie, con annesso servizio completo, ma circa quarant’anni dopo si. Oggi ce ne sono almeno altre due ed è difficile credere che a Tursi sarebbero emerse senza di lui. Dall’alto della sua intelligente capacità ironica, ci perdonerà se non abbiamo menzionato le sue raffinatezze gastronomiche inusuali. Davvero un personaggio popolare straordinario, destinato a sopravvivere nella memoria di chi lo ha conosciuto e nell’aneddotica. Forse rimarrà il detto, in casi estremi: “Chiamate il Prete e Fedele”.
Salvatore Verde
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