LA
SCOMPARSA PREMATURA DEL PROF. SALVATORE BATTA DI POLICORO
Aveva
insegnato a lungo nell'Itcg "M. Capitolo" di Tursi (di Pierantonio Lutrelli, Quotidiano della Basilicata)
Di lui ricorderò molte cose. Mi ha
insegnato molto. E non lo dico perché adesso non è più tra noi. Lo dico perché
lo penso. E come me sono in molti, tutti coloro
che hanno avuto la fortuna di intrecciare la propria vita con la sua.
Salvatore Batta se ne è andato appena sessantenne dopo un lungo calvario, una
grave malattia che ha saputo combattere con tenacia e con una dignità che
appartiene ai grandi. A coloro che la vita la vivono fino in fondo con un
pizzico di fatalismo e mai con rassegnazione.
Da malato Salvatore era una
persona assolutamente normale. Questo mi colpiva di lui. Lo incontrai per
l'ultima volta qualche mese fa nell'agenzia assicurativa di un amico comune.
Gli chiesti come stava. Mi rispose che le cure avevano fatto effetto e che dopo
qualche controllo sarebbe tornato operativo al cento per cento. Ma non era
della malattia che voleva parlare. Con me, suo ex alunno nell'Istituto tecnico
commerciale di Tursi a cavallo tra gli anni '80 e '90, amava parlare di cose
pratiche della vita, di lavoro, di affetti e di attualità. Ma anche di
politica, la sua grande passione. Mai valorizzato a pieno per quelle che erano
le sue capacità, Salvatore anche in questo caso era fatalista. Vedeva la
politica come contributo alla società, e
se le cariche e le soddisfazioni personali erano solo appannaggio di
altri, che Salvatore sapeva (e me lo diceva), erano probabilmente meno
meritevoli di quanto lo fosse lui, non se ne faceva un problema.
Era persona
perbene, Salvatore, che alla famiglia dava tutto così come ai suoi alunni.
Ricordo ancora i suoi insegnamenti di vita assolutamente extracurriculari di
cui solo con il tempo ho saputo apprezzarne a pieno il messaggio. Era persona
di valori. Uno di quelli che anche soltanto dopo dieci minuti che lo avevi
conosciuto ti potevi fidare a tal punto da affidargli le tue chiavi di casa. Da
insegnante di diritto e di economia ci aveva insegnato il senso civico, il
rispetto delle istituzioni, l'importanza della partecipazione alla vita
pubblica. Così come l'importanza di pagare le tasse. Da buon insegnante di
economia, mi aveva insegnato anche ad economizzare.
Ricordo quando mi dava "il
passaggio" da Tursi a Policoro per consentirmi di non aspettare l'autobus per
un'altra ora. Ricordo la fermata "obbligatoria" alla fontana pubblica in agro
di Tursi sulla strada che portava alla Sinnica. Bisognava riempire le bottiglie
dell'acqua che serviva per l'autoconsumo. "Sai - mi diceva - a Policoro abbiamo
l'acqua della diga, qui invece è fresca, è del Frida e si butta". Viaggiavamo a
bordo di un'Alfa 175 a
benzina, 1800 di cilindrata alla quale Salvatore aveva fatto installare
l'impianto a Gpl. Mi spiegava che si risparmiava oltre il 50 per cento,
compreso l'ammortamento del costo iniziale. Il nostro rapporto era diventato
con gli anni sempre più confidenziale ed alla pari. I
l professore che per
informarsi leggeva gli articoli del suo ex alunno. Lo ha fatto soprattutto dal
mio blog grazie ad un pc portatile per vincere la lontananza durante i giorni
bui ed interinabili all'interno di una stanza dell'ospedale San Raffaele di
Milano. Mi chiamava seppur affaticato nella parola e commentava con me le
notizie. Così come quando da ex socialista si candidò nella lista di
Rifondazione comunista alle scorse comunali di un anno fa. Chiedeva i voti per
telefono e tramite sms. Con impegno e dedizione. Un esempio per tutti. Ciao
amico professore.
Pierantonio LUTRELLI
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