I
Santi Patroni dei carcerati
Melfi.
Fra i libri più preziosi che possono capitare fra le mani, ve n'è uno
particolarmente originale perché stampato e rilegato a mano, artigianalmente,
come un tempo. E' la pubblicazione "I
Santi Patroni dei carcerati" curato da
mons. Pasquale Di Giacomo, che da diversi anni svolge il delicatissimo compito
di Cappellano presso la Casa Circondariale di Melfi. Chi scrive aveva avuto
l'onore di tale regalo durante le discussioni di cinema svolte fra gli ospiti
della stessa Casa. Proprio in questo periodo festivo, particolarmente sentito
da chi vive il dramma della detenzione, la lettura del testo con le vite
semplici dei Santi protettori assume un ruolo riconciliante con la Festa, la
Natività. Scrive infatti don Pasquale nella introduzione: Non vi è dubbio
alcuno che la salvezza dell'uomo è operata in esclusiva da Nostro Signore Gesù
Cristo. "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli
uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".
Ma
anche la testimonianza dei Santi diviene momento di riflessione, ed è in questa
direzione che il lavoro di ricerca svolto con un folto gruppo di reclusi,
assume una valenza propedeutica e di ricerca interiore, prima ancora che
didattica. Don Pasqualino (così chiamato dai suoi parrocchiani, e associato del
CineClub De Sica), raccoglie le vite semplici dei Santi e le immagine sacre
analizzandone le esperienze e gli esempi, con la motivazione per la quale sono
diventati nel tempo Santi Patroni. Scopriamo così l'apostolato svolto a Torino
da San Giuseppe Cafasso, il quale trascorreva molte ore con i detenuti. Aveva
parole di conforto anche verso i carcerieri. La vita di San Leonardo di Limoge
, vissuto in Francia nel V secolo.
Ma forse il primo santo di riferimento, che
subì durissima reclusione fino alla decapitazione, è San Giovanni Battista.
Quindi San Disma, il buon ladrone della Croce di Gesù, e via via il
"calendario" tocca Santi contemporanei, come San Massimiliano Kolbe, sacerdote
polacco sacrificato nel campo di sterminio di Auschwitz. Pure per mano nazista
finì in devozione la vita di Santa Teresa Benedetta della Croce, che in vita
era la filosofa Edith Stein, la prima ebrea a convertirsi al cristianesimo. Il
testo di don Pasqualino e dei suoi collaboratori (allievi del corso di
legatoria) è ricco di storie sacre ma anche laiche, come quella del beato
Bartolo Longo, originario di Latiano (Brindisi) e fondatore della Basilica
della Beata Vergine del Rosario di Pompei.
Un
percorso di lettura gradevole, che arricchisce e riconcilia con le indigenze
dell'uomo privato della libertà; e si conclude con la preghiera a San Basilide
Martire, patrono della Polizia penitenziaria.
Armando Lostaglio (CineClub "V.
De Sica" Cinit)
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