SI È SPENTO OGGI ROCCO BRUNO, IL MASSIMO STUDIOSO CONTEMPORANEO DELLA STORIA DI
TURSI
Tursi - Una ricorrenza
dell'Epifania tra le più tristi che ricordi l'intera comunità tursitana. Il maggiore
storico locale della nostra contemporaneità, Rocco Bruno, si è spento verso le ore 13 nella sua abitazione di via Roma, dopo una
lunga malattia affrontata con assoluta dignità e cristiana rassegnazione, sempre
circondato dall'affetto dei suoi familiari (la premurosa moglie Maria Felicia Rondinelli, sposata nel
1967, e i figli Gaetano, 36 anni, e Rosanna, 39, che vive a Matera con la sua famiglia). Bruno aveva
compiuto 70 anni solo il giorno prima, ma
le sue condizioni erano peggiorate inesorabilmente già dallo scorso aprile, per
i postumi di una accidentale caduta in casa e dalla quale di fatto non si era
più ripreso. Domani pomeriggio alle 15 i funerali nella centrale cattedrale
dell'Annunziata.
Con lui scompare una delle
figure benemerite e più importanti dell'ultimo mezzo secolo, essendo stato un sicuro punto di riferimento per la
cultura di Tursi, dov'era nato nel il 5 gennaio del 1939. Acuto autodidatta con
portentosa memoria e depositario di una stratificata conoscenza affinatasi con
la validazione del metodo storico, Bruno
ha ricercato fonti, notizie e dati in
ogni dove a lui accessibili, oltre che nei luoghi canonici per gli studiosi (archivi
e biblioteche pubbliche e private). Il frutto di anni di sacrifici e lavoro è confluito
in una corposa opera di degna divulgazione, ad oggi ineguagliata, riferita a una
moltitudine di persone, eventi e luoghi. Accademici, ricercatori professionisti
e appassionati cultori della materia, non soltanto tursitani e lucani, tutti
gli sono debitori di un ricordo datato o argomentato, per una tesi di laurea,
un articolo o saggio oppure un libro.
Rocco Bruno è ritenuto l'erede
di Antonio Nigro (1764-1854), dottore in medicina e archeologo, autore
dell'ancora fondamentale "Memoria
Topografica Istorica Sulla Città Di Tursi E Sull'Antica Pandosia Di Eraclea
Oggi Anglona" (Tipografia Di Raffaele Miranda Napoli, 1851). A tale
insuperato lavoro sono avvicinabili le due edizioni della "Storia di Tursi" (Policarpo di Ginosa, Taranto, 1977, e Arti
Grafiche Agesa di Moliterno, Potenza,
1989), che rappresentano l'attualizzazione
sistematizzata delle vicende secolari tursitane, per incunearsi nei meandri non tutti nascosti
della gloriosa vita paesana del passato come della modernità. Proprio i
compaesani rimasero assai stupiti da quelle rivelazioni, nell'apprendere cioè la
loro- nostra storia, non avulsa dall'intreccio con la grande Storia, dopo la
non minore ricognizione antropologica di canti, poesie, detti, proverbi ed
indovinelli. Derivato dall'antica tradizione orale e popolare, quel primario impegno
fu fissato nell' inedita raccolta "I
Canti del Ricordo" (Policarpo, Ginosa 1975), seguendo l'impronta del
poeta Vincenzo Cristiano e l'evocazione di Albino Pierro,
entrambi da lui ben conosciuti ( al testo collaborarono il fratello Mario Bruno
e Rocco Campese).
Seguiranno altri fondamentali tasselli monografici di
un mosaico ricostruito con ampiezza su due istituzioni fondamentali per Tursi:
la chiesa e le nobili dinastie familiari, con "Anglona: un città, un vescovado, un santuario" (1984)
e "I Donnaperna: marchesi di Colobraro,
baroni di Pomarico, Calvera, Teana, Carbone, possessori delle tenute di
Scanzano e Caprarico" (1986), entrambi da Liantonio di Matera. All'autore
va dato atto di non essere scaduto nell'aperta agiografia e di aver trattato la materia con sostanziale
equilibrio analitico. La prima e parziale stesura genealogica al maschile di "Le Famiglie Di Tursi Dal XVI Al XIX
Secolo" (Arti Grafiche Agesa Moliterno, 1989), chiude un ciclo
della sua intensa produzione intellettuale e arrivano i riconoscimenti,
soprattutto esterni. Prima degli stessi tursitani, il 19 giugno 1991, l'allora
magnifico rettore dell'Ateneo lucano, prof. Cosimo Damiano Fonseca, volle tributargli l'attenzione accademica (e
non sono molti in Lucania) con un "Attestato nel X Anniversario della
istituzione dell'Università degli studi della Basilicata". In tale direzione
elogiativa si adoperò molto anche l'Associazione culturale "Amici di Tursi",
fondata dal suo amico Domenico "Mimì" Latrecchina (1929-1987),
poi presieduta dalla poetessa Rosa Maria Fusco. Non da ultimo, il
bimestrale TURSITANI (che lo ha avuto tra i più prestigiosi collaboratori)
gli ha tributato l'onore che meritava.
Lo stesso Bruno allestì, nel 1999, una intrigante mostra fotografica d'epoca, con duraturo
successo di pubblico. Rivolti ai turisti in transito e al crescendo dei
visitatori, che hanno dimostrato di gradire,
sono i due volumetti "La
Cattedrale della SS. Annunziata. Note Storiche Ed Artistiche" (2000),
in sintonia con la riapertura della chiesa al culto, dopo il distruttivo
incendio del 1988, e "La Rabatana.
Antico borgo di Tursi" (2001), stampati da Grafidea di Policoro (Mt),
con alcune chiare integrazioni aggiuntive
sulle origini e sugli Arabi. Nel 2005 l'ultima fatica, come curatore del volume fotografico "Tursi. Immagini di un secolo" (stampato
a Matera dalla Graficom), che racchiude un centinaio di scatti tutti in bianco
e nero, datati tra il 1860 e il 1965 (il libro si avvale degli amichevoli apporti
del prof. Antonio Rondinelli e dello
scrivente, che ha contribuito in modo determinante
alla pubblicazione).
Impiegato comunale (in vari uffici e soprattutto all'ufficio elettorale) da anni in pensione e da sempre appassionato di storia, Bruno ha saputo imporre un lungimirante
atteggiamento innovativo e di massima consapevolezza rispetto al valore del
nostro ricco patrimonio ambientale e storico-culturale, altrimenti vissuto con
indifferente e miope superficialità. Il suo è un testamento socio-psicologico,
civile e culturale di primordine che traspare integro dalle sue opere, lasciateci
in eredità e che forse mitigheranno appena la sua dolorosa assenza. Lo
ribadiamo, pur con alcuni inevitabili limiti,
è stato un Maestro.
Salvatore Verde
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