L'addio
Martedì 27 novembre si è
spento dopo lunga malattia Francesco GENTILE,
meglio noto come "Ciccilluzzo". Avrebbe
compiuto 60 anni tra dieci giorni, essendo nato a Tursi il 7 dicembre 1947. Con
una presenza significativa di compaesani, il rito religioso è stato celebrato mercoledì
dal parroco don Battista Di Santo che, nell'omelia, ha richiamato l'attenzione
di tutti "sul senso vero della vita, della solitudine e della solidarietà,
apprezzando quanto hanno fatto per lui i cugini Giulio e Antonio negli ultimi
anni". All'uscita della cattedrale dell'Annunziata qualcuno ha lanciato dei
confetti, bianchi come i fiori che ornavano la piccola bara di color marrone
chiaro. Il feretro è stato accompagnato a spalle fino al ponte Petrilli, poi
salutato da un intenso e dolente applauso.
Il ricordo
Personaggio tra i più
conosciuti del paese e anche oltre, ha accompagnato la crescita di diverse generazioni
con la sua compagnia, le sue storie e le sue avventure sempre reali e
grottesche. "Pendolare" per vocazione, ha viaggiato per anni sulla linea Tursi-Policoro
e viceversa quasi ogni giorno, conoscendo tanti giovani e studenti dei quali
diventava facilmente amico. Certo, offrirgli una sigaretta (sovente richiesta)
o dire "Forza Milan" aiutava. Se poi si trattava di ragazze, allora l'amicizia
era automatica, senza bisogno di alcunché. Andava sempre in giro col cappello e
con la sua inseparabile borsetta a tracolla. Persona sensibile e affettuosa,
milanista sfegatato, platonico corteggiatore di ragazze, sempre,
dall'inconfondibile voce di eterno adolescente. Anche quando tra amici di
scuola ci si ritrova a parlare delle vicende tursitane, inevitabilmente ci si
chiedeva che fine avesse fatto tizio o caio, e puntualmente il ricordo andava
anche a lui. Ne sentiremo la mancanza.
L'immagine che ho di
Ciccilluzzo risale a una decina di anni fa. Era una domenica pomeriggio, lui stava
seduto sulla panchina situata davanti alla scuola elementare di via Roma, con
una radiolina vicino all'orecchio ad ascoltare "Tutto il calcio minuto per
minuto" ad alto volume, fumando di tanto in tanto l'immancabile sigaretta. Finite
le partite, alle 18,00 in punto usava recarsi al bar Marino dove, seduto in
prima fila, vedeva 90° minuto alla Tv, tra una risata e uno sfottò sempre a
sfondo calcistico. Per molti lo sport è tanto, per altri è (quasi) tutto. A me
piace ricordarlo così. Ciao Ciccilluzzo e, come
sempre, "Forza Inter". Però stavolta non ti arrabbiare, lo sai, ti abbiamo
voluto bene, a nostro modo.
Leandro Verde
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