Sembra incredibile, ma è un a storia vera. Francesco FALCHETTA e Maria Vincenza CALABRESE, entrambi di Tursi, appena dopo il loro matrimonio, celebrato nel 1895, emigrarono negli Stati Uniti d’America dove nacquero i figli: Rosa (n. 1897) e Giuseppe o Joseph (1899), entrambi deceduti in tenera età, Pasquale (1901), Joseph (1902) e Rosa (1908). Francesco era un valente carpentiere che nella gelida notte dell’8 dicembre del 1913, lavorava alla costruzione del ponte di Brooklyn a New York. Durante il suo turno, un black out oscurò il cantiere e Francesco inciampò, precipitando nel vuoto da una considerevole altezza. La prima cosa che gli passò per la mente in quegli istanti, fu quella di invocare la Vergine d’Anglona, pronunciando nel suo dialetto: “Madonna meja d’Agnone pigghjemi ‘mbrazze”. Dopo non poco tempo, i soccorritori increduli, considerando il drammatico volo in caduta libera da decine di metri, trovarono l’operaio adagiato sulla placca di ghiaccio che ricopriva il mare della baia newyokese, svenuto e quasi assiderato, ma del tutto illeso, cavandosela poi soltanto con una forte bronchite. Un evento miracoloso, sicuramente, pensarono subito tutti. Appena guarito, Francesco Falchetta volle ritornare in Italia, perché l’unico pensiero che aveva era quello di dover ringraziare personalmente la Madonna d’Anglona, per quanto gli era accaduto, insomma, “per sciogliere il voto”. Egli s’imbarcò insieme con la moglie, al settimo mese di gravidanza, la quale soffrì molto durante il tormentoso viaggio, che durò una quarantina di giorni, agli inizi del 1914. Sbarcati a Napoli ai primi di febbraio, e giunti finalmente nell’amato paese, Francesco si recò al santuario per ringraziare la Santa Vergine Maria. Subito fece erigere a devozione il cippo, noto come “u pisuue”, dove ancora oggi, in occasione della festa dell’8 settembre, vi posano la statua portata in processione. Egli raccontò ai suoi compaesani quanto verificatosi in America, sempre convinto dell’intervento della Madonna d’Anglona, dicendo e ripetendo che: “quilla notte mi pigghjavite e m ‘appuggiavite ‘ntérre”. Devozione profonda che trasmise anche alla figlia Maria Filomena FALCHETTA, nata appena dopo l’arrivo a Tursi, a quattro anni orfana della madre, la quale, mai ripresasi dai postumi del parto, è deceduta a 41 anni, mentre Francesco raggiungerà i 59.
La famiglia FALCHETTA. Francesco nacque il 29 dicembre 1872, alle ore 17, in Tursi come i suoi genitori, Giuseppe FALCHETTA e Rosa GRASSANO, che abitarono in via Picolla. Testimoni Filippo SANTAMARIA e Gaetano CARRESCIA, sposò in Comune Maria Vincenza CALABRESE, nata il 28 luglio 1876, alle ore 16,15, in via San Domenico, figlia dei tursitani Angelo CALABRESE e Filomena GUGLIELMUCCI, abitanti in via Frescura. Dal loro matrimonio, dopo i figli americani, il 5 marzo 1914 nacque a Tursi Maria Filomena, poi coniugata con il colobrarese Francesco MILIONE, del 1913, e madre di sei figlie (più un bimbo che visse poco). Maria Vincenza morì nel 1918 e Francesco nel 1931.
Mario Bruno
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