A José Saramago
"Il
viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono
prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è
seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da
vedere", sapeva che non era vero.
Bisogna
vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere
in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si
è
visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi
verdi,
il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non
c'era.
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a
fianco
nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore
ritorna
subito."
E'
questa l'epigrafe di José Saramago (tratta da Viaggio in Portogallo) che
suggella alcune pubblicazioni di
CinePiccolaCittà, periodico curato dal CineClub De Sica - Cinit nelle
passate
stagioni, come brochure delle mostre CinEtica tenutesi a Rionero e in
altre realtà.
Lo scrittore portoghese Premio Nobel, in quel suo "viaggio", si
ripropone a mo'
di eredità, che, mutuata anche mediante il viaggio nel cinema, offre
sempre una
visione nuova e altra di un'opera d'arte. Cinema come viaggio, l'opera
d'arte
che ferma il tempo che pure scorre, e "tracciarvi nuovi cammini"... Con
Saramago scompare un grande scrittore, un altro insostituibile tassello
del Novecento,
emblema di libera espressione e di riflessione sul nostro tempo.
Armando
Lostaglio (CineClub "V.
De Sica" Cinit)
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