Tursi - Il mesto rito mattutino del funerale di un
giovane amatissimo, si è trasformato in un inedito, grande e spontaneo evento
collettivo. Già nella giornata precedente, una fila interminabile aveva voluto
rendergli l'ultimo saluto fino a tardi. Come se, tra lacrime ed emozione, la
straordinaria dimostrazione di affetto, non solo dei coetanei, ma anche di
adulti e anziani, fosse necessariamente propedeutica all'elaborazione del lutto
privato dei genitori e di tutti i familiari, molti dei quali arrivati da
lontano per l'ultimo addio a Nicola Russo.
Il giovane era morto sul colpo, martedì verso le
ore quattordici, al bivio Sinnica-Giardini di Tursi. Ritornava dal mare in
moto, assieme al fratello Fiore e con altri amici. Per un attimo di fatale
distrazione è finito contro un palo dell'illuminazione, al lato della
carreggiata.
Era gremita all'inverosimile la cattedrale
dell'Annunziata, e molti attendevano nell'adiacente piazza, quando il parroco
don Battista Di Santo, dopo aver ricordato il messaggio di condoglianze del
Vescovo Nolè, ha detto parole ispirate eppure coraggiose, irradiate all'esterno
da altoparlanti. Rivolte alla comunità ("non ci sono umane parole adeguate a
lenire il dolore di una famiglia che accompagna un ragazzo non ancora
quindicenne al cimitero), ai giovani amici ("troppo grande è la tragedia che si
è consumata, anche se, in verità, con un po' più di attenzione e prudenza forse
si poteva evitare"), ai genitori ("per la dignità di mamma Carmela e di papà Vincenzo,
che era lontano con il camion per lavoro, al momento dell'incidente, è giusto
dire che hanno saputo educare al bene i loro tre figli, affinché non deviassero
mai neppure inconsapevolmente"), ma anche alle istituzioni ("affinché si chiuda
presto e bene la vicenda di alcuni anni addietro"). Pure il lutto cittadino
proclamato dal sindaco Salvatore Caputo, ha voluto agevolare "la riflessione in
ogni casa sulla emblematicità della tragedia: un simbolo di libertà e di gioia,
non deve trasformarsi in strumento autolesivo".
La messa corale è stata concelebrata, inoltre, da
don Gianluca Bellusci e da don Antonio Cavallo, parroco in Calabria, zio del
padre, che ha subito ringraziato tutti a nome della famiglia, avendo poi parole
di speranza e di conforto, "perché Nicola è stato un dono, che ha vissuto
intensamente, lasciandoci un ricordo potente di affetto e di vita". Sono
intervenuti per una breve testimonianza anche Salvatore Cosma, assessore allo
sport, e Angelo Castronuovo, preside dell'Itcgt di Tursi.
Poi, gli applausi, la banda musicale di Valsinni, i
tanti occhi lucidi e i fazzoletti. Sul muretto del bivio una ventina di
manifesti a lutto e al lato due lenzuola con dedica. Una trentina di giovani
amici motociclisti, scesi dal centro storico a motore spento, hanno rombato i
motori verso il luogo della tumulazione, circondato da corone grandi e medie,
cuscini e vasi, tutti di fiori bianchi, in precedenza portati a braccia non
solo dai compagni. Tutti indossavano le magliette bianche con la scritta
"Nicola, con noi per sempre". Un pensiero condiviso, nel dolore.
Salvatore Verde
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