Da Tursi all'Irlanda. Novella Ulisse tra la gente di Dublino di Rosanna D'Aloisio
Come molti altri giovani europei e non, anch'io sono stata baciata dal fortunato,mitico, fenomeno economico del Celtic Tiger irlandese. Una laurea in Comunicazione Internazionale all'Università per Stranieri di Perugia e soprattutto una prima esperienza professionale in un Ufficio Stampa di Bologna, dove mi sono occupata della diffusione e promozione di un film, hanno allungato il mio sguardo verso altre mete e fatto sentire nuove esigenze e ambizioni. Pervasa di passione son partita alla volta di Dublino nel Giugno del 2007.
La voglia d'immergermi in una nuova cultura e parlare finalmente l'Inglese, mi hanno dato il vigore che serve per superare l'incombente senso di estraneità che ci accompagna quando si percorrono strade fino ad allora, a noi, sconosciute.
Il primo vero contatto con il mondo irlandese è avvenuto attraverso i fili del telefono di un call-center: un'esperienza che mi ha portato, sicuramente, a "sciogliere la lingua" e a scoprirne particolarità linguistiche di diversa provenienza, ma anche ad esplorare le pieghe di un modo di fare tipico: "easygoing", calmo, scanzonato, e che all'occasione sapeva essere anche molto testardo e determinato.
La tenacia e la mia continua ricerca mi hanno poi ripagata di una bellissima esperienza professionale, che di sera mi vedeva nel ruolo di una "teacher". Ho insegnato Italiano a stranieri presso l'Istituto Italiano di Cultura: un melting pot di razze, visi, età e di intenti. La maggior parte di loro erano interessati alla nostra lingua per scopi culturali e di viaggio, quasi stregati dal nostro passato storico e dagli incantevoli luoghi. Molti giovani, invece,frequentavano i corsi per un mero interesse personale (ovvero avrebbero dovutoconoscere la futura suocera italiana ed erano molti attenti ai nostri costumi!), ed infine non mancava chi intendeva perfezionarsi per scopi lavorativi (cantanti d'opera, agenti commerciali, manager).
Sfidare la loro diversità, camuffata da un po' di timidezza, e condurli nella nostra lingua e cultura, è stato un compito stimolante e a volte delicato, ma di grande effetto comunicativo e di scambio. Le lezioni venivano programmate anche in maniera un po' ludica ed avvincente, in modo da permettere loro d'apprendere liberamente, inciampando ovviamente sulle nostre strutture grammaticali e bizzarrie, ma fra adulti il bello era anche giocare con la lingua. Una lingua che nonostante l'era globalizzata suscita ancora interesse e passione. Insegnare, inoltre, è stata una grande occasione per osservare il Bel Paese da lontano, nella sua interezza, peressere e sentirsi promotore anche di quella parte, avendo sempre un occhio di riguardo per la trasognata Basilicata, che rimane troppo spesso in sordina.
Intorno all'orbita dell'Istituto Italiano di Cultura ruota un'altra piccola Italia, fatta di genti andate lì sin dagli anni 60, quando Dublino era una città conuna periferia derelitta e povera; fatta di giovani appena arrivati che propongono il proprio talento. L'Istituto, poi, con i suoi eventi di promozione culturale, fa da richiamo ed offre al contempo un'occasione di interazione e integrazione per tutti, o il trampolino di lancio per i più fortunati.
Della cara Dublino ricordo i "Dubliners", congrande affetto, per la loro cordialità, apertura e ironia, o le spumeggianti risate nei pub, sereni di vivere in una comunità multietnica con la quale condividono un lungo passato di emigrazione, e conservano un incredibile epacifico senso d'appartenenza alla propria terra, che è stata generosa con molti. Peccato che oggi la sua golden age sia al momento, spero non definitivo, del suo tramonto: l'Irlanda dopo 20 anni di crescita superiore alla media europea è stato il primo paese dell'area Euro ad entrare ufficialmente in recessione. Così, lo scenario di vita è drammaticamente cambiato, come testimonia un intenso rientro del flusso migratorio verso la propria terra d'origine, e il mito del Celtic Tiger degli anni 90 è ora sentito come un nostalgico ricordo.
L'Irlanda è anche altro: esercita sempre un grande fascino la sua paesaggistica dai colori miti e cangianti, gli sterminati spazi incontaminati, la sua cultura letteraria e leggendaria, e chiaramente l'unicità del popolo che l'abita.
Rosanna D'Aloisio
|