Il carnevale
è certamente una salutare valvola rigenerante per l'uomo. Dopo le tensioni che
l'angustiano per un anno e spesso ne frustano l'inventiva, arriva il periodo carnascialesco
a ridare a ciascuno brio, spensieratezza e la possibilità di essere se stessi, magari
senza vincoli esterni di comportamento, come avviene da millenni in circostanze
particolari.
A
Tursi questa esperienza popolare risale almeno all'inizio del secolo scorso (ma
in variegate forme si può ragionevolmente ritenere che sia ancora più antica), quando
dei veri artisti della carta pesta e del legno quali erano i fratelli CESTONI, NOCERITI e i VIGLIOTTA, con
delle maschere sfilavano vicino i palazzi dei vari nobili: Donnaperna, Brancalasso, Ginnari, Margiotta, Panevino. Una grande
festa carnevalesca si tenne nel paese nei primi anni del Novecento, organizzata
dai fratelli COLABALLA, da Antonio e Liborio BRUNO, Filippo STALFIERI, Vincenzo NOTARNICOLA, Domenico MOTTA,
Michele FAGNANO, Michele GENTILE, Giambattista PARCIANTE. Nella
circostanza si sprigionava tutta l'inventiva popolare, dando alla
manifestazione un tono di armonia e piacevolezza
anche musicale con violini, arpe, clarini, tromboni, mandolini e chitarre. Ciò
si estendeva anche ai paesi vicini dove la carovana si recava per allietare gli
animi e portare allegria.
Purtroppo,
il primo conflitto mondiale disperse molti componenti del gruppo, protagonisti
e animatori. Successivamente, le manifestazioni ripresero fino agli anni Quaranta
con i fratelli Peppino e Nicola MANFREDI, i fratelli Gaetano,
Rocco e Attilio BRUNO, i cugini GIAMPIETRO,
i NUZZI, i RAGO ed altri artigiani, sempre con uno spirito di genuina partecipazione
che ancora oggi ravviva la memoria popolare dei più anziani.
Un
ripensamento complessivo in termini limitativi fu causato dalla piaga della guerra
del 1940-45, la quale interruppe quella tradizione, che sopravvisse
esclusivamente ad opera di
singoli gruppetti e ragazzi con
maschere buffe. Con la ricostruzione materiale e sociale, lasciandosi alle
spalle le tristezze del conflitto, si riprese di nuovo con slancio e in
grande stile, con Filippo POPIA,
Vincenzo GENTILE, Giuseppe SALERNO, Rocco LAITA, Mario BRUNO, Arcangelo SANCHIRICO,
Arnaldo PADULA, Tonino GIAMPIETRO, Flori FORTUNATO, i fratelli PARZIALE. Sono loro che continuano la
tradizione
dello
spettacolo visivo della fantasia delle maschere, unendolo all'estro musicale,
che sembra connaturato al popolo tursitano. Anche con queste ultime
manifestazioni organizzate si va oltre Tursi, in vari paesi e sino a Matera, riscuotendo
non solo consensi e premi ma sopratutto sorprendendo quei cittadini non molto
abituati a vedersi "importare allegria" da maschere esterne. Da allora, il
carnevale non cessa più, variando anche di anno in anno, cosa che lo rende
sempre fresco e mai ripetitivo.
Negli
ultimi decenni, si era costituito il gruppo folk che sfilava assieme alle
maschere, con balli e canti, grazie alle scenografie di Luigi Caldararo e alle sigle musicali "Viva il Carnevale" e "La marcia del gruppo crocerossine", rielaborate dallo scrivente ed
eseguite da Mario TITOLO, Peppino SALERNO,
Giovanni DISCIPIO, Michele IANNUZZI, Nicola SALERNO e Gaetano BRUNO.
L'effetto è stato quello di ottenere più vivacità e fantasia, allargando la
presenza anche di pubblico e creando le premesse, dopo anni di appannamento, di
consolidare il carnevale tursitano con il riuscito arrivo degli affiatati amici
della TribalArte e dei loro carri realistici
e immaginifici al contempo.
Mario BRUNO
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